CHAPTER 12- The red lightsaber

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Alhisya calò la sua lama velocemente, essa taglió il metallo come se fosse burro e l'acqua inizió a sgorgare. Lei fece una giravolta e colpì un'altro tubo, fino a danneggiarli tutti. Gas e acqua si riversavano nel corridoio e allora lei accese la seconda spada. Aveva il cappuccio tirato su e un'espressione determinata. Le avevano sempre raccontato di come gli Skywalker fossero famosi per le loro 'battaglie nei corridoi', ed effettivamente capiva perché. Camminava con un gran senso di sicurezza ad un ritmo veloce. Colpì e sfondò la porta, era un ufficio con alcuni impiegati imperiali con i loro assistenti. Una donna fece per dire qualcosa che Alhisya aveva iniziato a sfasciare un bel pò di apparecchiature costose. Alcuni reagirono in fretta e tirarono fuori le loro pistole, ma lei le bloccò facilmente. Non erano stormtroopers, non erano stati addestrati fin dalla giovane età per questo! (Un piccolo ps. Nella mia ff gli stormtroopers, come avrete già notato, sanno effettivamente fare il loro lavoro e SANNO SPARARE AD UN BERSAGLIO) La ragazza diede un calcio alla sedia e tagliò a metà un computer e un alteratore di frequenze. Poi fece un salto e schivó un pugno, dato che la avevano attaccata lei poté difendersi e lasciare un bel pò di danni permanenti. Mentre cercava di fare il più casino possibile e quasi incoraggiare le persone a chiedere aiuto per l'invio rinforzi, Alhisya sperava che Pryo e altri fossero al sicuro e che fossero già nella sala di controllo. Diede un calcio ad un uomo rana gigante, poi ci saltó sopra e colpì in testa con l'elsa della sua spada laser mandando a terra una donna. Inspirò, tutti erano a terra, tramortiti, tra pochi minuti sarebbero arrivati i soccorsi. Sfondò nuovamente la porta, nonostante la chiave brillasse metallica nel taschino della donna incosciente. Continuò a rompere e a colpire qualsiasi cosa. Ma dopo sole due stanze si presentò un ponte in vetro che attraversava un baratro alla quale fine si poteva sentire lo scorrere del fiume. Lo attraversó e, una volta attraversato, fece per distruggerlo, ma non sapeva se si trattasse di un qualche tipo di struttura portante e non aveva tempo di consultare la mappa. Quindi una volta che le porte metalliche si chiusero alle sue spalle le fuse con il calore delle spade. Si giró e si trovó tre robot da guerra con corazza nera e molto alti. Non era un buon segno, o meglio, lo era, era probabile che si stava ormai avvicinando a qualcosa di importante, ma comunque un nemico non porta mai gioia. Appena la registrarono come 'non-amico' tirarono fuori dei fucili che gli uscivano dalle spalle, mitra ad alta potenza. Alhisya deglutí. Uscire da quella situazione non sarebbe stato facile. Doveva guadagnare tempo.Uno dei robot fece per chiederle chi fosse:"Identif-" ma lei tirò fuori la mano dello stormtrooper e gliela lanciò, percependola come una minaccia la distrussero a suon di pallottole. Così la ragazza mise su un volto dispiaciuto:" Oh, ragazzi! Dentro c'era il mio chip di identificazione!" esclamó. I tre macchinari rimasero fermi ad elaborare per una decina di secondi:"𝚂𝚝𝚊𝚒 𝚖𝚎𝚗𝚝𝚎𝚗𝚍𝚘!" disse quello al centro con voce profonda e metallica, per un attimo Alhisya credette di dover combattere, ma poi quello a destra puntó un dito al guanto:"𝙽𝚘, 𝟶𝟷𝟶𝟶𝟷. 𝚀𝚞𝚎𝚕𝚕𝚘 𝚎̀ 𝚍𝚒 𝚏𝚊𝚝𝚝𝚘 𝚞𝚗 𝚐𝚞𝚊𝚗𝚝𝚘 𝚊𝚙𝚙𝚊𝚛𝚝𝚎𝚗𝚎𝚗𝚝𝚎 𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚍𝚒𝚟𝚒𝚜𝚊 𝚝𝚎𝚖𝚙𝚘𝚛𝚊𝚗𝚎𝚊 𝚍𝚎𝚐𝚕𝚒 𝚜𝚝𝚘𝚛𝚖𝚝𝚛𝚘𝚘𝚙𝚎𝚛𝚜 𝙸𝚖𝚙𝚎𝚛𝚒𝚊𝚕𝚒." replicó lui, o lei, o meglio 'quello'. La padawan non era sicura di che pronomi usare. Nella galassia, non solo a Corte, rispettare i pronomi di qualcuno era considerata una base dell'educazione cittadina. Tuttavia, perché preoccuparsi dei pronomi del proprio probabilmente assassino? Nonché robot? Alhisya, nei tempi nei quali ancora viveva a Palazzo, aveva uno caro amico, BR14N, che tutti chiamavano 'Brian' e lui si offendeva dicendo che 'umanizzare' un nome di robot ne disprezzava la cultura. È importante essere unici, mantenere le proprie caratteristiche che ti rendono diverso, ma rispettare quelle degli altri è forse ancora più importante. Per farla breve lei e BR14N avevano partecipato a molte manifestazioni pacifiche e presentazioni di petizioni al Consiglio e ai sovrani per migliorare e far rispettare l'individualità dei robot. Erano responsabili della maggior parte dei nuovi diritti dei robot:"Cari miei, adesso cosa faremo? Avete rotto il sistema!" disse lei. Ecco, queste sono le magiche parole che mandarono in corto circuito i robot:"𝙽𝚘, 𝚗𝚘𝚒--𝚗𝚘𝚗---𝚗𝚘𝚒-𝚙𝚎𝚛𝚌𝚑𝚎̀" balbettó uno. Distruggere una parte del protocollo non era per loro accettabile. Rimasero lì impalati per cinque minuti cercando di elaborare i nuovi dato forniti. In quel lasso di tempo Alhisya notó un antennina presente sul loro capo che probabilmente li connetteva a la loro rete di ricerca. Capí che doveva romperle. Così quando loro fecero per muoversi, lei lanció una spada che distrusse le antenne e i tre robot caddero a terra senza vita. La padawan li scavalcó e  aprì la mappa. Per sua gioia era estremamente vicina. Sfasció la porta che si trovava davanti e fece in tempo a notare una telecamera, ormai la sicurezza sapeva che c'era un'intruso, ma non dovevano sapere che si trovava esattamente lì, quantomeno non subito. La ragazza imprecó e imboccó il nuovo corridoio. Qualcosa non andava, secondo il suo piano per quel momento doveva avere metà esercito alle calcagna e invece nessuna traccia di nessuno di troppo pericoloso, se non quei letalissimi robot che però erano lì già da prima di lei. Si sconsoló ancora di più nel notare che nel corridoio grigio nel quale era appena entrata non c'era niente da spaccare e soprattutto nessuno a fare la guardia. Tuttavia Alhisya tenne le spade laser belle sguainate e pronta a distruggere qualsiasi cosa avesse davanti. Alla fine del corridoio c'era una enorme porta viola scuro, era diversa dalle precedenti, di forma ottagonale e con chiavistelli vari, in più alla base si intravedeva una luce fioca, quindi non era sigillata o scorrevole. Infilò la spada con forza, ma il metallo era particolarmente denso e resistente. Spinse con tutte e due le lame, ma una voce la bloccò:"Alhisya sei tu?" mormoró una voce. La ragazza spense subito le lame:"Pryo?" chiese lei in risposta. Al che le porte si aprirono, come lei aveva previsto, non erano scorrevoli, ma avevano ante. Il metallo si era sciolto nei punti dove la padawan l'aveva colpito, però non abbastanza da essersi sciolto. Era nella sala di controllo e vide Pryo con i fuggitivi e Korkie:"Ce l'avete fatta!" esclamò ed entrò notando poi i corpi privi di senso o vita di quattro stormtroopers a terra:"Bel lavoro!" aggiunse allora:"E ce ne sono altri quattro fuori! Il tuo amico laggiù si è reso molto utile, ma non mi fido è stato un pò troppo utile!" rispose Pryo e strinse la mano alla ragazza :"Te, come è andata?" chiese lui e Alhisya, mentre aiutava a chiudere nuovamente le ante della porta disse:"Ho fatto decisamente tanti danni, però nessuna traccia di qualcuno che mi venisse a presso. Ora le opzioni sono due: o sono più scarsi di quanto avessimo pensato, oppure hanno un piano" la ragazza si diresse verso l'enorme tastiera piena di schermi e pulsanti al centro della stanza:" Avete già contattato per i rinforzi?" chiese e Pryo annuí:"Stanno arrivando. Non ci rimane che aspettare" Con questa buona notizia Alhisya prese un bel respiro di sollievo e si prese del tempo per analizzare la stanza, aveva un soffitto più basso di quello delle altre stanze ed era pieno di cavi e proiezioni di apparecchi. C'era una serie di linee che la padawan assunse fossero una riproduzione delle onde elettromagnetiche di comunicazione, poi varie manopole e pulsanti, poi c'erano un grande pulsante rosso, per attivare lo scudo a protezione dell'antenna a parabola. Potreste chiedervi come lei potesse avere tutte queste informazioni su questa stazione di controllo, la verità era che era presente un manuale in uno dei cassetti e, per ingannare il tempo, si era messa a sfogliarlo. Iniziò a chiaccherare con una fuggitiva in lingua per non udenti, la ragazza era spaventata e cercava qualcuno che potesse capirla (muovendo le mani) :"...quindi i miei genitori mi hanno detto di nascondermi in fondo al gruppo, ma alla fine anche il mio turno è arrivato. Ero così spaventata!" finì la ragazza di spiegare. Aveva capelli verdi in treccine e una pelle blu, le sue mani avevano delle membrane e la sua pelle era secca, non sembrava un buon segno (muovendo le mani) "I rinforzi stanno arrivando, il governo della Nuova Repubblica è diverso da quello dell'Impero. Raccontami di più delle tua infanzia, se te la senti" rispose Alhisya, ma la rifugiata scosse il capo e disse con un debole sorriso (muovendo le mani) "Non so se mi sento pronta, è ancora tanto da metabolizzare, poi quel tipo laggiù mi preoccupa di più. Ci fissa da un bel pò" la padawan alzó lo sguardo e vide che il 'tipo' a cui la fuggitiva si stava riferendo era Korkie. Sbuffó e si alzó in piedi, fece un saluto veloce a lei e s'incamminó verso il ragazzo. Si accucció e notò che era ancora legato:"Le dovrò tenere ancora per molto?" chiese quello, facendo un segno con il meno alle legature sui polsi:"Ancora per poco, i rinforzi stanno arrivando. L'unico pericolo per ora sei tu che fissi dei poveri fuggitivi" gli rispose lei, il ragazzo era di cattivo umore, spaventato e confuso come tutti. Uno dei suoi ciuffi ramati ribelli si posò sulla fronte di lui:"Si beh, era una fuggitiva carina" sbuffó e Alhisya ribatté con un debole sorriso:"Mh, beh. Allora dovresti andare a parlarci... Ma non fissarla come un maniaco" detto questo fece un occhiolino al ragazzo che arrossí e mentre si allontanava sentì lui mormorare:"Io so come sedurre! Chiunque! Ragazzi e ragazze.. ". Alzó gli occhi al cielo e rassicuró un paio di rifugiati. Ma improvvisamente degli spari iniziarono a impedire di sentire un qualsiasi altro rumore. La maggior parte si coprí le orecchie e iniziò ad urlare, invece Pryo e Alhisya si scambiarono sguardi sconsolati: era tempo di agire. Voltandosi la ragazza notó come Korkie avesse raggruppato già i fuggitivi al centro della stanza, protetti dalle apparecchiature. Poi, seguendo l'esempio dei padawan, iniziò a mettere delle lastre di ferro poggiate a lato davanti alle porte:"SONO TROPPO SOTTILI" urlò Pryo e gli altri due so resero conto che lui aveva ragione. Stavamo già per impanicarsi, ma notarono che gli spari non facevano alcun effetto. Forse non tutto era perduto. Continuarono a sparare per altri venti minuti, ma le porte resistevano:"BEH DIREI CHE VA TUTTO BENE ALLA FINE " commentò Alhisya. Gli spari continuavano, ma nulla ormai li preoccupava:"QUINDI POI ALHISYA HA PROVATO I SUOI TRUCCHI MENTA-li a.. " Pryo si azzittí. Non c'era più bisogno di urlare. Gli spari erano finiti. 'Magari erano finite le munizioni' pensò la padawan, ma sarebbe stata una vera benedizione dalla Forza. Un suono fin troppo familiare fece venire la pelle d'oca ai due padawan. Una voce autoritaria e leggermente divertita disse:"Ritiratevi, vi voglio tutti al piano di sotto, bloccate entrate e uscite per gli spostamenti tra piani. Lasciate che me ne occupi io" la voce era femminile. Dopo il suo comando sentirono le truppe allontanarsi di corsa. Nessuno osò fiatare fino a che non si fu in grado di sentire più nulla. Tuttavia quel rumore lievissimo, così familiare per un padawan, continuò a fare da colonna sonora. I singhiozzi si calmarono e un silenzio di tomba aleggiava nell'aria. Quei due, al massimo due e mezzo centimetri di distanza fra la porta e il pavimento permettevano alla luce rossa di penetrare sorto le ante. Quella luce unita al rumore lasciava intendere cosa ci fosse sotto quella porta: una spada laser rossa. Il problema non era solo la presenza di una spada laser, ma Pryo, Alhisya e Korkie avvertirono una presenza nella Forza di tendenza al Lato Oscuro. Rabbia e sete di potere, indistinguibili sentimenti in una... in una.... in una Sith. Quella parola non fu pronunciata e tuttavia rimbombó nelle menti dei tre giovani. Un flashback si proiettó nella mente di Alhisya. Un sacco di lezioni erano fatte al Tempio Jedi su i Sith, i principali insegnanti erano Anakin, in quanto ex-sith, Obi Wan, che da 'The Negotiator" (soprannome dato al Maestro Jedi durante la Clone War) era passato a "Sith Slayer"nome che lui sembrava assai apprezzare, questo nome era stato dato in quanto fosse il Jedi esistente con più scontri contro i Sith e, ovviamente, Luke Skywalker, che aveva più di mille soprannomi tra cui " The Redeemer" (letteralmente 'il Redentore'). Ognuno dei Maestri si occupava di un aspetto nella lotta contro i Sith. Anakin spiegava come il Lato Oscuro ti catturava in un loop da cui era difficile uscire, quindi era sempre importante cercare di far nascere il dubbio in un Sith. Bisognava prima capire l'origine della loro sofferenza. C'è da dire che non sempre funziona. Qui subentrava Obi Wan, lui istruiva su come combattere un Sith che, come spesso accadeva, voleva proprio farti fuori:"Spesso usano o la V o la VII forma di combattimento con spada laser. Overro la Djem So e la Juyo, si basano entrambe sull'attacco, la V sulla dominazione fisica. Entrambe abbastanza violente, ma mentre la V la conoscete bene la Juyo era proibita durante la Vecchia Repubblica. Ovviamente nel nuovo Ordine Jedi c'è molta più tolleranza, ma comunque è una forma di combattimento troppo fondata sulla distruzione dell'avversario. Da parte mia, consiglio la III, il Soresu, si basa sulla difensione pura. Serve però questa forma più contro i clon-emh soldati con blaster. Ricordate che il loro unico scopo è finirvi, distruggervi. Sfruttate la loro rabbia, la loro ferocia, stuzzicateli e quando faranno un'errore, allora tentate un'attacco. Quella, miei giovani padawan, sarà la vostra unica speranza" così aveva detto il grande Maestro, che padroneggiava il Soresu così bene che si diceva potesse parare venti colpi di blast al secondo! Questo riportava alla mente quella sera sul pianeta pluviale, quando il Gran Maestro Skywalker l'aveva portata fuori dal suo letto a poco dopo mezzanotte. Lei era ancora mezza addormentata e si stringeva una casacca di iuta intorno alle spalle per cercare di bagnarsi il meno possibile. Il suo Maestro, solitamente così sorridente, aveva una faccia seria, ma Alhisya se ne era resa conto solo in quel momento, svegliata dall'acqua fredda in faccia. Arrivarono in uno spazio ristretto, uno raro in cui ci fossero pochi alberi. Il Jedi sguainó la famosa spada laser verde e assunse una posa che la ragazza riconobbe come quella della VII forma di combattimento. La forma V era anche conosciuta come 'lo stile degli Skywalker' poiché era stata ampliamente usata sia da Luke che da Anakin, ma ora il suo Maestro (che ovviamente praticava perfettamente tutte e sette le forme) aveva una sua combinazione tra le forme II, V e IV. Per questo la ragazza era confusa. Luke le lanciò una spada laser con il manico spesso e lungo, molto rudimentale. Il livello di confusione nella ragazza era ancora maggiore:"Tu sai che in ogni Sith si nasconde un Jedi spaventato o una persona stronza" disse lui e Alhisya annuì poco convinta. Allora lui continuó:"Bene, oggi ti farò vedere come combatterne uno. Piccolo consiglio, sfrutta anche l'ambiente circostante. Tu sei troppo inesperta nei combattimenti per ora" e su questo ultimo elogio lei si aspettó che fosse lui stesso a combattere, invece lui tirò fuori una  pallina di metallo e, premuto un pulsante, la lasciò rotolare a terra. Da quella si creó un ologramma con due spade laser. Luke ridacchia:"Scusa, volevo farti uno scherzo. Se ti faccio da avversario perdi subito" le disse e lei corrució la fronte:"Grazie, Maestro" borbottó di risposta. L'ologramma attaccó e la ragazza paró con la spada laser viola. Quando ti colpiva la spada laser della figura creata dalla tecnologia ti faceva il solletico, ma la cosa più fastidiosa era la voce robotica che, in base al punto in cui ti colpiva, diceva :"𝙲𝚘𝚕𝚙𝚒𝚝𝚊" oppure :"𝚄𝚌𝚌𝚒𝚜𝚊" quindi diciamo che non era esattamente rassicurante:"Alza quella guardia" "Muovi di più i fianchi" "Gira quelle caviglie" "Prova un pò più della Sesta!" "So che puoi farcela" "Doppia lama può essere risolta con il Soresu" Luke le dava un consiglio dopo l'altro così che, finalmente, Alhisya riuscì, dopo vari cicli lunari, a sconfiggere l'ologramma:"WO-HO!!! C'è l'ho fatta!" esclamò entusiasta, il suo Maestro le sorrise orgoglioso:"Sono molto fiero di te! Ora potrai passare al secondo livello!" le disse:"Il che cosa?" Ora quella difficoltà le sembrava impossibile da superare, infatti oltre al terzo livello non andó. Venne ricatapultata al presente con uno scossone: era Korkie che le scuoteva il braccio disperato:"NON PUOI INBAMBOLARTI ORAAA!" sibilava lui, si giró e si levó le sue mani di dosso:"Ci sono, ci sono!" Pyro la squadrò:"Mentre ti perdevi nel tuo magico sogno, ci sono stati degli sviluppi" con il mento indicò la porta in cui iniziava a vedersi un cerchio rosso che emanava calore ed era accompagnato dal suono di uno sfrigolio. Probabilmente la Sith stava cercando di farsi strada attraverso tutto quel metallo. Alhisya si alzò in piedi:"É tempo di colpire qualche chiappa!" Sussurró in modo che solo i due padawan potessero sentirla, i due si scambiarono uno sguardo preoccupato, ma non ebbero tempo di obbiettare che la ragazza inizió a fare segni vari verso Pryo. Al tempio Jedi si insegnava un linguaggio dei segni per comunicare senza parlare in situazioni come quella. Il ragazzo fece un cenno per dire che aveva capito e mosse la testa in modo che Korkie capisse che doveva seguirlo. Nonostante l'esitazione iniziale anche i profughi inziarono a collaborare. Si disposero ai lati della porta, la stanza essendo rotonda li proteggeva dalla vista degli occhi gialli che volevano evitare. In realtà non era particolarmente complicato il piano, anzi era piuttosto basico, ma che vi aspettavate? I tre ragazzi avevano pochi minuti per tirarne fuori uno e assai pochi anni di esperienza. Korkie avrebbe guidato tutti sul tetto mentre Pryo e Alhisya dovevano distrarre la Sith, per più tempo possibile, fino all'arrivo delle truppe della Nuova Republica. E Luke. La ragazza deglutì poi fece un cenno con il capo al suo compagno e il ragazzo fece per premere il pulsante quando Korkie le afferró il braccio e Pryo li guardò in confuso:"Cosa vuoi ora?" Sibilò lei, con i nervi a fior di pelle:"La mia arma, se vuoi che guidi loro in salvo, ho bisogno di averla" rispose lui, a tono. La ragazza si voltò:"Sarebbe un ricatto? Devi correre, non incontrerai nessuna persona armata. Fallo e basta" poi si girò senza aspettare una risposta. Notó solo allora l'esitazione di Pyro, sentiva il suo sguardo sul manico della Darksaber, che pendeva al suo fianco, ma lei lo ignoró: impugnò le due spade laser e fece lui segno di sbirgarsi con un movimento brusco del volto. Allora Pryo schiacciò un pulsante con scritto 'open' e, seguendo l'ordine della scritta, la porta si aprì rivelando loro l'avversaria. I due padawan azionarono le loro spade laser.

STAR WARS: EPISODE 7- NEW WAYS Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora