È ormai Maggio, e a Roma la temperatura è quasi estiva. Il caldo ormai caratterizza le giornate e la sera invece un fresco venticello rende tutto più sopportabile. Manuel e Simone trascorrono quasi tutte le giornate insieme, non si separano mai. Organizzano uscite o semplicemente rimangono a casa uno dell'altro. In una delle loro uscite, hanno conosciuto dei ragazzi con cui, a volte, organizzano una serata da trascorrere insieme. Sono due coppie, infatti ogni volta che escono insieme, i due ragazzi si ritrovano spesso a reggere la candela.
Simone e Manuel, stanno attraversando un periodo piuttosto felice, non si sentono più soli come prima. Questi nuovi amici, in poco tempo, gli hanno fatto provare effettivamente cosa significa avere un gruppo di persone che ti fa stare bene e che non ci sia solamente per fare serata.
Questa sera hanno organizzato una cena a casa di Simone, e Manuel sta preparando tutto fin dalla mattina – dato che oggi non lavora essendo Domenica – per non far stancare il corvino.
«Metti un po' di farina qui» ordina il maggiore mentre è intento ad impastare la torta
«Quanta?»
«Prendine un po' con la mano e metti qui» il corvino è distratto dalle braccia possenti di Manuel, messe in evidenza dalla maglietta che scopre i muscoli, attirando completamente la sua attenzione
«Ao!» Simone si ricompone un minimo e getta sul piano di lavoro una manciata di farina, non contento però porta una mano con il palmo all'insù a pochi centimetri dal viso di Manuel e «Manu», il riccio si gira e l'amico non perde tempo mettendosi a soffiare la farina sul viso dell'altro che risponde con un lamento e qualche imprecazione
«Simò te giuro, levate da qua»
«Altrimenti?» lo sfida il minore
Manuel non perde tempo e porta le sue mani sporche di impasto sulle guance di Simone per poi passarle su tutto il viso
«Manu no!» squittisce il corvino iniziando ad indietreggiare
«Chi ha cominciato?» lo incalza il riccio
«Dai basta!» prova Simone ma Manuel non ha alcuna intenzione di lasciarlo andare. Le sue mani fisse sulle guance dell'amico che ormai è appoggiato al bancone della cucina, impossibilitato ad indietreggiare ancora
«Sei tutto sporco» ridacchia il corvino
«Ah si? E di chi è la colpa?»
«Boh» a quel punto Simone porta a sua volta le mani sulle guance dell'amico, strofinando leggermente per rimuovere quel poco di farina rimasto, poi passa l'indice sul naso e toglie gli ultimi residui
«Ora sei pulito»
Manuel a quel punto inizia a sfregare le sue mani sul viso di Simone, è delicato quasi come se stesse accarezzando un diamante raro sul punto di spezzarsi da un momento all'altro. Poi inizia a soffiare per rimuovere ciò che rimane, le labbra sono incredibilmente vicine al naso del corvino che lo arriccia scatenando la risata dell'amico. Simone sente le gambe diventare gelatina e il cuore battere ad un ritmo forsennato, sono così vicini.
Entrambi hanno le mani sulle guance dell'altro, gli occhi si mischiano e il riccio lascia un bacio sul naso del minore che arrossisce leggermente. Non sanno cosa accade nei secondi seguenti, ma si ritrovano con le labbra unite in un bacio che fa tremare il cuore, le mani si intrecciano così come le lingue e i loro sapori.
«Che stamo a fa, Simò?» Manuel si stacca indietreggiando e raggiungendo il tavolo dove poco prima stava impastando
Il corvino non risponde, si stringe nelle spalle e ha paura. Non vuole perdere l'unico vero amico che ha, non si sente in colpa perché entrambi si sono avvicinati, e soprattutto quello che ha sentito al centro del petto non può essere una colpa.
Nella casa è ormai piombato il silenzio più assoluto, se cadesse una piuma probabilmente farebbe un fracasso incredibile. È fastidioso questo silenzio. Manuel ultima le cose in cucine, mentre Simone è intento ad apparecchiare la tavola. Non si sono più rivolti la parola. Il cervello di Manuel sta macinando informazioni così velocemente che potrebbe iniziare a fumare da un momento all'altro, invece il corvino ha solamente voglia di vomitare. Lui e l'incapacità di gestire le emozioni.
Ad interrompere quel silenzio assordante è il trillo del campanello che annuncia l'arrivo degli ospiti, in un batter d'occhio la casa si popola di voci e risate, alcune vere ma altre terribilmente false. Simone non ha alcuna voglia di ridere.
«Tutto bene?» domanda Monica al corvino, quasi come se avesse percepito che qualcosa non va bene
«Mh mh» si limita a rispondere Simone.
Ma Monica non è l'unica che nota questo strano atteggiamento, infatti Matteo si avvicina a Manuel con aria sospetta vedendolo così strano
«Hai visto un morto? C'hai na faccia»
«Mollame Mattè» risponde acido
«Vabbè ho capito, se però ne vuoi parlà nun te devi fa problemi co' me»
La cena prosegue con un'aria tesa, Simone e Manuel non si rivolgono la parola se non direttamente interpellati, o per prendere e portare a tavola le portate che hanno preparato. Gli amici hanno capito che qualcosa non va, ma sanno anche che non devono fare domande, quando avranno voglia ne parleranno loro.
Arriva il momento del dolce, la torta che Manuel ha preparato, la torta che ha fatto scatenare tutto. Simone e Manuel la guardano con disgusto, non per la torta in sé ma per ciò che è successo. Da un lato Simone prova rabbia perché è certo di aver perso l'unico amico, dall'altra Manuel non capisce nulla, perché avrebbe dovuto baciare il suo migliore amico?
«La possiamo mangiare o stiamo qui a fissarla?» domanda Chicca notando come i due stiano fissando quel dolce in cagnesco.
Entrambi si risvegliano dal loop di pensieri in cui erano caduti ed iniziano a tagliare e servire la torta.
«Io devo andare» annuncia Manuel mentre tutti ancora stanno mangiando il dolce
«E perché?» domanda Giulio
«Perché lavoro domani- cioè stanotte» e Simone sa che questa è solo una scusa, perché Manuel si sarebbe dovuto fermare a dormire da lui per evitare di farsi il viaggio per tornare a casa e quindi andare a letto tardi.
«Beh e manco aspetti che finiamo di mangiare?» lo incalza Matteo, certo che qualcosa non quadra
«Vuoi n'assistente che te guarda mentre magni Mattè?» tutti i ragazzi seduti al tavolo comprendono che Manuel sia infastidito da qualcosa, Simone vorrebbe cancellare quel pomeriggio e tornare a com'erano prima.
Nessuno fiata mentre la porta si chiude lasciando tutti interdetti. Due occhi si posano su Simone che è intento a spezzettare il tovagliolo di carta«Simo ma che è successo?» domanda ancora Monica. In risposta c'è il silenzio più assoluto, e anche lei si arrende. Per ora.
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sun to the darkest days | simuel
FanfictionÈ una sorta di meccanismo automatico: ti allontano così non puoi farmi del male. Con Simone, non sa il motivo, questa cosa non è accaduta.