|𝟏𝟐-𝐔𝐍𝐎 𝐒𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐎 𝐀𝐋 𝐏𝐀𝐒𝐒𝐀𝐓𝐎|

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Zoya non si era sorpresa troppo quando la macchina di Ian parcheggiò di fronte alla vetrina della sua clinica

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Zoya non si era sorpresa troppo quando la macchina di Ian parcheggiò di fronte alla vetrina della sua clinica.

Aveva sospirato ed era tornata a parlare con il proprietario del gatto siamese che stava visitando, li lasciò un ultima carezza prima di posarlo nel trasportino <<Ecco fatto, abbiamo finito>> disse sorridendo <<Come le ho detto non si preoccupi, è una cosa completamente normale, ma se dovesse peggiorare ci contatti pure>> lo accompagnò all'uscita prima di voltarsi a guardare il pick up fermo a qualche metro da lei.

Sbuffando si avvicinò alla vettura, battendo le nocche sul vetro del finestrino, pochi istanti dopo la portiera del guidatore si aprì e Ian scese sbattendola alle sue spalle, le si avvicinò, il suo sguardo era pieno di rimorso ma riusciva a scorgere anche rabbia.

Rimorso per non essere riuscito ad impedirlo, rabbia verso se stesso.

Zoya allargò le sue percezioni, sfiorando l'aura di lui con la sua, gli trasmise calore, tranquillità a sospirò appena quando vide i muscoli delle sue spalle rilassarsi.

<<Avevi ragione tu>> le disse semplicemente appoggiandosi con la schiena alla macchina <<Ha aggredito una sua compagna, l'hanno sospesa>>

Lei spostò lo sguardo e si accorse della sagoma di Claire nei sedili posteriori <<Dovevo darti retta>> continuò poi lui <<Mi avevi detto che sarebbe potuta scattare da un momento, e io ti ho ignorato, mi dispiace, pensavo solo che ci avrebbe detto se le cose stavano peggiorando. Pensavo che mi avrebbe chiamato nel momento del bisogno>>

Avanzando di un passo Zoya poggiò una mano sulla sua spalla <<Claire ha fatto la sua scelta, ma non devi incolparti di questo, le hai lasciato lo spazio per decidere, la colpa non è tua Ian>> rispose lei prima di lanciare un'occhiata al suo orologio <<Vai a lavoro, non puoi fare tardi, ci penso io a lei>>

Ci vollero circa dieci minuti per convincere Ian che era perfettamente in grado di gestire la situazione, quando se ne andò, Zoya esalò un sospiro di sollievo prima di aprire la portiera, Claire la fissava con aria scocciata.

<<Alzati, andiamo a fare una passeggiata>>

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<<Manca ancora tanto? stiamo camminando da più di mezz'ora>> borbottò Claire alle sue spalle, mentre arrancava, cercando di seguirla tra gli alberi. <<Siamo arrivati>> rispose Zoya e la ragazza si sporse oltre le sue spalle per riuscire a vedere dove la zia l'aveva portata.

Era un capanno, grosso quanto il soggiorno, sembrava quasi una di quelle case disperse lungo le colline, ma l'aria trasandata e sudicia che faceva traspirare le fece venire i brividi.

Zoya si avvicinò alla porta, Claire la vide trafficare con un numero assurdo di serrature e chiavi, si chiese a che cosa servisse tutta quella sicurezza, che cazzo stavano nascondendo di così importante da avere una dozzina di chiavi dedicate solo a quella porta?

𝐈𝐕𝐘 𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐝𝐫𝐮𝐢𝐝𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora