VI - LEO

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Dopo aver visto il modulo in cui viveva Chiara, allegro e pieno di vita, Leo si aspettava una cosa del genere anche da suo fratello, ma rimase totalmente spiazzato nel vedere quanto fosse monotono, piatto e vuoto. Le pareti erano grigie, prive di alcun elemento decorativo e i pavimenti erano praticamente immacolati. Le tende erano tirate, coprendo le finestre e facendo passare appena un piccolo raggio di luce proveniente dall'esterno.

Un ragazzo più o meno dell'età di Leo era seduto sul letto lanciando una palla da tennis, facendola rimbalzare sul muro e riprendendola al volo quando ritornava indietro. Indossava una camicia di flanella rossa sbottonata che lasciava scoperta la sua maglietta nera. I suoi lunghi capelli ricci castani scuri gli ricadevano sugli occhi anch'essi castani, coprendoli leggermente, ma quando si voltò per guardare i suoi due inattesi ospiti, Leo poté vederli meglio. Erano occhi duri, severi e che sembravano aver visto tutto ciò che c'è di marcio nel mondo, e ora stavano studiando Leo come se fosse una cavia da laboratorio in procinto di essere usata per un qualche esperimento.

La cosa inquietante di quegli occhi era che Leo li aveva già visti: li aveva visti sui bambini che tornavano nella casa famiglia dopo essere stati rispediti indietro da quelli che, in teoria, avrebbero dovuto prendersi cura di loro; li aveva visti sui senzatetto che aveva incontrato nei giorno in cui viveva per strada, camminando tra i vicoli sudici, o per le vie affollate, quando erano seduti per terra con quel poco che avevano a chiedere l'elemosina; li aveva visti su di lui ogni volta che era scappato dall'ennesima famiglia affidataria che lo aveva deluso e respinto.

Quello che, però, mise i brividi Leo fu la presenza di una profonda cicatrice sul volto del ragazzo. Iniziava appena sotto l'occhio procedendo in diagonale lungo il viso, passando sulle labbra e concludendosi sul mento. Se doveva tirare a indovinare, Leo avrebbe scommesso tutto quello che aveva (cioè ben poco) che quella cicatrice non era dovuta ad un incidente di qualche tipo o all'attacco di un animale, ma che derivasse da un'arma simile a quelle che ha visto per tutto il campo.

Leo cercò di non rabbrividire sotto l'intensità dello sguardo del suo neo fratello, decidendo invece di fare un sorriso smagliante e allargando le braccia. «I figli di Tiche al completo! Che la festa cominci!»

Se Chiara sembrava combattere un sorriso, l'altro ragazzo rimase impassibile, continuando a guardarlo con quel suo sguardo intenso e analitico, e quando finalmente ebbe una reazione non fu quella che Leo si aspettava. «Quindi lui è la nuova marionetta usa e getta?» chiese il ragazzo, voltandosi verso Chiara e alzando un sopracciglio.

Il buon umore di Leo, già non totalmente alto per via dell'atmosfera generale, venne totalmente disintegrato da quella frase. Aveva già ricevuto dei brutti benvenuti, sia nelle scuole che nelle famiglie affidatarie a cui veniva lasciato. Persone che lo giudicavano per il suo passato, il suo aspetto minuto per un ragazzo della sua età, la sua passione per il ballo, che col tempo aveva imparato a nascondere, o per via della sua dislessia, del disturbo dell'attenzione e della sua gravissima iperattività. Tuttavia, questo era forse il benvenuto più strano e freddo che avesse mai ricevuto, e venire definito una "marionetta usa e getta" era una bella botta per la sua autostima.

A contribuire era stato, probabilmente, il tono usato dal ragazzo sul letto, talmente freddo e indifferente da distruggere completamente qualsiasi tipo di calore e familiarità si potesse formare dall'incontro dei tre fratelli.

Il lato positivo, o negativo, dipende dai punti di vista, era che questa non sembrava essere una cosa nuova. O almeno, Leo dedusse ciò dal modo in cui Chiara sospirò in maniera spazientita. La ragazza non si preoccupò neanche di rispondere a quell'affermazione, distogliendo invece lo sguardo e rivolgendosi a Leo: «Leo, questo è Kevin Lane; Kevin, questo è Leo Valdez. È arrivato oggi insieme ad altri due suoi amici.»

EROI DELL'OLIMPO - LA PRIGIONE DELLA DEADove le storie prendono vita. Scoprilo ora