Capitolo 12

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Dennis si guardò per l'ennesima volta allo specchio che aveva difronte cercando di sistemarsi la giacca dello smoking che in realtà stava già bene di suo. Quella giornata era passata abbastanza tranquillamente, anche se Enrik si era stranito di vederlo sveglio preso e soprattutto fare colazione con lui, e aveva passato tutto il tempo a girare la villetta nella quale abitava Gideon cercando di imprimersi a memoria tutti i luoghi che vedeva e quali corridoi prendere per poterci arrivare.

Poi era venuto il tempo di prepararsi per la cena di beneficenza e dopo essersi fatto una doccia nel bagno che era presente accanto alla sua camera e che da quanto aveva capito era letteralmente solo di Gideon, aveva passato il tempo ad osservare dubbioso i vari smoking presenti nell'armadio dell'altro decidendo solo alla fine di prendere il completo grigio e indossarlo velocemente.

-smettila stai benissimo- sentendo quelle parole Dennis si girò di scatto incrociando i suoi occhi azzurri con quelli neri di Roman che era entrato in quella stanza senza nemmeno bussare.

-che ci fai qui?-

-le nostre famiglie vanno insieme alla cena e io ho detto ad Enrik che salivo a chiamarti. Non busso mai alla porta di Gideon- ridacchiò il biondo avvicinandosi a Dennis e osservandolo attentamente nel completo di Gideon per poi sorridere nel notare come il ragazzo si fosse portato all'indietro i capelli per non averli davanti proprio come li aveva tenuti qualche settimana prima durante uno shooting -hai parlato con Gi?-

-si gli ho detto che il suo migliore amico coglione mi ha mollato da solo senza aiutarmi- borbottò Dennis guardando male l'altro per poi togliere il telefono di Gideon dalla carica e infilarlo nella tasca dei suoi pantaloni e dirigersi verso l'uscita della sua camera intendo ad allontanarsi velocemente da Roman.

-andiamo non posso restare ventiquattro ore con te- ridacchiò Roman -comportati normalmente con i miei genitori visto che conoscono Gideon da quando è nato- sussurrò ancora il biondo mentre entrambi scendevano le scale velocemente e Dennis annuì leggermente con il capo.

-mi ha detto anche che guidi le moto- sussurrò dopo un po' Dennis mordendosi il labbro inferiore leggermente a disagio per aver uscito quell'argomento.

-e perché mai te lo avrebbe detto?- ma Dennis non riuscì a rispondere alla domanda di Roman visto che entrambi arrivarono alla limousine ed entrarono nella stessa con Dennis che sorrise in direzione di quelli che dovevano essere i genitori di Roman.

-che succede oggi?- domandò Enrik voltandosi verso quello che credeva essere Gideon -sei arrivato in orario per non parlare che ti sei svegliato anche presto-

-ecco...-

-l'ho trascinato io fuori dalla camera altrimenti sarebbe stato altri venti minuti a farsi foto- ridacchiò Roman mentre sua madre alzava un sopracciglio.

-di solito non dobbiamo mandare qualcuno a chiamarvi perché entrambi state venti minuti a farvi foto davanti allo specchio?- domandò appunto la donna e Roman sbuffò.

-non ho dormito bene questa notte- disse allora Dennis -per questo sono sceso presto a fare colazione e al momento sono stanco quindi non ho la forza di farmi foto- continuò a mentire il ragazzo cercando di sembrare il più convincente possibile cosa che parve in qualche modo funzionare.

-oh caro stai bene?- gli domandò ancora la donna avvicinandosi per mettergli una mano sulla fronte e misurargli la temperatura mentre la limousine partiva.

-si, solo malditesta non è niente di grave- sussurrò ancora Dennis che non voleva far preoccupare troppo i presenti.

-non essere pesante mamma. Gi ha solo bisogno di dormire- gli diede manforte Roman mettendogli anche un braccio sulle spalle. Avvertì, il biondo, distintamente il piccolo ringhio di Dennis ma continuò a tenere il braccio in quella posizione.

-su su Gabriela lasciali stare- le disse anche il marito sorridendo ai due ragazzi -ti ricordo che oggi mettono anche all'asta quella bellissima dressel venti e dobbiamo prenderla assolutamente-

-ancora papà?- domandò esasperato Roman mentre stringeva più a se Dennis sapendo che avrebbe fatto innervosire l'altro, lo faceva letteralmente a posta in quel momento -abbiamo la casa piena di ceramica romana per favore-

-ma è bella- continuò sua madre tutte felice e contenta mentre Roman sbuffava. La sua casa sembrava letteralmente un museo e davvero non c'era bisogno di aggiungere altra roba ancora alla loro collezione privata.

-è solo adesso che hai deciso che non ti piacciono, quando eri più piccolo adoravi l'ala romana- gli disse suo padre sorridendo per poi sorridere a sua volta a Enrik che annuì. Lui e Ottavian avevano pensato alla stessa cosa e cioè a quando Roman e Gideon correvano da bambini per l'ala delle antichità romane facendo finta di essere gladiatori o altre volte anche di essere imperatori romani che mostravano le loro collezioni ai sudditi. Alcune volte avevano anche avuto paura per l'incolumità di quei reperti, soprattutto dei vasi in ceramica o dei busti, ma i due bambini non avevano mai distrutto niente quindi gli era andata davvero bene.

-a proposito, Roman ieri mi ha detto che hanno trovato degli idoletti- se ne uscì Enrik cercando in qualche modo di cambiare discorso perché aveva notato come Roman stesse iniziando a innervosirsi e anche che stranamente Gideon non era intervenuto come faceva di solito per calmare il suo migliore amico ma era rimasto completamente immobile.

-oh si sono bellissimi- Gabriela prese il suo telefono cercando freneticamente qualcosa per poi passarlo a Enrki e anche Dennis sbirciò leggermente dalla sua posizione accanto all'uomo per vedere quegli idoletti di cui tanto aveva sentito parlare. Certo sembravano essere ancora ricoperti di terra ma molto probabilmente era perché le foto erano state fatte poco dopo che erano stati trovati e che quindi non erano ancora stati puliti a dovere.

-quanti ne hanno trovati?- domandò curioso Enrki riporgendo il telefono alla donna bionda che sorrise.

-una cinquantina al momento- spiegò lei -ma gli scavatori mi hanno assicurato che sembrano essercene altri solo che devono prima scavare tutto il livello corrente e poi possono concentrarsi su quello sottostante. Sembra esserci un deposito a tutti gli effetti- e la donna continuò a parlare ininterrottamente di quegli idoletti mentre Dennis senza nemmeno accorgersene posò la testa sulla spalla di Roman e Roman fu ben attento a non farglielo notare.


L'altra mia metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora