Prologo

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-non ci posso credere- stava ripetendo Sonja quasi a cantilena da quando erano entrati all'interno dell'ospedale.

-calmati- ridacchiò Enrik mettendole una mano dietro la schiena per poi guardarsi intorno. Li avevano chiamati venti minuti prima dicendo che all'ospedale era nato da qualche giorno un bambino che aveva bisogno di due genitori e Enrik non ci aveva pensato due volte prima di dirlo alla moglie e prendere la macchina per raggiungere la struttura. Erano anni ormai che cercavano un bambino piccolo da poter adottare visto che non erano mai riusciti, nonostante ci avessero provato per anni, ad avere figli.

-signori Tarmarianis- Enrik e Sonja si alzarono e si avvicinarono al dottore che gli stava sorridendo -se venite con me vi porto da vostro figlio-

-mi assicurate che non ha genitori da nessuna parte?- domandò ancora Enrik. Voleva essere sicuro l'uomo di non strappare quel bambino dalle mani dei genitori o comunque se anche ci fossero che lo stessero lasciando in adozione di propria volontà.

-si, la madre è morta dopo il parto ed era l'unico genitore presente- confermò nuovamente l'infermiere e Enrik lasciò un sospiro di sollievo. Si sentiva davvero meglio dopo quelle parole. Lui e la moglie quindi seguirono l'infermiere fino a quando non arrivarono in una camera dove in una piccola culla di vetro era presente quello che sarebbe diventato il loro figlio.

-è bellissimo- disse Sonja avvicinandosi per prima alla culla e sorridendo in direzione del bambino che stava tranquillamente dormendo incurante di avere davanti i suoi nuovi genitori.

-gli è già stato dato un nome?- domandò Enrik sorridendo nel vedere quella scena.

-Gideon, la madre glielo ha dato prima di morire, ma potete cambiarlo volendo- spiegò l'infermiere.

-vorrei tenergli quello che gli ha dato la madre- disse Enrik guardando verso la moglie che aveva preso in braccio il bambino e iniziando a cullarlo.

-Gideon mi piace come nome quindi teniamo il primo che gli hanno dato- concordò con lui Sonja avvicinandosi poi alla moglie e al figlio lasciando un bacio sulla testa della donna. -possiamo portarlo a casa già oggi?- domandò Sonja accarezzando la testolina del bambino sulla quale era presente qualche peletto scuro.

-certo. Dovete solamente firmare le carte che il direttore Robbinson ha preparato per poi e poi potrete uscire di qui tutti e tre come una famiglia- i due coniugi si sorrisero, anche se entrambi ancora non credevano fosse possibile essere riusciti ad avere finalmente un figlio, e seguirono nuovamente l'infermiera in quello che era a tutti gli effetti lo studio di Stefan Robbinson.

-Stefan- salutò Enrik l'uomo entrando nello studio con un sorriso sulle labbra -grazie per averci chiamato subito-

-non ti preoccupare Enrik- disse quello che era sempre stato il suo migliore amico fin dai tempi delle medie -sei il mio migliore amico e sapevo da tempo che stavate cercando di avere un figlio. Quando mi sono imbattuto in quella povera creatura rimasta sola non poteva di certo ignorarla. Venite a firmare le carte così non vi trattengo oltre qui- concluse il discorso il medico con Enrik e Sonja che si avvicinavano alla scrivania proprio mentre Gideon apriva per la prima volta i suoi occhi azzurri.


L'altra mia metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora