IX.

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Come una canzone ad eccitare l'animo

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Come una canzone ad eccitare l'animo. Quello che l'attrazione carnale fa vivere non è altro che la scarica elettrica, incontrollata di due anime l'una sull'altra. Scienza e sentimento; nessuno dei due può spiegare con la chimica quello che il sentimento ingenera.

Le luci di Miami rifulgevano nella notte. La Cadillac di Taehyung sfrecciava dritta fino al suo appartamento, alla fine di Coconut Grove. Bramava di mostrarglielo, di fargli cercare agio là dove per lui il tutto era nuovo.

Una mano sul volante; l'altra fra i capelli lucidi. Neri, corvini, gli davano quei tratti di blu cobalto che spiccavano fra i neon delle insegne.

La notte non era mai stata così fervente per Jeongguk; lo guadava stralunato, ancora quel piccolo vizietto di accarezzargli la mano, intento a cambiare le marce.

"La tua suona come una minaccia, papi." gli aveva detto.

"Tutta colpa tua, cucciolo." aveva risposto l'altro.

Si sentiva così piccolo ad esser nominato con tutti quegli appellativi dolci, scherzosi; tanto piccolo quanto adulto. Fiero, ebbe tenuto testa a quell'uomo sulla trentina.

Accelerava il passo della sua Cadillac; nemmeno lo guardava, fin troppo concentrato sulla strada a ripercorrerla nella mente per arrivare quanto prima a casa.

E Jeongguk era disperato. Agognava, si divincolava nel ricevere tutte quelle attenzioni da lui volute.

Bramava di essere al centro dell'attenzione. Della sua attenzione.

Un'azione che lo intimoriva, al contempo appagava. Essere il mondo per quell'uomo - che pensiero patetico. Lo sfiorava l'idea di frivolezza, pur sempre seguito dall'ombra di esser rifiutato. D'altronde non era niente di serio.

"Benvenuto a casa Kim." l'avvocato lo accolse. Gli aprì il portone alle sue spalle.

Un dolce guaito d'animale gli venne incontro. Baby Yoshi, e Jeongguk lo colse nel suo seno.

"Hey, ciao Yoshi." scoteva il pelo morbido; mille svolazzii di cui Jeongguk nemmeno si preoccupò.

"Entra, per favore." Taehyung gli pose la mano, e lasciò, per quella richiesta tanto più attesa, Yoshi, che già si divincolava.

"Dove mi porti, papi?" un sorriso dolce, liberatorio - di quasi gentilezza - comparse sulle labbra del biondo.

"Lo scoprirai..." quell'uomo era senza remore. "Forse, un giro della casa ti piacerebbe."

"Preferirei restare in giardino." Jeongguk si morse il labbro.

"Non dire sciocchezze, e... vieni qui."

La tensione alle stelle. Un fermento di cuori, causato dagli eccessi di adrenalina indomata. L'alcool parlava per loro; non solo - c'era un minimo di verità in tutto quel loro ostentare passione, a detta loro superficiale.

Miami Heat | VKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora