Sono passati svariati giorni, Manuel ha perso il conto, per lui sembra un'infinità di tempo, da quando non parla più con Simone è tutto rallentato e si sente tremendamente confuso. Vorrebbe fare chiarezza sulla confusione che regna sovrana nella sua testa. Si trova a fissare la chat di Simone per minuti interminabili per poi chiuderla e gettare il telefono il più lontano possibile.
Vuole vederci chiaro prima di arrecare ulteriori danni a quel ragazzo, non se lo merita. Sente bussare alla porta della sua camera, non vorrebbe vedere nessuno ma quando il viso di sua madre Anita fa capolinea all'interno della sua stanza, non può respingerla. Il viso della donna appare tirato, preoccupato e Manuel si maledice, non vuole che lei soffra per causa sua. Si sente una merda. Tutti stanno male per colpa sua.
«Posso?»
«Sì vieni mamma» e Manuel sa che non può più rimandare quel discorso che negli ultimi giorni ha evitato come la peste, sa che è arrivato il momento di guardare in faccia la realtà, qualunque essa sia.
«Come stai?» la donna si siede sul letto, accarezza la gamba del ragazzo e gli passa la tazza con la sua tisana preferita. Manuel la riconosce subito dal profumo che emana, adora questo infuso di menta e liquirizia. Si mette seduto e sorseggia la bevanda calda, si prende un po' di tempo prima di rispondere ma poi sa che non può più mentire
«Se ti dicessi che sto bene sarebbe 'na cazzata, mà»
«E ti va di parlarne?»
«Ho alternative?» ridacchia Manuel e dopo essersi messo comodo, inspira e butta fuori ciò che da giorni lo turba terribilmente.
«Non parlo più con Simo e la colpa è mia. Ho fatto un casino, l'ho trattato male mà e non me lo perdono»
«E che hai fatto di così terrificante Manu?» la donna accarezza dolcemente il braccio del ragazzo che si sente coccolato, anche a quest'età ha bisogno di queste piccole attenzioni da sua mamma.
«Come te lo spiego? Ho agito senza pensare e ho sbagliato»
«Manuel, per favore, cerca di essere più chiaro io non capisco cosa potresti aver fatto di così grave»
A queste parole Manuel sussulta, quando mai un bacio è un fatto grave?
Forse ci riflette troppo tant'è che sua madre inizia a sventolare la mano davanti al suo viso
«Terra chiama Manuel»
Il ragazzo si ridesta e, forse un po' più consapevole, racconta l'accaduto.
«Mà è successo che- che stavamo a fa 'n dolce e- e ci siamo messi a scherzà e ci siamo baciati» un po' fatica a raccontare di nuovo a voce alta quella cosa, ma quel peso che sentiva sullo stomaco si ridimensiona e si sente... leggero?
«Mammamia Manuel mi hai fatto preoccupare credevo l'avessi menato»
«Mamma!» la richiama Manuel scoppiando a ridere poco dopo
«Che me vuoi dì che non sei il tipo che pia a mazzate le persone?»
«Lo ero»
«Ma nun me dici niente?» domanda tentennando Manuel
«E che te devo dì non ho capito il problema dove sta?»
«Eh dopo averlo baciato me ne so annato e nun me so fatto sentì più»
«Ma io sapevo d'avè un figlio cretino ma non fino a sto punto!»
«No ma grazie mamma per il supporto» e Manuel lo sa che in realtà Anita lo sta facendo per alleggerire la situazione
«Manu ora, prima che cerchiamo de capì come fa pace co' Simo, me dici se ce sta dell'altro?»
«Non credevo che- che potesse piacermi un ragazzo» dirlo ad alta voce gli provoca un dolore non indifferente tra lo stomaco e il cuore
«Manu, non ti devi concentrare se sia un maschio o una femmina, ma piuttosto se è una persona che ti possa piacere»
«Eh»
«Vabbè mo' pensiamo a come risolve co' Simone» e Manuel ringrazia mentalmente sua mamma perché non sarebbe riuscito a reggere ancora per molto quel discorso, ha bisogno di rifletterci un po'. L'unica cosa che sa è che vuole parlare con Simone ma deve capire come.
«Mattè» sono passati un paio di giorni dalla chiacchierata di Anita e Manuel, ma la sua principale preoccupazione è sapere se il corvino stia bene
«Manu, ciao» il ragazzo dall'altro lato della cornetta risponde sorpreso
«Che te posso chiede 'n favore?»
«Dimme tutto»
«Beh, ecco. Potresti annà da Simo a vedè come sta, abbiamo- abbiamo litigato e vorrei esse sicuro che non stia male» vorrebbe aggiungere che è tremendamente preoccupato, che ha paura che gli sia tornata una delle sue crisi e che sia solo.
«Va bene, ma te tutto ok?»
«Poi te racconto, tu famme sapè»
«Certo Manu, t'aggiorno»
«Grazie» il peso sul cuore si alleggerisce un altro po' quando pigia il rosso sul touchscreen del telefono. Ora deve solamente riordinare i pensieri.
Simone è immerso nella lettura del libro che lo sta appassionando in questo periodo quando sente il campanello di casa suonare ripetutamente. Non sta aspettando nessuno e non vuole vedere nessuno. Non accenna a smettere questo trillo perciò si avvia verso la cornetta, la solleva e «Chi è?»
«Simo so' Matteo, me apri?» Simone sbuffa, ma acconsente e dopo aver pigiato il bottone di apertura e attende l'amico sull'uscio del portoncino del suo appartamento.
«Oh ciao Simò» esclama Matteo appena entra in casa
«E' successo qualcosa?» a Manuel, vorrebbe aggiungere ma si morde la lingua
«No so' preoccupato perché non t'abbiamo più sentito»
«Ah è che- non sto bene» inventa una balla
«Ma ce potevi chiamà, gli amici servono anche a questo Simo» e forse in questo momento Simone si rende conto di essere un neonato nei rapporti di amicizia, effettivamente non sa cosa un amico possa offrirgli.
Il resto del pomeriggio lo trascorrono a vedersi un film, a giocare a un giochino sul telefono che Matteo gli ha fatto scoprire, a fantasticare su dove fare un'ipotetica vacanza e provare a riprodurre tiktok imbarazzanti.
Alla fine Simone inizia a comprendere quanto sia bello avere degli amici, e quanto serva poco per sentirsi meglio. Se solo lo avesse saputo prima, avrebbe chiamato Matteo appena tutto di fronte a lui ha iniziato a precipitare.
È ormai ora di cena e Matteo se n'è andato da circa un'oretta quando sente nuovamente il trillo del campanello. Non sa chi possa essere a quest'ora però decide di rispondere
«Chi è?»
«Sono Manu. Ti ho fatto la torta pere e cioccolato, mi fai salire?» è il suo dolce preferito.
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sun to the darkest days | simuel
Fiksi PenggemarÈ una sorta di meccanismo automatico: ti allontano così non puoi farmi del male. Con Simone, non sa il motivo, questa cosa non è accaduta.