Orion
Era trascorso un anno.
Non credeva che tutto potesse tornare alla normalità, né che la sua vita sembrasse come non fosse mai cambiata.Stava bene, ma c'era sempre qualcosa che mancava nel suo animo. Si sentiva svuotato di parte della propria anima, ma continuava ad andare avanti ogni giorno. La notte si soffermava a fissare il cielo stellato, perché era l'unico luogo in cui poteva rincontrare Arthur e restare un po' da solo con lui.
Faceva lunghe passeggiate al parco, fumando la solita sigaretta sulla solita panchina.Orion sospirò piano, tirandosi in piedi dal letto su cui si era disteso nella piccola ricerca di un momento di calma, prima della partenza.
Era stato difficile affrontare i suoi fratelli. Nessuno di loro aveva preso così bene la storia su Pollux, ma il tempo rimarginava ogni ferita. Orion continuava a incontrarlo, di tanto in tanto, nei suoi sogni. Non voleva lasciarlo stordito in quel viale, dove poi era stato aggredito ulteriormente.
Arthur voleva salvargli la vita. E l'aveva fatto così tante volte da averne perso il conto.
Sentì la porta cigolare. Assottigliò lo sguardo, riconoscendo Lily. Nei suoi capelli biondi, e dal loro profumo, riconosceva quelli di Arthur, così come nel sorriso buono.
«Sei pronto? Le tue valigie? Altair sta iniziando a dare un po' in escandescenza.» Lily si dondolò sui piedi.
Orion adorava quella ragazzina. Ormai era una di loro. «Va bene, sì. Andiamo, dolcezza.» Le avvolse un braccio attorno alle spalle.
Prima che uscissero dalla camera, però, Lily lo avvolse in un abbraccio. Affondò il capo contro il suo petto e rimase lì ferma per alcuni secondi. Orion prese ad accarezzarle i capelli.«Grazie...»
«Lo avrei fatto a prescindere, Lily. E se l'avessi saputo prima, forse le cose sarebbero andate diversamente.»
Lily si asciugò una lacrima e tirò su col naso. «So che sembra stupido, ma a volte spero ancora mi telefoni, per farmi sapere che si sta solo nascondendo.»
Orion deglutì, mandando giù un groppone troppo forte. Le sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Anche io, ma vedrai che passerà e riusciremo a pensare solo ai momenti migliori.»
Lily annuì e lo prese per mano.
Insieme raggiunsero gli altri in salotto. Leon iniziò a fissarli. Orion riconosceva quello sguardo, gli era fin troppo familiare. Quando era in Accademia si perdeva ad osservare Arthur allo stesso modo.«Dio mio, perché fai sempre tardi?» Altair aveva aggrottato la fronte. Mancavano pochi mesi alla sua laurea e sembrava in iper ventilazione. Orion ringraziava che quasi ogni giorni Zalia fosse lì con loro, altrimenti sarebbe stato difficile farlo calmare.
«Rilassati, fratellino.» Orion scrollò le spalle.
Andromeda aveva indossato degli occhiali da sole, che Orion era abbastanza certo fossero i suoi, ma sorrise divertito.
«Muoviamoci. Ho un appuntamento sulla spiaggia, col sole e il mare. Forza.»
Zalia, che era lì con loro, dopo aver trascorso la notte a casa, era intenta a giocare con Anita, lanciandole la pallina ovunque per il salotto. «Comunque se andremo alla tenuta estiva, vuol dire che c'è anche una invernale tra neve e camino? Ditemi di sì! Perché andremo definitivamente lì a Natale.»
Altair le sorrideva sempre, come se all'improvviso tutti i suoi problemi svanissero. Le prese la mano e scrollò le spalle. «Sì, abbiamo anche quella...»
Orion li guardava. Era felice che suo fratello stesse finalmente bene, era il suo sogno mai avverato. «Gli altri?»
Leon sorrise tranquillo. «Allora, Eris e Mike sono partiti ieri sera con Robert e Yen. Io e Lily verremo con voi e Altair e Zalia andranno prima a trovare Izar.» si fermò un momento. «Volete sapere una cosa divertente? Io ed Eris abbiamo trovato Robert a leggere un catalogo di anelli. Secondo me ci sarà una proposta in questi giorni.»
Orion sorrise sornione. Aveva accompagnato l'amico qualche giorno prima in gioielleria e credeva fermamente di non averlo mai visto così nervoso e antipatico. Ne avrebbe parlato anche coi genitori delle ragazze. Dopo mesi di coma si stavano riprendendo a piccoli passi, con alcune sessioni di fisioterapia.
Orion sentì il cuore stringersi, poi, ripensando a Izar.
Izar non era tornato a vivere con loro, non riusciva a sentirsi parte della famiglia e il senso di colpa per la morte di Arthur lo attanagliava. Orion doveva ammettere di aver superato il tutto, non credeva dipendesse da lui e, forse, nella sua posizione avrebbe agito allo stesso modo. Per lo meno aveva deciso di viaggiare per il mondo, per ritrovare se stesso. L'aspetto strano era che avesse deciso di seguire Maximillian in quella sottospecie di viaggio alla ricerca di una nuova filosofia di vita. Aggrottò la fronte. «È tornato in città?»
Zalia annuì. «Sì, andremo tutti insieme da lui, prima che ripartano... vuoi venire anche tu?»
«Meglio di no.» Orion storse il naso. «Sento Max già abbastanza spesso. Ieri ci siamo incontrati. Inizio a portare i due piccioncini qui alla Villa.» Indicò Leon e Lily, divertito. Si scambiò un'occhiata con Andromeda, che, dopo aver abbassato gli occhiali sulla punta del naso, gli ammiccò.
«S-smettila!» Leon gli assestò una gomitata al fianco.
Orion ridacchiò. Si avviò verso la mensola dell'ingresso, recuperando le chiavi dell'auto. Anita lo seguì e, quando aprì la porta, corse in direzione della macchina pronta a partire, assieme a Leon e Lily.
Altair e Zalia lo seguirono poco dopo. Zalia gli posò un bacio sulla guancia, prima di avviarsi all'auto, lasciandoli soli sull'uscio della porta.
Altair gli posò una mano sulla spalla e lo riscosse. «Manca anche a me.»
Orion sorrise appena. «Io lo so che lui c'è. Lo sento e mi manca. Però ho voi, ho te, di nuovo, e non ho intenzione di andarmene, mai più.»
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𝐅𝐚𝐦𝐢𝐥𝐲 𝐜𝐨𝐦𝐞𝐬 𝐟𝐢𝐫𝐬𝐭
Mystery / Thriller𝐖𝐡𝐚𝐭𝐞𝐯𝐞𝐫 𝐢𝐭 𝐭𝐚𝐤𝐞𝐬, 𝐅𝐚𝐦𝐢𝐥𝐲 𝐜𝐨𝐦𝐞𝐬 𝐟𝐢𝐫𝐬𝐭 Altair Grey, il maggiore della sua famiglia, non riesce ancora ad accettare l'abbandono e la morte di suo fratello, affogando il dolore nel rancore. Si è ritrovato costretto a cres...