CHAPTER 8- Just Another Jedi Story

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L'elmo da stormtrooper le bloccava i capelli, impedendo al vento di accarezzarle il volto, cosa a cui era spesso abituata. Nonostante l'inconveniente dei capelli scompigliati se sciolti. Ma si sa, avere tutte e due è impossibile. Il terreno spariva sotto i loro piedi e il base blocco di passaggio si avvicinava sempre di più. Frenò e scese dal veicolo. Poi si girò e porse una mano al ragazzo che era ancora instabile sulle gambe. Gli mise una mano sul fianco e un braccio dietro il capo, era troppo debole. Due stormtroopers gli vennero in contro, e Alhisya sentiva il peso dei suoi nuovi stivali sulla sabbia. Si avvicinarono a passi veloci:"Che succede? Abbiamo visto un'esplosione! E dov'è C-762?" chiese uno dei due, la ragazza rizzó la schiena:"Un gruppo di civili, ma venivano da diverse parti della galassia, non erano di qui. Avevano un giovane Jedi, uno studente forse, lei o lui ha scagliato uno speederbike contro C-762, l'esplosione l'ha ucciso e ha ferito lui" con il capo indicò il ragazzo al suo fianco, non sapeva il suo numero di matricola e non voleva rischiare:"Ma siamo riusciti a rimetterli al proprio posto" concluse. Lo stormtrooper che prima aveva parlato si avvicinò a loro, e Alhisya dovette reprimere l'istinto di prendere la spada laser e punta gliela alla gola, ma la guardia di confine non aveva cattive intenzioni. Si mise dall'altro fianco del ragazzo e li aiutò a camminare:"Non vi affliggete, i Jedi sono brutte bestie, anche quei loro studenti. Uno di loro può far fuori molti di noi, ma voi li avete fermati" disse lo stormtrooper mentre camminavano:"E quei civili? Se ne erano già visti?" chiese Alhisya, la guardia si fermò e si voltò verso la ragazza, forse aveva fatto un passo falso:"Che stai dicendo, C-103? È da un mese che sei qua, mai stati civili qua, cioè non provenienti dalle altre parti della galassia. Anche se" rispose lui riprendendo il passo, poi aggiunse a bassa voce:"Un mio vecchio conoscente del magazzino mi ha detto che ha sentito da un suo compagno del quinto piano, che un suo conoscente del terzo aveva sentito che un capitano diceva ad un'altro di ostaggi civili" La ragazza aveva fatto fatica a seguire il discorso dello stormtrooper, e , se non avesse visto tutto con i suoi occhi, non ci avrebbe neppure creduto. Insomma 'il mio amico ha sentito dal cugino che aveva parlato con il marito de-' era poco credibile. Ma aveva ricevuto una nuova informazione, che aveva reso i suoi dubbi ancora più fondati. Quelli erano ostaggi. Ostaggi. Maledizione, questo voleva dire che.. Alhisya affrettò il passo. Il suo silenzio però era stato interpretato in modo sbagliato dalla guardia:" Tranquilli, nessuno dei due finirà dei guai. Non sono ostaggi importanti, cioè non tutti " la ragazza si girò e annuì come per dimostrarsi d'accordo, invece sentì il corpo del ragazzo irrigidirsi. Alhisya era immersa nei suoi pensieri,ma si girò di scatto, lo stormtrooper fece lo stesso:"Stai bene? Ti viene da vomitare, figliolo?" chiese la guardia, ma lui fece il pollice in su:"Sto più che bene!" esclamò, così tornarono a camminare, ed Alhisya non poté fare a meno di notare che, a discapito di quello che lei gli aveva chiesto, lui aveva aperto bocca. Dalla struttura uscirono altre due guardie:"Ehilà, è andata ben- ok, forse non molto:C-888 PORTA DENTRO C-512!" Fantastico, ora doveva ragionare in fretta, era saggio entrare? Se avessero portato il ragazzo svenuto in una sala della struttura che lei non poteva poi ritrovare? Inoltre non aveva idea di come la base di pedaggio fosse costruita. Di certo però non poteva restare ferma impalata sotto il bianco sole. Così dopo un pò di esitazione strinsi a me il ragazzo ed avanzammo. Lo stretto passaggio costruito sugli scogli era sbarrata e a lato, sul fianco del promontorio roccioso c'era invece la struttura vera e propria. Una vetrata anti proiettile apriva la visuale, con accanto una pesante porta bianca, si notava che la struttura procedeva dentro la montagna. Lo stormtrooper che la aveva aiutata a portare il ragazzo fece un cenno a qualcuno all'interno che ,dopo aver armeggiato tirando leve e premendo bottoni, aprì la porta. Il grosso pannello bianco spesso si muoveva lento ed esonerabile. Lei non poteva sapere quanta potenza ci sarebbe voluta per sfondarla e tantomeno cosa avrebbe dovuto cliccare o tirare per aprirla. Realizzò in quel momento che entrare non era un'opzione. Quindi, senza girarsi, sussurró al ragazzo:"A terra, ora. E conferma ogni parola che dico" Il ragazzo alzò velocemente lo sguardo, la padawan sentiva i suoi occhi puntati sulla sua schiena. Se quel bastardo l'avesse tradita in quel momento sarebbero stati guai, ma lui si gettó a terra, si tenne la pancia con la mano, il suo viso impallidí e le sue labbra rosa pesca si strinsero forte. Alhisya si gettó a terra accanto a lui, per un attimo temette che stesse davvero male, si stava già preparando ad infondergli Forza vitale, però il ragazzo, di cui lei si rese conto solo in quel momento non conoscesse il nome, fece scontrare i suoi occhi verde-vetro con quelli neri della ragazza e ammiccó. Le venne quasi voglia di tirargli un pugno solo per averle fatto prendere un tale spavento, ma ricordó a se stessa essere assai poco Jedi. Quindi prese un respiro:"STA MALE, MOLTO MALE! DOBBIAMO SOCCORRERLO QUI!" Mentre chiamava aiuto sentì il ragazzo soffocare una risatina. Uno stormtrooper con una sacca di iuta marrone chiaro si precipitò verso di loro. Nel momento in cui quello si inginocchiò, la padawan alzò una mano, dando la schiena al posto di blocco in modo che non di vedesse, e si concentrò al massimo per rallentare il battito dello stormtrooper. Era una nuova tecnica, studiata dal grande Maestro Jedi Luke Skywalker, purtroppo   la praticava da poche lezioni, e non ne era molto pratica. Non era la potenza a mancarla, ma la precisione. Avrebbe potuto ucciderlo, e non era esattamente nelle suoi programmi per la giornata. Una mossa troppo violenta e il suo cuore si sarebbe fermato. Girò il polso, lentamente, lo stormtrooper stramazzó a terra. Ma Alhisya ci era riuscita, non era morto, solo svenuto. Ma il piano che aveva elaborato cinque minuti prima stava iniziando ad attuarsi. Imbracció il fucile e sparó due colpi all'arco di rocce che aveva di fronte:" Ci attaccano! Presto!" urlò attirando intorno a lei cinque stormtroopers che sparavano al nulla confusi, ovvero verso la direzione da lei indicata. Con molta concentrazione fece svenire un'altra guida, allora gli altri si misero a sparare furiosamente e altri si unirono. Il rumore dei nuovi fucili copriva tutto il resto e convinse gli stormtroopers che ci fosse qualcuno dall'altra parte e che stesse buttando a terra molti dei loro. A una certa Alhisya capì che era ormai al limite, usare la Forza sia fortificava che stancava e non voleva rischiare di fermare un cuore solo per poter testare i suoi limiti. Così trascinò il corpo del ragazzo fuori dalla mischia e notò con sollievo che tutte le guardie del posto di blocco erano fuori a sparare a delle rocce. Chiuse gli occhi e cercò una connessione con Pryo 'Via, ora' gridò con tutta la forza del pensiero possibile.  Vide una massa di gente buttarsi sul fianco della montagna e una figura veloce e forte familiare guidarli. Sorrise, i fuggitivi erano al sicuro. Era tempo di ritirarsi. Alzò una mano e fece crollare le rocce più piccole, quelle che non potevano uccidere, e un'enorme masso, che però venne da tutti schivato, la sua traiettoria era infatti un'altra. Alhisya prese il ragazzo ex-sacco di tuberi sotto le gambe in braccio. Era troppo debole per camminare e girandosi verso il versante grigio si lanciò da roccia a roccia. Il ragazzo si strinse a lei, non sembrava convinto:" Solo perché sei alto come me non vuol dire che io non possa sollevarti!" disse lei, in realtà Alhisya non lo stava semplicemente 'sollevando' stava facendo salti impressionanti, scalando una montagna, con lui fra le braccia. Quando fu abbastanza in alto da non essere a portata di sparo si girò. Vide la spiaggia circostante, gli stormtroopers erano appena usciti dalla base, ma non trovando nessuno tornarono dentro la struttura. Dall'altra parte della spiaggia, il masso aveva colpito il posto di blocco e le guardie tentavano in tutti modi di spostare il minerale, senza minimamente pensare più a cosa li avesse attaccati. La ragazza alzó lo sguardo e vide l'ultima sagoma sparire tra la vegetazione e inoltrarsi nella parte ancora collinare del promontorio. Alhisya riprese la scalata ed arrivó ad uno spiazzo piccolo con l'entrata stretta di un tunnel. Quei tunnel l'avrebbero portata dal resto del gruppo, sempre se non prendeva la direzione sbagliata e se non incappava in uno squadrone di soldati imperiali. Al momento però era stanca, e il sole, di quel bianco surreale, tramontava, lasciando spazio al cielo stellato. Quindi entrò con il ragazzo tra le braccia, nonostante l'avesse aiutata, ancora non era sicura dei suoi scopi, così appena l'ebbe poggiato sul muro della grotta a cui il tunnel conduceva (se grotta si poteva chiamare, dato che era molto piccola) tirò fuori una corda per legarlo. Si abbassò ed iniziò dalle caviglie, sentiva lo sguardo di lui addosso:" Se non sbaglio hai detto di essere una Jedi" commentò e lei alzó gli occhi:" Mh-h" si limitò a rispondere:"Padawan per la verità " aggiunse, tornando a legarlo:" E allora perché mi leghi? Credevo mi venissi a liberare! Non a catturare nuovamente! Insomma, mi portareai a casa o meno? Sai cosa? Esigo, in quanto futuro Duca, che tu mi porti da un tuo superiore, il nome del tuo Maestro? Anzi, portami da un generale! Ne conosco uno che ti dovrebbe essere familiare, dopotutto avete lo stesso  cognome!" continuó il ragazzo, al che Alhisya smise di legarlo si alzò in piedi e si mise la mani sui fianchi, come faceva sua madre, o lei stessa per sgridare le sue sorelle e fratelli. Alzò il mento e lo guardò dritto negli occhi:" Innanzi tutto, sono una Padawan non un taxi! E poi, tu giravi con l'elsa di un'arma questo ti rende un possibile nemico. Una volta reso inoffensivo, ti avrei sicuramente trattato con riguardo in quanto essere vivente, ti proteggerò dai pericoli e ti porterò dal mio Maestro, poi lui deciderà cosa fare. E comunque, non esistono più i Generali Jedi, l'ultimo è stato tanto tempo fa! Ora non siamo più in tempi di guerra" disse. Il ragazzo si rizzó a sedere, aveva un portamento da Corte, e ciò attirò l'attenzione di Alhisya, che si ricordò di come lui si fosse definito 'futuro Duca'. Probabilmente stava mentendo, la ragazza conosceva tutti i membri della nobiltà interplanetaria, e sapeva che, la scomparsa di un figlio o discendente (ereditario addirittura) avrebbe dovuto procurare molto più scalpore. Si chiese se non avessero tenuta nascosta la notizia appositamente. Piegò le ginocchia per portarsi più vicino a lui:"Non siamo in tempi di guerra, eh? Beh, quegli strani soldati non sembrano esserne consapevoli. Che dici, torniamo in dietro e li avvertiamo?" sbottó lui. Si squadrarono, a lei non tornavano un sacco di cose che lui aveva detto e viceversa. Tuttavia, la voglia di farsi una bella dormita invadeva i pensieri della padawan e del ragazzo. Alhisya tirò fuori le due borracce di infuso di erbe e  ne porse una al ragazzo. Alcuni tra i Jedi erano in grado di manipolare il calore, magari per scaldare o una persona o una bevanda, ma lei non ne era ancora capace. Avvolta nella coperta e con una borraccia di infuso fresco in mano, si sedette accanto al ragazzo, lui la scrutó:" Vorrei dormire quanto te, ma prima di poter abbassare la guardia, come tu mi chiedi, devo sapere tutto su di te. Cosa ti è successo prima di essere catturato?" disse lei bevendo un sorso dell'infuso. Il ragazzo la scrutava:" Lo farò" esclamò infine:"Ad una condizione: scambiamoci  le borracce" concluse in tono di sfida. Alhisya ne rimase sorpresa 'Crede che sia avvelenata' pensò 'evidentemente conosce bene la guerra e gli intrighi a Corte (in cui il veleno era spesso utilizzato), ma conosce assai poco i Jedi'. Sospiró e gli porse la propria borraccia, lui rilassó le spalle e ne bevve un sorso. Inclinó il capo il capo all'indietro, e iniziò il suo racconto:" Ero in fuga dalle prigioni su Mandolore, il mio pianeta natale, insieme ai miei compagni Amis, Lagos e Soniee. Riuscimmo a prendere una navicella e scappammo. Andammo su Hapan, un pianeta conosciuto per la sua bellissima popolazione, io e Amis eravamo probabilmente gli unici maschi presenti sul pianeta e non eravamo bene accetti. Rimanemmo lì fino ai miei 16 anni, poi una sera, mentre eravamo in visita al palazzo, una della popolazione hapan uccise Amis. Scrissi una lettera criptata a Lagos e Soniee, che ormai si erano ben integrate nella società, raccontando loro una bugia sulla ragione della mia assenza e scappai via dal pianeta quella notte stessa. Volevo tornare al Senato, alla sede della Repubblica e tornare a casa da mia zia Bo-Katan, sempre che fosse viva, così impostai la rotta per Coruscant. Ma mentre ero in viaggio, venni assalito da due caccia il cui prototipo non avevo mai visto, poi qualcuno entrò nella mia nave e da lí, smisi di avere memorie" concluse girandosi verso di me, sgranando i suoi bei occhi chiari:"Cosa ne pensi?" chiese ironicamente, cercando di cancellare il tono nostalgico precedentemente adottato. Se credeva però di aver impietosito Alhisya si sbagliava di grosso. Dimenticava forse che lei era una padawan introdotta alle vie della Forza? Lei percepì chiaramente che lui stava omettendo qualcosa, e nessuna infanzia tragica l'avrebbe fermata dallo scoprire ogni cosa del passato di questo ragazzo. Alzò il mento, assumendo un'aria estremamente regale involontariamente:" Ho un bel pò di domande: primo, perché proprio Hapan? Secondo, se tu e questo Amis non vi trovavate bene, perché rimanere proprio lì? E poi quanto ci siete stati? Perché non fuggire direttamente a Coruscant? Terzo, in che senso non conoscevi la fattura dei caccia? Era un caccia ribelle o imperiale?" scelse di giocarsi la carta 'so che mi nascondi qualcosa' più tardi. Il ragazzo alzò le sopracciglia, era estremamente sorpreso, e stava valutando cosa dirle e cosa no. L'aveva sottovalutata e ora ne pagava le conseguenze, ciò diede ad Alhisya un motivo per sogghignare, mascherando, tuttavia, l'espressione, ma non lo sguardo di soddisfazione che aveva negli occhi scuri. Il ragazzo la squadró, si passò una mano tra i capelli e distolse lo sguardo:"È un pianeta abbastanza indipendente e isolato, le lunghe mani della corruzione dalla quale stavamo scappando non potevano raggiungerci lì. E successivamente, avemmo problemi con la navicella, Amis non era un grande pilota, per ciò rimanemmo lì per circa un paio di mesi e mezzo. Devi sapere che io e i miei compagni finimmo in prigione per esserci opposti alla Death Wach, guidata dal Sith Lord Maul, quindi Coruscant non ci sembrava sicuro. Cosa intendi per caccia imperiale o ribelle?"così finì il discorso, ma lei non era soddisfatta, anzi, ancora più confusa! Lui aveva detto di venire da Mandolore, ma quel pianeta era stato distrutto tempo fa, inoltre gli avvenimenti del Clan Kryze contro la Death Wach risalivano ad ancora prima, all'incirca nel 7984 secondo il calendario CRC. Molte cose ancora avevano bisogno di spiegazione, il ragazzo si stava indebolendo, la mattina dopo poteva non essere così disponibile:"In che senso 'vi siete opposti alla Death Wach', è stato molto tempo fa, in più tu che motivi avevi per sostenere il Clan Kryze? Per non parlare del fatto che ciò non spieghi perché tu giravi con questa! " esclamò lei tirando fuori l'elsa nera. Ostinato come pochi, il ragazzo tenne lo sguardo lontano dagli occhi scuri e penetranti di lei:"Molto tempo fa? Al massimo sarà passato un anno!" rispose lui. Stava deliberatamente ignorando le domande riguardanti cosa l'aveva portato lì. Comunque addirittura fingere di non sapete che anno fosse, insomma era esagerato! Tuttavia un pensiero s'intrufoló nella mente della giovane:"Rispondi con sincerità, saprò se mentirai! In che anno siamo?" chiese allora lei con risolutezza. L'assurdità della domanda pose fine al lungo evitare di mostrare gli occhi, si girò di scatto:"Come scusa?" disse accigliato. Ma lei non lasciò perdere:"Mi hai sentito, in che anno siamo?" ripeté, lui corrugó la fronte:" Beh, nel 20 BBY" disse con franchezza, poi sembrò ripensarci:"Anche se, magari posso essere rimasto qui per almeno un mesetto forse" ma Alhisya interruppe le sue supposizioni, scosse la testa, allungò una mano e la strinse sul braccio del ragazzo per dargli forza, poi disse in tono grave:"No, siamo nel 20ABY" egli sgranó gli occhi, rise istericamente e scosse piano la testa:" No, no, non può essere. Questo vuol dire che mi hanno tenuto dentro a quel coso per..." lei concluse per lui:"40 anni, precisi precisi" la voce del ragazzo era carica di disperazione e insicurezza, Alhisya sapeva che, se le servivano delle informazioni,  le doveva prendere ora:"Questo spiega perché non avessi riconosciuto gli stormtroopers! O perché non sapessi cosa fossero i caccia imperiali e ribelli! Quando sei andato ad Hapan era fine 20 BBY, sei stato intrappolato lì nel 19 BBY, la nascita dell'Impero Galattico! Ecco perché credevi che ci fossero ancora i generali Jedi! Tu sei vissuto all'epoca delle Clon Wars! " ogni frase, ogni nuova informazione generava nel ragazzo un crescente senso di panico, lei poteva sentirlo, ora era il momento di sferrare l'attacco finale, avrebbe pensato a tranquillizzarlo dopo. Luke era sempre stato molto empatico, e mai avrebbe fatto una cosa del genere, ma lei era anche figlia di Leia, e si ricordava ogni interrogatorio che la Regina aveva gestito e che lei aveva spiato contro i criminali di guerra. Luke sarebbe riuscito a conquistarsi la fiducia di quel ragazzo, semplicemente fidandosi e proteggendolo, ma lei non aveva le sue capacità infallibili, doveva abbassarsi a rozzerie da guerriglia. Continuò a pressarlo:"Ma come hai fatto a liberarti? Non sono stata io. Inoltre perché ti avevano imprigionato con un'arma? Perché non hai detto a Lagos e a Soniee la verità sulla morte di Amis? Perché non ti sei arrabbiato?" Il ragazzo si rannicchió su sè stesso, spaventato e con ancora numerevoli informazioni da elaborare, la voce, come le mani, gli tremava un pò. Le parole uscivano difficili e dure:"Io sono stato guidato dallo spirito di una Maestra Jedi, Siri Tachi, una volta mi è comparsa in sogno e da allora ogni tanto mi da consigli. È lei che mi ha detto che a Hapan saremmo stati al sicuro, lei mi ha insegnato le vie della Forza, le basi almeno! Volevo bene a Amis, lo giuro! Ma la mia rabbia non avrebbe portato a nulla, non avrei messo in discussione la sicurezza delle mie uniche amiche rimaste! La Maestra mi aveva assicurato che lì sarebbe stato un posto sicuro! Ma dopo la morte del mio amico ero troppo arrabbiato, le diedi ascolto solo nella parte riguardante Lagos e Soniee, ma partii nonostante i suoi avvertimenti! E ne subii le conseguenze! E quella spada... La vinsi, sotto raccomandazione di Zia Satine" Nella mente della padawan le informazioni venivano registrate ed elaborate nel modo più veloce possibile, ma ancora il quadro non era completo:" Chi sei tu?" chiese lei allora, lui alzò il mento, ma una lacrima silenziosa scese dolcemente sulla sua guancia :" Io sono Korkie Kryze, nipote di Satine Kryze, erede al ducato di Mandolore. Possessore della leggendaria Darksaber. Allievo della Maestra Jedi Siri Tachi!" esclamò con forte orgoglio e una crescente consapevolezza di perdita. Alhisya non sapeva come reagire, le domande erano ancora tante, ma ogni sua mossa fu interrotta da una voce sicura e un tantino divertita dalla situazione. La giovane padawan alzò lo sguardo e vide la forma non-corporea azzurrina di Siri Tachi appoggiata a braccia conserte allo stipite di una colonna di pietra:"e figlio di Obi Wan Kenobi " aggiunse.

STAR WARS: EPISODE 7- NEW WAYS Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora