lo dicevo anch'io

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La casa di Simone ha un arredamento moderno, dotata di tutti i comfort possibili però Manuel percepisce la freddezza dell'ambiente. Non è vissuta. Non ci sono foto in giro per casa, non c'è un ricordo di una vacanza di famiglia, non c'è nulla che potrebbe essere riconducibile ad una famiglia.

È piatta, senza sentimenti.

Il racconto di Simone continua a scorrergli nella mente come la pellicola di un vecchio film, non comprende come sia possibile mettere al mondo una creatura, lasciarla sola anche dopo la morte del fratello.

«Comunque, se vuoi, puoi rimanere» gli dice il corvino cogliendolo di sorpresa
«Non vorrei disturbarti»
«Non disturbi, poi dovresti dormire, hai lavorato tutta la notte e io mi sento ancora poco bene, potremmo- beh potremmo metterci comodi e vedere un film» Simone quasi fatica a pronunciare quella proposta, è quasi una richiesta di non lasciarlo solo ma allo stesso tempo un modo per ringraziarlo per essersi preso cura di lui.

«D'accordo, va bene. Scegli tu il film, però»


Dopo aver scrollato più e più volte il catalogo di Neflix, Simone ha deciso di mettere play ad una commedia italiana, niente di troppo impegnativo, vuole staccare la testa dai problemi che lo assillano ogni giorno.

Si accomoda sul divano, non distante da Manuel, poi pigia un bottone e lo schienale si reclina all'indietro e si solleva un poggia piedi. Sono praticamente sdraiati.
Simone prende il plaid celeste e lo passa al riccio, poi con un altro telecomando rende le luci soffuse, è quasi buio nonostante fuori ci sia un sole incredibile. Le serrande abbassate attutiscono il rumore proveniente dall'esterno, ci sono solamente loro due, i loro respiri e la tv.

«È troppo alto il volume?» domanda Simone
«No, perché me lo chiedi?» a Manuel suonava strana quella domanda, perché l'audio era normale e, anche se fosse stato troppo forte, a lui non avrebbe dato fastidio
«No, ecco, perché poi magari non riesci a dormire» risponde il corvino sussurrando impaurito, quasi come se avesse detto qualcosa di brutto.

Manuel sorride, e il cuore gli si fa piccolo come un nocciolo di una ciliegia, mai nessuno aveva avuto un occhio di riguardo per lui, tranne sua madre. Ringrazia il ragazzo che ha accanto, sente che il cuore che martella nel petto aumenta di velocità quando gli viene rivolto un sorriso, gli occhi del corvino si assottigliano come fessure, ai lati si formano piccole pieghette e sulla guancia si forma una fossetta profonda.



Manuel si risveglia dopo non sa quante ore, la tv è spenta e sente rumori provenire dalla cucina. La coperta gialla, che utilizzava Simone, adesso è adagiata su di lui ben rimboccata. Si sente riposato, tranquillo e sereno. Mai aveva avuto un risveglio così in pace.

«Sì, beh. Ehm, scusa ti ho svegliato?» il corvino fa il suo ingresso in salotto con un vassoio, si sente colpevole, non voleva svegliarlo
«In realtà no, però se per farti perdonare me dai un po' de quel ben di dio che c'hai lì sopra, allora sì, m'hai svegliato» entrambi ridono e Simone appoggia il vassoio sul tavolino di fronte al divano
«Mhm, pancakes!» esclama Manuel evidentemente affamato
«Avevo poche cose in casa, quindi ecco qui»

I ragazzi mangiano la colazione – alle tre di pomeriggio – raccontandosi gli avvenimenti più disparati che gli sono accaduti nel corso della loro vita.

«Beh sì, poi in realtà ogni giorno vedo Alvin» racconta Simone spiegando le sue passioni più grandi
«Alvin?»
«Vado quasi ogni giorno al canile, c'è questo cagnolino che porto sempre a fare la passeggiata, siamo molto legati, sogno un giorno di poterlo portare a casa con me»
«Una volta mi ci porti? Al canile intendo, voglio conoscere questo ragazzaccio che porti in giro» Simone annuisce felice, quando ha provato a raccontare ai suoi amici questa cosa, è stato preso in giro, non comprendevano quanto, in realtà, fosse importante per lui. Manuel sembra davvero intenzionato ad andarci e infatti hanno già deciso quando ci andranno: domani pomeriggio.

«Manuel, posso chiederti una cosa?»
E Manuel sa cosa vuole chiedergli ma non sa davvero come spiegarglielo, però annuisce e attende che quella domanda gli venga posta
«Perché l'altro giorno non mi hai salutato?»
Si vergogna, non vuole dirglielo perché è una cosa così stupida che vorrebbe nascondersi, ma con lui vuole essere sincero
«Ehm, ero con una ragazza, era una sorta di appuntamento, non- non volevo, ecco non volevo» Simone percepisce la difficoltà dell'amico e lo interrompe
«E com'è andato questo appuntamento?»
«Uno schifo, come tutti gli altri»

Simone un po' si sente in colpa di avergli fatto quella domanda, non voleva metterlo a disagio
«Ma ci sono abituato, credo non esista una ragazza adatta a me»

«Lo dicevo anch'io» dice Simone senza pensarci
«Cosa?»
«Cosa?!»
«No, niente»


È ormai buio fuori, il sole ha lasciato il posto alla luna, e i lampioni illuminano la strada trafficata. Nessuno dei due ragazzi vorrebbe separarsi, la compagnia dell'altro è piacevole. Senza aver fatto nulla di che, si sono divertiti, consolati e confidati come due amici di vecchia data.
Mentre sono sul terrazzo a fumare una sigaretta, il riccio avanza una proposta
«Non me va de lasciarti solo proprio oggi, che ne dici de prende qualcosa da magnà insieme per cena?»
Il corvino preso alla sprovvista, perché proprio non si aspettava una cosa del genere, approva la proposta
«Ordiniamo qualcosa, e poi vado a casa che stanotte me tocca di nuovo lavorà»

Davanti a due pizze e due birre, la serata prosegue nel migliore dei modi, la solitudine sembra solamente un ricordo, ma entrambi sanno che quando dovranno tornare ognuno alle proprie vite, tornerà prepotente non lasciando via di scampo. Magari con l'andare del tempo riusciranno ad eliminarla, coltivando un rapporto che sembrava basato sul nulla ma che ora ha delle forti fondamenta.

«Stanotte ce becchiamo in piazza pe' fumà na ciospa insieme?»
«Ancora non mi sento totalmente bene, stanotte passo, meglio che dorma» dice sinceramente dispiaciuto Simone
«Vabbè intanto domani pomeriggio me devi portà a conosce Alvin, quindi ce possiamo vedè lo stesso»

La serata passa in fretta e Manuel, quando se ne va, sente la malinconia prendere il sopravvento ignorando che dall'altro lato della porta Simone stia provando la stessa cosa. Ma Simone forse sa il motivo, Manuel ancora no.

sun to the darkest days | simuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora