Epilogo.

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Il vivere è fatto di attimi

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Il vivere è fatto di attimi. Brevi momenti, frangenti impercettibili, in cui - in tali e piccole gemme - trova spazio il cambiamento eccezionale. Ed è proprio in queste evanescenze che la vita dell'esistente si trasforma. Un attimo prima quieta e monotona; quello dopo, sconquassata e burrascosa.

La vita di Jeongguk, almeno fin lì, era affogata nel grigiore da tempo indeterminato. Perse il conto dei giorni, perché ricordarne via via il numero accresceva una sofferenza che sfogava col suo scrivergli. Segnare lo scorrere del tempo significava sancire la sconfitta del dolore non divisibile in stagioni; Jeongguk viveva un'apocalisse di tedio, che la calda e soleggiata Miami non poteva acquietare.

Il distretto universitario sorgeva nell'interno costa e Jeongguk, per il sole accecante della Florida, passeggiava nel campus a fianco di Jimin con una mano sugli occhi.

"È uno strazio!"

"Ah, devi sempre lamentarti!"

Non era cambiato affatto. Dopo due anni dall'ultima volta in cui vide Taehyung, Jeon Jeongguk era rimasto tale a sé stesso. "Proprio non ti piace la vita universitaria?"

I suoi capelli platino freddi e lucenti, metallici ed appariscenti. Erano il suo segno distintivo, quella testolina bionda, la sola a distinguersi fra gli studenti che gremivano i giardini universitari.

"Mi piacciono le materie che studio. Ma non i tuoi amici!"

"Cos'hanno i miei amici che non va?"

Fin troppo era trascorso perché Jeongguk si rintanasse nella sua triste attesa. Rifiutava d'annullarsi, anche se gli veniva naturale. Ma s'accorse, nella mancanza di Taehyung, di avere un'immensità di tempo libero da impiegare nella crescita di sé. Con la tracolla in spalla, un paio di bermuda viola Valentino, ed i capelli in perfetto ordine, si lamentava con l'amico, come suo solito, per tutto.

"Parlano troppo."

"Ah, scusa - Mr. Jeon - se i miei amici non sono di tuo gradimento."

"Oh! Sei un antipatico gatto comunista!" Jeongguk sbuffò.

"Ancora con questa storia del gatto? E pure comunista?!" Jimin si fermò appresso a lui per rimproverarlo. D'altronde quello era il carattere di Jeongguk, un eterno incontentabile.

"Lo sei!" scherzò per infastidirlo ancora di più.

Sghignazzava sotto i baffi; si passava il dito al naso rotondo, mentre lo guardava dispettoso, in attesa della sua risposta. Mostrava la solita aria da viziato, il comportamento stizzoso e, talvolta, dispettoso, che ben s'intonava con la sua mise.

Jimin sbuffò falsamente esausto. "Pff!"

"ChimChim antipatico!" ribatté.

Camminavano lungo il sentiero battuto del campus verso l'uscita. E spesso entrambi, dopo una lunga giornata d'impegno, s'andavano a svagare insieme fra i bar del distretto universitario.

Miami Heat | VKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora