forse hai ragione

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La torta pere e cioccolato è da sempre la preferita di Simone, e Manuel lo sa molto bene perché ogni svolta che si recavano ad un bar per la merenda lui ordinava sempre e solo quella.
Simone sente il cuore accelerare brutalmente quando dall'altro lato del citofono sente la voce del maggiore, vorrebbe urlare poi piangere e poi di nuovo urlare. L'ha già detto che non è capace a gestire le emozioni?

Le mani gli tremano un po', la cornetta potrebbe cadere da un momento all'altro e le sue gambe sono diventate come gelatina.

«Oi Simo, ci sei?» Manuel non sentendo nulla un po' si preoccupa, inizia a domandarsi se abbia fatto l'ennesima cazzata della sua vita presentandosi lì
«Ci sono, sali» Simone pronuncia queste parole sussurrando quasi, il riccio appena sente il click che apre la porta, tira un sospiro di sollievo e sale le scale, ad ogni gradino sente il cuore battere un po' più forte, sente le tempie pulsare, forse è il caso di tornare indietro.

Forse voler bene ad una persona significa anche mettersi da parte per non recargli ulteriore dolore, probabilmente lui, per Simone, è il veleno che lo fa stare così male ma di cui non può farne a meno.

Non ha più tempo per riflettere, perché si ritrova davanti al portoncino con Simone che lo aspetta appoggiato su un lato. Il viso del corvino è cupo, sotto agli occhi vi sono due solchi violacei e le sue labbra sono rivolte all'ingiù. Si odia Manuel per essere la causa di quel bel viso ridotto a un ammasso di tristezza.

«Ciao»
«Ciao»

La freddezza con cui si salutano farebbe gelare chiunque, entrambi si maledicono e si sentono tremendamente stupidi.
«Ho- ho la torta, la tua- cioè è per te» il maggiore balbetta, neanche riesce a dire una frase filata senza interrompersi.
«Okay, grazie.» il corvino è gelido, prende dalle mani del riccio la confezione con il dolce, lo sfioramento tra le loro mani provoca ad entrambi numerosi brividi che corrono sulla spina dorsale per poi propagarsi su tutto il corpo.

«Entra, accomodati» Simone mantiene un certo distacco perché sa che non può più farsi fregare dalle aspettative che si fa, non può illudersi nuovamente e fraintendere ogni piccolo gesto.

Manuel si siede sul divano, proprio quello in cui hanno trascorso le loro giornate guardando film o raccontando ciò che gli passava per la testa. Vede le coperte gialle e celesti ben ripiegate sulla poltrona e il cuore perde un battito ricordando a tutte le volte in cui hanno dormito insieme proprio lì, ognuno con la sua coperta.

«Ti devo parlare» inizia Manuel appena Simone torna dalla cucina dove ha posato la torta
«Abbiamo qualcosa da dirci?» chiede piccato il corvino
«Io sì»
«Okay ma non ho molto tempo» mente
«Lasciami parlare per favore, poi me ne vado» Manuel sente il fiato mancare però deve a se stesso e alla persona davanti a lui, un po' di chiarezza.

Dopo aver preso un respiro inizia a parlare tenendo lo sguardo basso, non riesce a guardare quegli occhi grandi che tanto gli piacciono
«Ho passato gli ultimi giorni a fare la persona di merda con tutti. Flavio ha dovuto alzare la voce con me, e sai quanto lui sia un uomo calmo. Non mi ha detto niente, ma semplicemente non lo stavo ad ascoltare perché pensavo ad altro. Ho fatto casini al lavoro, non ho parlato se non direttamente coinvolto e una volta che arrivavo a casa mi chiudevo in camera. Come un cretino – perché questo è quello che sono – ho fatto preoccupare anche mia mamma. Vedevo le persone accanto a me come qualcosa da evitare non rendendomi conto che stavano soffrendo a vedermi così. Quando l'ho capito sono stato investito da un migliaio di sensi di colpa, ho pianto, da solo. Lo sai che odio piangere e ancora di più farmi vedere quando piango, però è successo. Nella mia testa c'era una confusione incredibile, non mi riconoscevo più. Non mi capivo ed è stato difficile. Con l'immensa pazienza di quelle poche persone che avevo intorno, sono riuscito e ritrovarmi, più o meno, e la prima cosa che sapevo di dover fare è chiederti scusa.»

Finalmente alza lo sguardo e incrocia quello del corvino, negli occhi gli legge il bene sincero nei suoi confronti e si odia per averlo fatto soffrire per colpa sua. Quegli occhi sono sempre stati un libro aperto per lui ed allo stesso tempo il suo tallone d'Achille, perché sono tanto grandi e sinceri. Gli piace perdersi in quelle iridi scure, si rifugia in quel posto che lo fa sentire sicuro e protetto.

«Sono io a dover chiederti scusa Manuel» Simone interrompe il silenzio che si era creato pronunciando le parole che il riccio proprio non si aspettava
«No Simone»
«Lasciami parlare, per piacere» a quel punto il maggiore si tace e ascolta ciò che l'amico ha da dirgli, non togliendo mai gli occhi da quelli del ragazzo di fronte
«Ti chiedo scusa perché non sono capace a gestire i rapporti, non ne sono mai stato abituato, non ne ho mai avuto nessuno come il nostro. Non so comportarmi e non so cosa sia giusto o sbagliato fare. Ti sembrerà strano forse, ma essere solo, per me è abitudine, una normalità e quando invece accanto mi ritrovo qualcuno non so cosa io debba fare. Sembro un cretino, lo so. Ti chiedo scusa perché ho frainteso tutto, mi sono fatto aspettative che tu ovviamente non puoi mantenere, non per colpa tua, ma perché sono io che-» Simone viene interrotto da due labbra che premono sulle sue, si irrigidisce ma poi quando sente il moro posargli le mani sulle guance e accarezzargli gli zigomi, si lascia andare e danno vita ad un timido bacio, pieno di tutte quelle cose che non si sono detti ma che esistono da tempo. Si sentono a tre metri da terra, anche quando si ritrovano sdraiati sul divano con ancora le labbra incollate.

«Forse-» Manuel si allontana, le labbra rosse del corvino lo fanno sorridere e le accarezza dolcemente con il pollice
«Forse hai ragione, questa non è solo un'amicizia» Simone si allontana leggermente per guardarlo per bene negli occhi
«Che vorresti dire?»
«Quello che hai capito»
«Me lo puoi ripetere?» Manuel scoppia a ridere e riprende a baciare quelle dolci labbra che, ha scoperto, creano dipendenza.

sun to the darkest days | simuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora