CHAPTER 13-The Brother

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Quando Alhisya incontró gli occhi della Sith, tutta la sua sicurezza sparì. Avete presente quando solitamente le paure dei protagonisti sono qualcosa come 'perdere tutti cari' o 'diventare malvagi' o ancora 'non riuscire ad essere fedeli a sé stessi'? Bene, sono sicura che pure le maggiori paure di Alhisya fossero queste, ciò non toglie che anche minaccie concrete come queste, che prevedono l'esigenza di 'non morire' , la terrorizzassero a dir poco. Deglutì a fatica. La sagoma era alta e piena di muscoli, occhi grandi come fanali gialli, capelli lisci corti a caschetto blu elettrico scintillavano quasi quanto gli occhi nel buio. Aveva una lunga veste nera con protezioni antiproiettile su tutto il corpo e uno strato di metallo sul petto e pancia, sulle braccia e sui dorsi delle mani, suo fianchi una cintura spessa con munizioni grosse e cilindriche. Ai piedi aveva dei semplici scarponcini neri, il tutto coronato dal cappuccio scuro che spesso accompagna ogni persona sensibile alla Forza. Il problema maggiore del suo outfit comunque era la sua spada laser estremamente lunga e sottile, come il suo sorriso. La Sith fece per aprire bocca, ma sembrò ripensarci, il ghigno sulla sua faccia, tuttavia, rimaneva. Era tempo della tecnica Skywalker? Proviamo a redimerla? Non sembrava una grande idea, ma era la procedura e poi non si può mai sapere! La Sith comunque era stanca di starsene ferma e alzò la spada laser per mettersi in posizione e al solo accenno di un movimento nemico Alhisya e Pryo assunsero rispettivamente le forme III e II. Poi attaccarono. Lo so, lo so 'nOn È mOlTo JeDI', invece sì! Dovevano proteggere delle vite, le loro e quelle dei fuggitivi. Non c'era tempo per i sensi di colpa, che poi nemmeno l'avrebbero uccisa, più probabile il contrario! Alhisya scosse quei pensieri dalla testa e colpì la gamba della Sith abbassandosi e tirando in pugno, poi tentò più volte di disarmarla, ma l'unico suo risultato di spingerla indietro e ancora indietro. Dopo poco più di un paio di secondi la Sith si riscosse dalla sorpresa e contrattaccò con più grinta. Così non riuscimmo a muoverla più, nemmeno di un centimetro! Tra una schivata e l'altra la ragazza riuscì a guardarsi un attimo intorno, erano in una sorta di anticamera del ponte sospeso di vetro che avevano attraversato prima, si vede che ce n'erano più di uno. Il soffitto era alto e c'erano varie barre e contrappalchi di ferro, da cui scendevano alcuni cavi, ma erano decisamente molto in alto per arrampicarcisi in un salto, forse con uno mega complicato... La stanza era un grosso ovale scuro, tutto era nero o grigio, però il pavimento lasciava i due lati più lunghi tagliati. Infatti ai lati c'era una sorta di burrone, pareti lisce, era impossibile appigliarsi da nessuna parte. In fondo si sentiva lo scrosciare di una breve cascata: probabilmente era il punto in cui un affluente faceva per unirsi al fiume. (Foto-illustrazione a fine capitolo) Korkie si affacciava dalla porta per scrutare la situazione, non gli sembrava ancora il caso di portare tutti i rifugiati attraverso quel 'campo minato'. Iniziò però a chiedersi in quel momento se i due padawan sarebbero riusciti a tenere la Sith a bada ancora per molto. La donna muoveva la spada laser ad una velocità impressionante e la sua forma di combattimento principale era la VII. Si era già detto che si tratta della forma basata sulla distruzione totale dell'avversario? Si? Bene. Almeno sapevano cosa stavano fronteggiando. Le lame si scontrarono, Pryo era caduto in ginocchio per schivare un attacco, Alhisya ne approffittó per tentare un'affondo. La Sith allora le sferrò un calcio che però la ragazza riuscì a schivare, perdendo però un'opportunità. Aveva però distratto abbastanza la donna per permettere al suo alleato di rimettersi in piedi. Si scambiarono uno sguardo d'intesa, lei era brava, non si poteva negare, ma loro erano pur sempre in due! Presero le distanze di qualche metro e tutti e tre gli sfidanti ripresero fiato, analizzarono la situazione e si misero in posizione. Alhisya fece scivolare il piede sinistro avanti, raddrizzó la schiena e alzò il mento, le braccia le aveva rilassate accanto al busto con le due spade laser accese, ma lei spense quella di suo nonno e la appese al suo posto nella sua cintura, senza spostare lo sguardo. Fatto ciò assunse la tipica mossa di Obi Wan, per il momento uno dei suoi stili di combattimento preferita, alzò il braccio sinistro con il palmo rivolto verso il basso e le punte delle dita verso l'avversaria, braccio destro alto che con una bella apertura e la spada laser tenuta fermamente. Si ricordò della prima volta in cui le venne insegnata la tecnica, aveva appena dodici anni, e non era stata una bella giornata. Il cielo era grigio e, secondo la Alhisya del tempo, rifletteva perfettamente il suo umore, forse era vero quello che si diceva dei Jedi, che la natura e loro fossero una cosa sola e che di conseguenza rispecchiassero l'ambiente circostante. In realtà il clima prediletto della ragazza erano i temporali estivi, quando faceva caldo, ma potevi rinfrescarti con un po' di pioggia e quindi era più che consigliata (solo dal Gran Maestro Skywalker in realtà) una bella camminata. Ma in quel caso faceva freddo essendo nel pieno inverno del pianeta e l'umidità peggiorava solo le cose. La giovane padawan alzò gli occhi al cielo in cerca di qualcosa che però, ormai, non c'era più. Sentì qualcosa scivolarle via dal cuore, lasciandole un senso di vuoto. Strinse la mascella e gli occhi le diventarono lucidi, inspirò profondamente, interrompendo la sua scampagnata. Abbassó la testa di scatto, appoggiando il suo sguardo al terreno,  i suoi bubli pizzicarono, minacciando di piangere. Ma lei strinse i pugni e le ricacció dentro con forza 'le Jedi non piangono' disse a se stessa con durezza :"Ma tu sei ancora una padawan" disse una voce profonda e calda, Alhisya alzò di botto la testa vedendo di fronte a sé la forma non corporea di Obi Wan Kenobi. La ragazza fece un precipitoso inchino:"Mi perdoni, Maestro. Non sapevo che lei potesse..." ma la frase venne conclusa da lui con una risata:"Sentirmi? Non tutte le forme non-corporee possono farlo. Vedi, siamo come spiriti di energia della Forza, però per assumere una forma più definita e un'interazione più concreta con il mondo corporeo bisogna essere particolarmente potenti, e talvolta richiede tempo. Per poi collegarsi ad una forma vivente, ce ne vuole! Ma ci viene sicuramente più facile con alberi e persone rispetto che alle rocce, poiché loro non producono energia vitale. Comunicare mentalmente é una dote che la maggior parte dei Jedi padroneggia più o meno decentemente, quindi sì, é possibile, ma se ti può consolare sono uno dei pochi a riuscirci attualmente. Perché, mia giovane padawan, qualche desiderio proibito?" Il Maestro si aspettava una risatina o almeno un accenno di sorriso, ma quando ricevette solo uno sguardo colpevole si avvicinò preoccupato:"Sempre così con voi Skywalker!" Mormorò :"Almeno con voi è semplice interagire, avete un'energia così luminosa che rafforza la mia" aggiunse appoggiando una mano sulla sua spalla. La ragazza non poteva sentirla come avrebbe sentito la mano di un essere umano vero e proprio, ma avvertiva una piacevole presenza. Alhisya non riusciva ad alzare lo sguardo:"Parlami, mia dolce Alhisya, dimmi cosa turba il tuo giovane cuore" esortó Obi Wan con suo solito tono suadente:"Solo...solo una persona per cui pensavo di valere qualcosa, ma io non voglio valere per nessuno! Non con le- non con questa persona! Era solo..tempo speso insieme...giusto?" Disse lei piano:"Amo la mia vita al Tempio, Maestro Kenobi. È la vita che mi appartiene, la vita che mi spetta. Questi sentimenti mi...confondono" aggiunse come... scusa? Non sapeva nemmeno lei cosa fosse. Il Jedi si accarezzò la barba pensieroso:"E sei triste perché vorresti stare con questa.. persona?" Chiese lui calmandola e facendola ragionare, facendola venire a termine con i suoi sentimenti:"Solo colpevole per aver anche solo provato qualcosa che non fosse indifferenza, Maestro" rispose lei. Obi Wan sorrise:" Il senso di colpa non porta da nessuna parte. O almeno, non in posti che ti possano levare un sorriso. Come Jedi non devi sopprimere i tuoi sentimenti, ma analizzarli e capire come ritrovare la calma e la pace con se stessi, anche se vuol dire passare attraverso un periodo non molto luminoso. Affronta ciò che provi, non avere paura" continuarono insieme l'ultimo pezzo:" E la paura porta alla rabbia, la rabbia all'odio e l'odio alla sofferenza" Alhisya inspirò profondamente:" Non mi piace non sentirmi all'altezza. Non mi permette di essere la parte migliore di me!" Si sfogó lei e il Jedi rispose:"Sai, cara, certe volte va bene non essere al massimo. Siamo pur sempre esseri viventi. E ciò porta al creare legami con altre persone, allo sbagliare, al provare emozioni negative. Ma prendi il tuo tempo e trova la via, affidati alla Forza. Certe volte basta distrarsi, ma parlane sempre con qualcuno che ha la tua fiducia! Mi sembra che tu e Luke siate molto legati" La padawan annuì piano:"Sì, ma...lui é la persona che più ho paura di deludere. Lui é il mio Maestro! Il mio mentore! La mia figura di riferimento maggiore!" Mano mano che andava avanti con il discorso la ragazza notò lo sguardo del Maestro Kenobi cambiare sempre di più:"Credo che ora abbiamo tutte e due bisogno di distrarci un po'!" Rispose allora lui e così iniziò a insegnarle la sua tecnica di battaglia. Il cielo si schiarì e iniziarono a trapelare lievi raggi di sole, il prato su cui i due si erano incontrati era coperto di neve. Con il mantello ben avvolto intorno a sé la ragazza inizió a seguire le varie istruzioni :"Alza il mento" "Più dritta la mano" "Duro quel braccio". Diventó presto una delle sue preferite e il muro che aveva innalzato tutto intorno a sé iniziò a calare un poco. Ma ora non era all'aperto con la neve tutta intorno, non sentiva il passo degli animali più curiosi venire a dare una sbirciatina. Obi Wan Kenobi non era più lì accanto a lei, con la sua presenza rassicurante e paterna, una tensione dura e tagliente lo sostituiva. E ora se sbagliava e cadeva, non si rotolava nella neve ridendo, ma con una ferita in pancia e un rigolo di sangue che le usciva dalla bocca. Diede appena un'occhiata alla posizione eseguita da manuale di Pryo e poi si lanció all'attacco. Lo sfrigolio così familiare e allo stesso tempo così estraneo del contatto tra le due lame quasi la fece sobbalzare, ma la sicurezza con la quale stava combattendo non le permise nemmeno un errore. Vide la decisione dei suoi occhi riflessi un quelli della Sith mentre con un balzo scaricò tutto il suo peso corporeo su di lei facendola inclinare. Ma fu comunque in grado di liberarsi della padawan che atterrò con grazia a terra. Uno sguardo di sfida fu l'unico ammonimento che la donna ricevette prima che i due padawan si fiondassero su di lei. Colpo, parata, attacco e contrattacco, giravolta, rotazione e colpo! Combattere, combattere e combattere. Ogni mossa aveva il massimo della concentrazione di Alhisya. Combatteva per la vita, come una Jedi, si sentiva potente, la vita sua, di Pryo, di Korkie, di tutti quei poveri profughi strappati alla loro realtà dall'Impero. Combatteva fino a che non fosse stato sicuro per tutti tornare a casa, fino a che suo fratello non fosse tornato a casa. Dentro di sé la padawan aveva aggiunto una parte due al piano, ovvero appena Korkie, Pryo e i rifugiati fossero stati in corsa per il tetto lei avrebbe perlustrato da cima a fondo tutta la struttura per trovare suo fratello. Non avrebbe perso tempo ad aspettare la Nuova Republica. Bwo-Ka era in pericolo, era l'erede alla corona della Galassia, era suo fratello. Non poteva essere in pericolo un secondo di più. Nonostante la determinazione e l'impegno, la Sith era comunque decisamente più capace dei due padawan e per la prima volta dall'inizio del combattimento, parlò:" Ah! Per battermi servono almeno tre Jedi addestrati, e voi insieme non ne fate nemmeno uno" non furono le parole, quanto la sua voce, a far esitare Alhisya che così fece un attacco un po' troppo avventato e la Sith riuscì a far cadere dalla sua cintura la spada laser di Anakin. Con un tonfo colpì il terreno e il suono metallico di essa che rotolava rimbombò in tutta la stanza. Quella voce così umana, così simile a quella che poteva uscire dalla sua gola l'aveva colpita più del dovuto. Le ricordava che stava combattendo contro qualcuno, qualcuno con dei sentimenti, con dell'energia vitale, con la Forza che la guidava. Eppure lei stava sbagliando strada. La ragazza pensò bene di dirlelo, soprattutto in modo articolato e complesso:" Perché?" La parola le uscì dalla bocca con un leggero fiatone, la fatica iniziava a farsi sentire. La Sith le diede una rapida occhiata mentre respingeva gli attacchi di Pryo:"Non fare a questi giochetti con me, giovane. Non mentre tieni la tua spada accesa" rispose fredda, allora Alhisya fece cenno al compagno di indietreggiare. Il nemico si sarebbe forse aperto se non avesse avuto il viso illuminato di verde e blu? Il padawan tuttavia non si fece da parte:"Al, ascoltami. Abbiamo un obbiettivo, ti sta fregando vuole distrarti" Quel ragionamento la riscosse, avrebbe aiutato la Sith dopo aver portato i profughi al sicuro, solo loro erano in pericolo di vita per ora. Si guardò intorno e notò che la spada laser di suo nonno era andata finire vicino all'uscita dalla parte opposta del corridoio. Fece per alzare la mano e richiamarla a sé, ma dovette parare un attacco diretto al petto:"Non importa molto, vero piccola Jedi? Nulla conta come il desiderio di rendere noi stessi felici" disse la Sith piantandole i suoi occhi dorati addosso. Alhisya si riprese dalla sorpresa e rafforzò la presa sull'elsa aggiungendo una mano:"Se fossi felice non staresti facendo tutto ciò" rispose la ragazza. Un'espressione di sorpresa e disdegno si formò sul volto della donna:"Ciò cosa? Difendere una mia abitazione da degli intrusi armati che mi hanno causato migliaia di crediti in danni? Che sono riusciti a interrompere il canale di comunicazione?" Chiese con voce beffarda, ma la padawan scosse il capo spostando il peso più indietro reggendo meglio la pressione tra le due spade. In quel momento Pryo tentò un'attacco alle gambe della Sith, che si accorse di lui troppo tardi. Alhisya sentì lo sfrigolio della spada di lui contro il tessuto dei suoi stivali. La fabbrica e il breve contatto causarono solo un'ustione non così grave, ma abbastanza dolorosa. La donna si girò di scatto e allontanò l'arma dal suo polpaccio:"ARGH!" gridò lei. La padawan disse:"No, con ciò intendo sequestrate persone, ucciderne altre e privare molte di libertà. La tua spada laser non mente, il lato della Forza che scegli è quello sbagliato" le sue parole furono accolte da un ghigno:"Sembra che tu abbia ben distinte le cose giuste da quelle sbagliate, eh, piccola Jedi? Tz, tipico della vostra razza" sputó ella. Il disprezzo nelle sue parole era palpabile:"Meno di quello che tu creda" disse Alhisya con molta più sincerità di quanto non volesse. Lo schiacciante senso di colpa riguardante i suoi sentimenti verso Luke, verso la sua famiglia, verso Pryo e sua sorella Yada, verso Obi Wan e Anakin. I sentimenti che aveva provato per altre persone prima di cacciarle fuori dalla sua vita. 'I Jedi non conoscono paura, non conoscono rabbia, non conoscono odio, non conoscono amore' questo era il detto che vigeva nell'Antico Ordine Jedi, che però mai era rispettata in fondo. Perché per quanto le sue forme siano mutevoli, l'amore, l'affetto è sempre presente. Ma molte cose possono portarti al Lato Oscuro, come per esempio la sete di potere. La stessa che Alhisya aveva sentito durante la dimostrazione ai Maestri Jedi, quando invece di sollevare solo le rocce vicino a se aveva sollevato quelle di tutta l'isola. Ma era davvero potere quello che desiderava? Forse sì forse no. Poche cose erano chiare ad Alhisya su se stessa, cosa desiderava e basicamente come gestire la sua vita non era tra quelle. Pryo si tirò su da terra, lì infatti la Sith l'aveva scaraventato, piano ed un poco esistante:" Ciò che avvertiamo tuttavia è vero, il tuo animo è oscurato" disse con una voce un po' troppo debole per i gusti della padawan. Fece per avvicinarsi a lui, ma la Sith lo attaccó:"Sono solo parole, piccoli Jedi. Ripetete come gli uccelli canterini su Naboo ciò che vi dicono i vostri pretenziosi Maestri. Le uniche cose che vi hanno davvero trasmesso" ormai erano tornate a duellare:"Pacifisti maledetti, la suddetta 'pace' non è altro che un modo per nascondere cosa davvero accade: controllo. C'è sempre qualcuno di più in alto. Come la vostra amata Republica, che nonostante tutto mantiene una monarchia" Pryo non si era ancora del tutto stabilizzato, ma fece un cenno alla ragazza indicandole con il mento i movimenti che stava facendo la mano destra della Sith:"Bugie e scuse, per queste oggi morirete" concluse la donna e aprì una tasca della sua cintura rivelando un oggetto cilindrico lungo con gli angoli arrotondati e contenente un liquido colorato leggermente di indaco. Una bomba al plasma. Alhisya comprese la gravità della situazione giusto un attimo prima che la bomba toccasse il terreno. Con uno scatto della mano la fece sparire, la teneva fluttuante ben lontana dalla vista di chiunque. La Sith alzò un sopracciglio:"Non male, ma la battaglia è solo all'inizio. Tra poco tutti i tuoi amichetti saranno polvere e i tuoi genitori dovranno piangere la scomparsa di due loro figli" disse, alla rivelazione i pensieri nella testa di Alhisya si azzerarono per un attimo. Calma piatta. I rumori intorno a lei divennero più ovattati. Le mancava il fiato, prese un piccolo respiro emettendo un suono mezzo strozzato. '...la scomparsa di due loro figli' 'la scomparsa di due loro figli' 'la scomparsa di due loro figli' 'la scomparsa di due loro figli'. Quelle parole le rimbombarono nella nuca senza assumere un vero e proprio significato, finché un unico pensiero le offuscó la mente: Bwo Ka era morto. L'immagine del corpo del fratello dilaniato dalle orride macchine da tortura dell'Impero le invasero i bulbi oculari, i suoi bei ricci castani che ricadevano sul suo viso martoriato e imperlato dal sudore. Al cuore mancavano diversi battiti e la padawan inizió ad ansimare. La Sith attaccava e lei si difendeva appena. Ripensò alla loro ultima conversazione, e una lacrima le scese sulla guancia, non riusciva ad emettere più nulla se non piccoli versi strozzati. Rischiò numerose volte di morire, ma Pryo la difendeva costantemente continuando a cercare di risvegliarla in un qualche modo dalla sua trance. Alhisya cadde a terra, con le lacrime che le rigavano le guance ed uno sguardo incredulo sul volto. Morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto,morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto,morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto,morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto,morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto,morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto,morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto, morto,morto, morto, morto, morto. Non poteva essere, strizzò gli occhi nella speranza di avvertire la sua presenza, ma l'ondata di sentimenti le impediva di connettersi con la Forza. Decisa allora di calmarsi e prese a fare respiri profondi. Fu allora che piano piano riprese coscienza, ma era debole, ancora distrutta e a terra. Voltó leggermente il viso e vide Korkie dal portone che la fissava con degli occhi che gridavano le sue intenzioni: voleva correre da lei. Ora. Ma non aveva intenzione di interferire mettendo in forse ancora più pericolo Pryo e i profughi. I profughi! Una bambina, quella super legata a Pryo si nascondeva dietro la gamba destra di Korkie e teneva gli occhi spalancati dalla paura. Mise da parte suo fratello in un istante: quella missione non era destinata a lei ed era fallita comunque. Inspirò e si alzò in piedi. Avrebbe portato fuori quella gente da lì, punto. Combattere per la vita, questa era la via dei Jedi. Non capiva bene come, ma durante i suoi attimi di trance era riuscita a tenere la bomba in alto e lontano dagli urti così non era esplosa. La mandò ancora più in alto con una mossa del polso. Strinse l'impugnatura e si scagliò contro la Sith:"Era anche ora!" borbottò Pryo e Alhisya non riuscì a nascondere un sorrisetto. Tipico di lui cercare di sdrammatizzare, ma quel momento di ilarità durò assai poco perché la ragazza notò che per difenderla Pryo si era beccato qualche botta. Questo non fece che aumentare la sua voglia di mettere fine a tutto ciò. Tentò quindi una V forma e diede il meglio di sé, colpí l'avversaria con un calcio in petto, per schivare il contrattaccó girò su se stessa in aria e cadde per terra ma con le mani a flessione per attenuare l'impatto, allungò una mano, uno dei cavi cadde dal soffitto e si arrotolò intorno alle caviglie della Sith. Lei perse l'equilibrio e cadde a terra, mentre la padawan si rialzava Pryo inchiodava la nemica a terra con la sua spada laser. Alhisya si sistemò la veste e si avvicinó ai due, spense la spada laser pensando che fosse finita la battaglia. Ma, oh se si sbagliava. Nonostante la sua spada laser fosse nella mano sinistra di Pryo, non la potevano privare della sua arma maggiore. Alzò un braccio e il laccio lasciò le sue caviglie per andare intorno alla gola di Pryo. Il padawan dovette lasciare entrambe le armi in mano, con le unghie cercava di staccare il laccio che continuava a stringersi. La ragazza corse e saltò con tutte le sue forze sul torace della nemica spezzandole almeno un paio di costole (ovviamente il danno sarebbe stato molto maggiore se non fosse stato per la corazza della Sith). La donna si accartocciò su se stessa in posizione fetale con le braccia strette al petto, ma l'unica preoccupazione di Alhisya era Pryo. Si gettò al suo fianco prendendolo al volo prima che cadesse all'indietro, delicatamente levò il laccio dal suo collo:"Respira, piano" gli sussurrò lei passando le sue dita sui segni rossi. Usò il potere curativo della Forza, era ancora una padawan, ma il rossore e il sangue svanirono, solo qualche segno bianco e qualche crosta. Il respiro divenne più regolare e Pryo riuscì ad alzarsi in piedi. Si abbracciarono, poi Alhisya si voltò e fece segno a Korkie e ai profughi di farsi avanti. Tutti attraversarono il corridoio in fretta, evitando come si evita un puzzolente calzino la Sith a terra che guaiva. Korkie si avvicinò e abbracciò forte i due padawan e qualche lacrima bagnò i loro occhi. Poi il giovane duca andó a premere il pulsante che apriva le porte che piano piano si aprirono. Ormai tutti erano nel corridoio di vetro sopra il fiume con Pryo e Alhisya a chiudere la fila, quando sentirono una voce flebile dire con tono soddisfatto :"Portatelo qui". I due si girarono di scatto e videro che la Sith si premeva un mini microfono sulle labbra. La porte erano finalmente del tutto aperte, ma Pryo fece per muoversi zoppicando leggermente per le ferite subito a chiuderle. Alhisya nel mentre strappó il microfono dalle mani della donna e lo ruppe per poi voltarsi verso la porta della sala macchine in cui i profughi erano riparati poco prima. Un suono di passi di tre persone all'incirca si fece più vicino, era il momento di darsela a gambe. Ma qualcosa fermò Alhisya dal fare segno a Pryo di chiudere le porte, avvertì una presenza. Una presenza così familiare e rassicurante che un solo accenno ad essa le impedì di guardare più a fondo nell'anima di colui che si stava avvicinando. Tutti gli occhi erano puntati sulla porta mezza distrutta della sala macchine. Infine si aprì velocemente, a differenza di quella che dava sul ponte di vetro, rivelando tre volti. C'erano una figura incappucciata con accanto due soldati che si inchinarono e lasciarono solo il loro capo, probabilmente facendo da guardia in caso di attacco da dietro. La figura alzò il capo, rivelando il volto di Bwo Ka. Ma qualcosa era diverso il lui: i suoi occhi erano giallo intenso.
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Allora, dato che sono negata con le descrizioni, ho provato a illustrare la sala dello scontro. C'è da dire che sono pessima pure a disegnare quindi.... tenterò!

Grazie per l'attenzione :)

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STAR WARS: EPISODE 7- NEW WAYS Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora