Capitolo 16

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-sicuro di non voler salire?- sussurrò Dennis osservando attentamente Roman mentre il biondo parcheggiava la macchina davanti la villetta di Gideon.

-devo tornare a casa o mi danno per disperso-

-avvisali che sei da Gideon- sussurrò ancora Dennis che non aveva nessuna intenzione di uscire da quella macchina senza l'altro.

-per quanto vorrei domani tu hai uno shooting e io non so stare fermo se ti ho nella mia stessa camera- gli fece notare Roman sporgendosi leggermente per potergli lasciare un bacio sulle labbra.

-ma venti minuti fa non ti stavi preoccupando di ciò mentre lo facevamo in macchina- gli fece notare Dennis incrociando le braccia al petto e facendo ridacchiare Roman per il muso lungo che aveva messo l'altro.

-prima ero preso dal momento e soprattutto dal fatto che tu potevi respingermi per questo non ci ho pensato. Adesso che so che sei letteralmente ai miei piedi non ho la necessità di essere avventato-

-chi sarebbe ai tuoi piedi scusa?- domandò ridendo Dennis avvicinandosi facendo credere a Roman che lo stesse per baciare e quindi il biondo gli si avvicinò a sua volta ma all'ultimo momento Dennis si ritrasse lasciandolo appeso -mi sembri tu quello ai miei piedi- ridacchiò poi nel notare la faccia di Roman che sbuffò.

-bastardo- disse allora il biondo passandosi una mano tra i capelli e ritornando a fissare il bel castano al suo fianco. Era assurdo come Gideon, nonostante fosse letteralmente identico a Dennis, non gli fosse mai piaciuto così tanto come gli piaceva Dennis e sul suo migliore amico non aveva mai avuto nemmeno uno dei pensieri che gli stavano affollando in quel momento la mente.

-sto dicendo la verità- sorrise Dennis per poi farsi improvvisamente serio -davvero non vuoi salire?-

-no tesoro- disse convito Roman -domani ti passo a prendere con la moto e andiamo insieme allo shooting-

-la tua preziosa moto?- domandò sorpreso Dennis -ma se andiamo con la moto non puoi assaltarmi o sbaglio?-

-lo farò finito lo shooting- gli confermò Roman e questa volta fu Dennis a sporgersi per baciare l'altro sulle labbra prima di scendere dalla sua macchina -buonanotte e grazie per oggi- lo salutò correndo più veloce che poteva all'interno della villetta. Ancora doveva del tutto capire quello che era realmente successo quella sera visto che non si era minimamente aspettato che Roman potesse baciarlo e soprattutto che sembrasse anche serio in qualche modo. Della sua serietà non era ancora convinto del tutto ma aveva deciso di lasciarsi andare visto che aveva concesso una possibilità a gente ben peggiore di Roman e soprattutto che lui non conosceva. Roman invece lo aveva in buona parte conosciuto in quel mese che aveva fatto finta di essere Gideon e si fidava del biondo anche se a volte lo faceva esasperare un po' troppo.

-ehi sei tornato adesso?- Dennis alzò lo sguardo ringraziando mentalmente che Roman non avesse lasciato nessun segno visibile sulla sua pelle, aveva controllato allo specchietto della macchina del biondo per precauzione, altrimenti Enrik gli avrebbe fatto fin troppe domande.

-si, Roman mi ha trascinato al circuito perché voleva allenarsi un po' con la moto e abbiamo perso la cognizione del tempo- non era proprio una menzogna ma nemmeno tutta la verità.

-avete almeno mangiato qualcosa?-

-si-

-sia a pranzo che a cena?- domandò ancora Enrik e per un momento a Dennis parve di sentire sua madre che lo rimproverava ogni qual volta saltava un pasto della giornata.

-solo a pranzo ma abbiamo pranzato tardi e non ho fame- rispose sinceramente Dennis che vide l'uomo fare uno sguardo confuso.

-questo è strano...tu hai sempre fame- borbottò fra se e se il biondo e Dennis maledì mentalmente Gideon per quello.

-forse mangerò qualcosa più tardi- mentì Dennis che di certo non sarebbe sceso nuovamente dalla sua camera per andare a mangiare qualcosa visto che come aveva detto in precedenza non aveva minimamente fame.

-non ti finire tutte le fragole- concluse il discorso Enrik sorridendo al castano e lasciandolo andare verso la sua camera nonostante avesse la strana sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato. Non ebbe il tempo di pensare visto che il suo telefono prese a squillare e senza nemmeno guardare chi fosse rispose alla chiamata.

-fratelloneeeee- urlò una voce femminile che conosceva fin troppo bene ed Enrik istintivamente sorrise.

-Naomi- salutò la sorella a sua volta -a cosa devo questa chiamata? Di solito non mi chiami mai se non quando mi devi fare gli auguri-

-io e Valery arriveremo a breve-

-cosa?- domandò confuso Enrik -dalla Germania? Perché?-

-mio marito è impegnato con il suo progetto e non ha tempo per farsi una vacanza con me e Valery per questo ho pensato di venire a disturbare te visto che ti manca una presenza femminile nella tua vita da un bel po'-

-scusa se dopo Sonja non sono riuscito a trovare qualcuno- sbuffò Enrik -e io e Gi ce la caviamo benissimo da soli-

-ancora non glielo hai detto?- domandò Naomi a voce abbastanza alta da far capire all'uomo che la figlia non era nelle vicinanze e che non avrebbe sentito la loro conversazione: aveva chiesto a tutti quelli che sapevano la verità su Gideon di non dire niente visto che non voleva dare un brutto colpo al ragazzo. Con Sonja inizialmente avevano pensato di parlargliene il giorno del suo ventunesimo compleanno ma la donna era morta prima di poter vedere Gideon a quell'età e lui non se l'era sentita di rivelargli tutto.

-no e non credo che lo farò- sussurrò Enrik guardando in direzione della scale -non voglio che si allontani da me solo perché non siamo legati biologicamente-

-non credo lo farebbe En. Lo hai cresciuto per tutti questi anni e sei stato un padre fantastico quindi non potrebbe mai odiarti. Secondo me è meglio se gliene parli proprio come voleva fare Sonja-

-appena troverò il momento lo farò- si decise a dire Enrik -quindi quando arrivate?-

-fra qualche giorno- rispose Naomi anche se aveva perfettamente capito che il fratello voleva solamente cambiare discorso.


L'altra mia metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora