«Mà, ma secondo te io vado a lavorà pe' niente? Giuro che 'nte capisco» Manuel è furioso con sua madre, se non si calma rischia di fare qualcosa per cui potrebbe pentirsi
«No Manuel, sono tua madre e io ho dei doveri verso di te»
«Seh ciao mà, nun c'ho più voglia de ripete le solite cose, buonanotte» quasi urla, poi si avvia verso l'uscita dell'appartamento sbattendo la porta.
Mancano ancora un paio d'ore all'inizio del suo turno in panetteria ma ha deciso di uscire per non continuare quella litigata. Lui detesta discutere, soprattutto con sua mamma, che è l'unica persona che gli è stata affianco nella sua vita. Ma a volte non la comprende.
Quel giorno Manuel si era svegliato verso le 15, dopo essere tornato dal lavoro alle 8 del mattino, sua mamma non c'era, era già andata al lavoro, e aveva trovato sul tavolo della cucina una busta. Incuriosito decide di aprirla e improvvisamente sente come un peso schiacciare sulla sua testa. È come tornare nel passato. Se non avessero pagato la bolletta scaduta gli avrebbero staccato la corrente elettrica.
Manuel ha due stati d'animo contrastanti, da un lato è triste si sente catapultato indietro di vent'anni quando era solo un bambino. A casa di soldi non ce n'erano, dovevano arrangiarsi con il poco denaro che racimolava Anita dalle traduzioni che svolgeva saltuariamente. Vivere – sopravvivere – sentendosi costantemente con l'acqua alla gola gli aveva fatto scattare subito qualcosa. All'età di quattordici anni aveva iniziato a fare piccoli lavori su macchine e moto, così da poter aiutare sua mamma, nel suo piccolo.
Alternava le sue giornate tra il lavoro in garage e la scuola, avrebbe voluto dedicare molto più tempo allo studio ma aiutare sua mamma era il suo primo e unico pensiero.
Dopo il diploma, Manuel aveva iniziato a lavorare da Flavio, da quel momento la loro vita era nettamente migliorata perché a portare i soldi in casa erano in due e, soprattutto, Anita aveva trovato un lavoro più sicuro.
Per questo motivo Manuel non capisce perché sua madre non gli abbia chiesto i soldi per pagare la bolletta, è arrabbiato.
Tristezza e rabbia fanno a botte dentro di lui.
Anita non ha mai chiesto soldi a suo figlio, è sempre stato lui a darli di spontanea volontà, probabilmente questa volta i soldi non sono bastati, e lei non si è sentita di chiederne ancora al figlio. Nell'ultimo periodo al ristorante lavorava solamente più nel weekend, per questo motivo anche il compenso era diminuito.
Manuel è sempre stato arrabbiato con la vita. Si è sempre chiesto perché tutto questo fosse accaduto a lui. Senza un padre, senza nonni, senza soldi. Lui e sua mamma, da soli. Perché la vita ha deciso di volergli così male? Cos'ha che non va?
Dopo innumerevoli sigarette fumate è arrivata l'ora di iniziare il turno al forno, quando arriva davanti al portoncino trova il ragazzo ricciolino che aveva incontrato la sera prima e la scorsa settimana. Che vuole?
«Che c'è?» domanda scocciato Manuel
«Ehm scusa, ti ho riportato questo, Pietro si chiama no? Me lo sono portato via senza farlo apposta»
«Te lo puoi tenè, sai che me frega»
Il corvino rimane interdetto, non si aspettava una risposta così disinteressata, prova a non darci peso e tenta un nuovo approccio
«O-okay. Comunque scusa non mi sono presentato, io sono Simone»
«e io so' Manuel, abbiamo finito? Io devo entrà, ciao» Simone è fermo immobile, quasi scioccato dal trattamento ricevuto, che cosa ha fatto di male questa volta per ricevere queste parole?
Inizia a camminare sinceramente scosso da quell'incontro. Ha sempre avuto problemi ad interagire con gli altri, grazie a traumi passati. Si è sempre sentito in difetto, chi si avvicinava a lui, la maggior parte delle volte, lo faceva per interessi personali. Era comodo avere un amico che poteva permettersi tutto. È sempre rimasto fregato Simone, troppo buono per questo mondo, diceva la tata Rita, l'unica che gli è rimasta affianco anche nei momenti più difficili. Per lui era come una nonna, e anche se lei badava a lui poche ore la settimana, si sentiva sempre ben voluto. Le altre tate lo facevano per soldi e basta. Chissenefrega del resto. Il resto, però, era un bambino in costante ricerca di attenzioni, sempre solo e cresciuto troppo in fretta.
Sentire da quel ragazzo, Manuel, che non gli fregava niente di essere andato lì a riportare un accendino, che per la cronaca, chiunque si sarebbe intascato, ma Simone e il suo senso di correttezza hanno avuto la meglio, gli ha fatto capire che, probabilmente, anche a distanza di anni nulla è cambiato nei suoi confronti.
Lui è un pezzo d'arredo, una cianfrusaglia. Se c'è o meno non cambia. Come puoi voler bene ad una persona trasparente? Simone si sente una persona vuota, non riscuote interesse nelle persone perché effettivamente non ha nulla di interessante da mostrare.
Gli amici che frequenta neanche può definirli tali, sono semplicemente compagni di bevute, di serate, nessuno di loro si è mai preoccupato di lui, del perché erano più le sere in cui era ubriaco che sobrio, del perché il giorno del suo compleanno spariva, del motivo per il quale non parlasse mai dei suoi genitori o della sua famiglia. Nessuno l'ha mai invitato a bere un caffè, che poi a lui neanche piace. Queste piccole cose, come i gusti preferiti di gelato, se preferisce il the alla pesca o al limone, se preferisce il mare o la montagna, nessuno le sa perché a nessuno è mai interessato conoscerlo.
Un po' ci ha fatto l'abitudine, spesso si sfoga scrivendo pagine e pagine di diario, a volte ascolta la musica e invece, la cosa che lo aiuta di più è andare al canile, prendere un cane e portarlo a passeggio nei prati. Il cane si diverte e lui si distrae, si estranea dalla frenetica Roma e da tutti quei problemi che ogni giorno gli stanno con il fiato sul collo.
Uno dei cani che porta sempre a fare la passeggiata è un meticcio di taglia media, si chiama Alvin, è bianco e rosso e adora Simone. Quando sente la sua voce inizia a scatenarsi nella sua gabbietta in cui è rinchiuso, e appena viene liberato non perde tempo per saltargli addosso e riempirgli il viso di baci.
Questa è forse l'unica forma d'amore che Simone adesso conosce.
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sun to the darkest days | simuel
FanfictionÈ una sorta di meccanismo automatico: ti allontano così non puoi farmi del male. Con Simone, non sa il motivo, questa cosa non è accaduta.