incoerenti

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Per Simone le ultime settimane sono state una rivelazione, un continuo susseguirsi di novità, che per molti magari saranno sciocchezze ma che per lui si sono rivelate delle vere e proprie prime volte.

Organizzare una serata non per devastarsi con l'alcol ma semplicemente per trascorrere del tempo insieme, uscire per fare una merenda, preparare un dolce – cioè Manuel lo preparava e Simone assisteva -, sono solamente alcune delle cose che Simone ha fatto per la prima volta.

Spesso, con la scusa di andare a buttare la spazzatura, si davano appuntamento alla solita piazza semplicemente per fumare una sigaretta e chiacchierare qualche minuto. Per entrambi era diventata un'abitudine vedersi e raccontarsi qualsiasi cosa, anche semplicemente per ascoltare ciò che all'altro disturbava.

È nata un'amicizia, si potrebbe dire, e invece no.

Simone e Manuel hanno costantemente questa paura di essere semplicemente l'ennesimo rapporto che a breve finirà, quando sono insieme neanche ci pensano ma poi, una volta ognuno a casa propria, iniziano a far andare i pensieri. Flavio e Anita hanno detto più volte a Manuel che non dovrebbe viverla così, ma dall'altro lato comprendono la sua paura dopo tutte le delusioni che ha avuto in passato. Per quanto all'inizio avesse intrapreso questo rapporto con sicurezza, con l'andare del tempo ha iniziato a vacillare perché si sente troppo legato a questo ragazzo e non riesce a starne senza.

Simone è timoroso di essere nuovamente lasciato solo, come tutte le persone che sono entrate nella sua vita, ha paura eppure non riesce a fare a meno di Manuel. Sente un legame intenso con lui, neanche lo sa spiegare, ma lui, a differenza dell'amico, sta provando a viversi la situazione. Non la sta vivendo al cento per cento, ha il freno a mano inserito, però non riesce a rinunciare alla sua compagnia.

Sono due incoerenti. Due controsensi.

È un pomeriggio di Maggio e Simone è a casa da solo, ovviamente. Si è svegliato quella mattina con addosso una stanchezza non indifferente che, per la sua malattia, non è una novità, però durante la giornata, niente, neanche le medicine, sono riuscite a risollevarlo.
Mentre è sdraiato sul suo letto con una serie netflix alla tv, sente le gambe deboli, come se fossero ricoperte da tante piccole formichine che scorrazzano per tutto l'arto, la testa inizia a fargli male tanto che è costretto a chiudere gli occhi. Simone sa bene cosa sta accadendo, nonostante sia successo solamente un paio di volte nella sua vita, deve andare in ospedale ma è solo. È cosciente che l'unica persona che lo potrebbe aiutare è Manuel e, per quanto non vorrebbe, è costretto a chiamarlo dato il troppo dolore che sente in questo momento.

«Manuel» sussurra appena l'amico risponde
«Simone cosa sta succedendo?!» la voce trema, qualcosa non va
«Puoi- puoi venire qui?... per favore»
Manuel prende le chiavi e salta in macchina, senza staccare la chiamata
«Parlà Simò, dimme qualcosa»
«Ho male alla testa»
«Sto arrivando eh, damme tempo. Poi chiedo al portiere le chiavi de casa tua?»
«Sì, devi dirgli che Balestra ha un'urgenza, lui sa»
«Signor Balestra» ridacchia Manuel cercando di smorzare un po' quella tensione che si è creata.

Appena arriva al palazzo dove abita Simone, posteggia l'auto sulle strisce pedonali e le quattro frecce inserite, chiede al portiere le chiavi e sale le scale due a due fino a raggiungere l'appartamento dove sta Simone.
Varca la porta con le mani tremolanti, non sa cosa si potrebbe trovare davanti, passa in rassegna tutte le stanze fino ad arrivare alla stanza del corvino. Lo trova sdraiato a pancia in su, gli occhi chiusi e dei leggeri lamenti uscire dalle sue labbra. Alza la tapparella e vede il viso pallido, quasi bianco come un foglio di carta

«Simò, che devo fa?» è in completo panico ma non può agitarsi troppo, deve mantenere il controllo
«Manu, devo- devo andare in ospedale»
«Ospedale? Perché?» Neanche aspetta una risposta che inizia ad infilare le scarpe all'amico
«Poi ti spiego»

Manuel aiuta Simone ad alzarsi lentamente, è debolissimo, quasi se lo carica sulle spalle e lo porta fino alla sua macchina. Una volta agganciate le cinture, il riccio parte verso l'ospedale.
Una mano è fissa sul polso del corvino che, se fosse una situazione normale, sarebbe una scena molto romantica, in realtà sta cercando di capire cosa stia accadendo.


È circa un'ora che Manuel è seduto sulle seggioline del Pronto Soccorso a torturarsi le mani, Simone è stato portato all'interno di una stanzetta per fare tutti esami del caso.

«Manuel?» un'infermiera si avvicina al ragazzo visibilmente preoccupato
«Si sono io»
«Puoi raggiungere il Signor Balestra nella sala trasfusionale» dice indicando un lungo corridoio
«Sc-scusi?»
«Sta facendo una trasfusione di sangue e ne avrà almeno per un paio d'ore, chi vuole può avere una compagnia e il Signor Balestra ha chiesto di lei»

Nella testa di Manuel si susseguono le parole trasfusione di sangue e ha chiesto di lei, sente le orecchie fischiare per quanto il suo cervello sta lavorando, è completamente confuso, ma si avvia verso la sala che le ha indicato la gentile infermiera.
Una volta davanti alla porta con il cartello bianco e blu che indica "Sala Trasfusionale" un po' tentenna, non sa cosa possa trovarsi davanti ma schiaccia la maniglia ed entra.

Trova una sala grande con delle poltrone reclinabili, solo due sono occupate, da un lato c'è una ragazza con delle cuffie che ascolta la musica, poco distante c'è Simone le lo guarda con due grandi occhi dispiaciuti.

«Simò»
«Scusami Manu, non sapevo chi- chi chiamare» balbetta il corvino puntando lo sguardo in basso.
Manuel si accomoda sulla poltroncina accanto alla postazione di Simone, il braccio destro di quest'ultimo è steso sul bracciolo con numerosi tubicini attaccati, per quanto possa fargli impressione, in quel momento poco gli importa.

«Se me chiedi scusa me ne vado»
«Scusa»
«AO» ridono insieme e un po' la situazione si fa leggera
«Se può sapè che c'hai?» domanda Manuel tornando serio
«È una malattia che ho dalla nascita, l'Anemia Mediterranea, capita che a volte serva una trasfusione per riprendersi, nel mio caso»
«Ne ho sentito parlare, cioè me ricordo che l'ho studiata ma nun me chiede niente che è già tanto se so come me chiamo»

Entrambi sono coscienti che il loro rapporto ha subìto un cambiamento, è come se avessero sbloccato un nuovo livello, sono più intimi. Forse non è un rapporto destinato a finire, questo.

Simone, quando è in compagnia di Manuel sente la pancia far male, mentre Manuel non si spiega tutta la tensione che ha provato in questo pomeriggio.

sun to the darkest days | simuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora