Izuku ha visto quel quadro da piccolo e da quel giorno non riesce più a scordarsi della bellezza di quel volto che ha cominciato a tormentare i suoi sogni.
Bakudeku au.
Le festa da ballo per la presentazione del giovane principe ereditario era un gran successo.
Tutti i nobili erano stati invitati e avevano reso omaggio al principe con doni oltre ogni limite, anche la famiglia del piccolo apprendista pittore aveva portato un dono, un dipinto fatto dal più piccolo della famiglia che ritraeva l'erede al trono.
La famiglia reale rimase stupita dalle abilità di colui che alla fine era solo un'apprendista, tanto che gli concessero l'opportunità di un incontro privato con il principe.
«Non è un quadro meraviglioso?» chiese la regina Mitsuki al proprio figlio mostrandole il dipinto che lo raffigurava.
«Non male per quel vecchio.» rispose il principe Katsuki con supponenza nonostante incantato per i dettagli del dipinto, ma non volendo mostrare interesse.
«Non è del signor Bastille, ma del suo apprendista. Il figlio più giovane del visconte Midorya.» lo redarguì il padre con un sorriso gentile.
«Quel ragazzino? Ma avrà solo sei anni.» sbottò sorpreso il principe tornando a fissare il quadro con maggiore attenzione.
«Ha la tua stessa età invece.» lo corresse la regina allontanando il quadro per consegnarlo ad una domestica con l'incarico di portarlo nella camera del principe, «È un ragazzo pieno di talento e gli ho concesso un'udienza privata con te la settimana prossima.»
Il principe Katsuki non rispose a quell'affermazione, una parte di lui voleva rivedere quel ragazzino così impertinente che non era stato in grado di rimanere al suo posto durante la seduta per il ritratto di famiglia.
Annuì solamente prima di inchinarsi ai genitori e tornarsene in camera dove il ritratto era stato depositato sopra il tavolo che usava come scrivania per i suoi studi.
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Midorya Izuku terminò di disegnare quel paio di occhi che ormai conosceva a memoria e che lo tormentavano.
Più di una volta aveva pensato che gli sembrassero famigliari e in fondo era vero, li aveva osservati così tanto a lungo che gli sembrava di non aver mai osservato altro.
Il suono della campanella della fine ora lo riportò alla realtà e come quasi ogni volta che partecipava a quelle lezioni di esercizio, la sua mente aveva vagato fino a portarlo a non ritrarre quello che avrebbe dovuto, ma solo il frutto della sua ossessione.
Con un movimento stizzito strappò il foglio dall'album appeso sul cavalletto e lo ripiegò per metterselo sullo zaino, la voglia di dargli fuoco pur di esorcizzare quel dolore che gli portava ritrarre quello sconosciuto così familiare era tanta.
«Midorya vieni qui.» Izuku che aveva quasi attraversato la porta per dirigersi alla prossima lezione era stato richiamato dal sensei che annoiato lo fissava.
«Sì sensei Aizawa.» disse avvicinandosi alla cattedra con espressione colpevole.
«Sei stato selezionato per il corso avanzato di pittura dal vivo. Il preside spera che con le tue doti, tu possa mettere in risalto l'accademia.» lo informò il professore bevendo una seconda tazza di caffè che doveva essersi andato a prendere mentre era distratto.
«Sensei è un onore, ma non credo di essere la persona adatta per questo corso.» rispose il giovane riluttante.
«Non è una richiesta, quindi vedi di presentarti in segreteria per farti dare il tuo nuovo orario nel pomeriggio.» lo apostrofò il corvino alzandosi a avviandosi alla porta, «So che non deluderai le aspettative.» e se ne andò lasciando Izuku a bocca aperta e con un vago senso di inadeguatezza nel petto.