Capitolo 21

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-come sta Nina?- domandò Merida al figlio mentre stava lavando i piatti e il ragazzo glieli asciugava e riponeva a posto.

-bene- rispose lui -almeno i nonni sono dalla sua parte- continuò Gideon sospirando pesantemente. Nina era rimasta a casa loro per due giorni per poi essere chiamata dai suoi nonni paterni che le avevano detto di volerla tenere a casa loro al sicuro mentre i suoi genitori divorziavano definitivamente e si calmavano anche. Gideon all'inizio non era stato felice della cosa, aveva un po' di timore per quella che voleva considerare la sua ragazza anche se lei non si era ancora sbilanciata molto, ma Nina lo aveva rassicurato. Si sentivano ogni giorno e ogni giorno lei gli ripeteva che stava bene.

-tu non sei tanto convinto- continuò Merida alzando un sopracciglio.

-è la mia migliore amica, la voglio al sicuro- sussurrò Gideon e Merida pensò un "solo?" ma non lo disse mordendosi anzi il labbro inferiore. Era da un bel po' di tempo che aveva un dubbio, quello al suo fianco non era Dennis, ma non aveva mai avuto il coraggio di fare la prima mossa. In quel momento però...in quel momento voleva sapere se i suoi dubbi erano fondati e iniziò a guardarsi intorno in cerca di una scusa per poter testare il castano che aveva accanto e quando notò i bicchieri sporchi ancora sul tavolo sorrise vittoriosa.

-Gideon puoi prendermi i bicchieri dal tavolo?- domandò con calma e con noncuranza.

-si- sussurrò lui facendo il tutto in automatico e solo dopo aver passato il primo bicchiere sgranò gli occhi osservando la castana che lo stava guadando a sua volta con occhi sgranati. -come mi hai chiamato?- domandò con un filo di voce allora. Non poteva esserselo immaginato vero?

-Gideon- disse Merida osservandolo attentamente con calma, come se lo vedesse per la prima volta -avevo ragione sei Gideon- continuò la castana passandosi una mano tra i capelli incurante che fosse piena di schiuma per via del detersivo che stava usando per lavare i piatti.

-co...come?- Gideon si morse il labbro inferiore -come sai il mio nome?-

-forse perché hanno tenuto quello che ti ho dato io?- domandò retorica Merida -credevo che non ti avrei mai più rivisto- aggiunse poi con le lacrime agli occhi.

-me lo hai dato tu...io...non sto capendo- disse sinceramente Gideon -l'unica cosa che so e che io e Dennis ci siamo scambiati perché siamo identici-

-siete gemelli per questo siete identici- Merida si sedette al tavolo e indicò al figlio di fare lo stesso -ti hanno tolto dalle mie braccia dopo poco che eri nato perché...perché secondo loro una ragazzina singol e senza dei genitori che potevano aiutarla non sarebbe riuscita a crescere due figli- aggiunse poi iniziando a torturarsi le mani.

-io e Dennis siamo gemelli- sussurrò ancora Gideon capendo che Roman aveva avuto ragione sin dall'inizio -questo spiega perché siamo nati lo stesso giorno- aggiunse poi ricordandosi di quel particolare -la cosa che non capisco a questo punto è perché quelli che sono i miei genitori adottivi hanno...hanno nascosto il fatto di avermi adottato o chissà com'è andata la storia-

 -Gideon- sussurrò Merida prendendo le mani del figlio tra le sue -calmati-

-come faccio a calmarmi se tutta la mia vita è stata una bugia? Io...Dennis lo sapeva?-

-di avere un gemello?- Merida scosse la testa -non ne ho mai parlato perché non volevo si preoccupasse anche del fratello che aveva perso oltre al padre inesistente. Pensa che io non sappia che ha fatto ricerche sul padre-

-mi sembra tutto così strano che...- ma si bloccò di colpo sentendo il telefono del gemello suonare e lo prese per vedere quello che era il suo numero -è Dennis- disse alla madre prima di rispondere -ehi tutto bene?-

-non contando lo shock anafilattico di un'ora fa sto una meraviglia- gli disse con apparente calma l'altro mentre Gideon sgranava gli occhi.

-shock anafilattico!- sbottò e vide anche gli occhi della madre sgranarsi per la preoccupazione -perché cavolo hai mangiato le fragole!-

-erano in una stupida cremina di un antipasto non sono cretino che non vedo le fragole- gli rispose Dennis alzando gli occhi al cielo mentre guardava fuori dal finestrino con il cuore a mille, voleva dire tante parole all'altro ma non sapeva come iniziare.

-ah, stai bene adesso? Non me lo perdonerei se...-

-sto bene...sto venendo li- disse velocemente.

-perché?-

-ecco...l'ho avuto davanti a tutti quindi sanno che non sono Gideon- spiegò a Gideon Dennis -e c'è anche altro che devo dirti e...-

-che io sono stato adottato?- sbottò Gideon lasciandosi andare sulla sedia. Il suo gemello stava bene quindi non aveva più bisogno di essere preoccupato per lui -l'ho appena scoperto anch'io visto che nostra madre mi ha chiamato Gideon dal nulla-

-quindi...sei davvero il mio gemello?- domandò sconvolto Dennis: quando Enrik era tornato dalla telefonata aveva spiegato sia a lui che a Valery quello che stava succedendo e l'uomo, che in quel momento era al suo fianco nella limousine e che aveva lo sguardo perso nel vuoto, aveva detto che potevano essere gemelli probabilmente lui e Gideon.

-si, lo sono. Stai venendo qui solo tu o...-

-anche Enrik- rispose velocemente Dennis continuando a guardare l'uomo -Gideon lui...ti deve spiegare tante cose e credimi devi ascoltarlo- il castano notò il piccolo sorriso che era apparso sul volto dell'uomo in quel momento. Anche se non lo stava guardando lo stava ascoltando e Dennis avrebbe fatto di tutto per far si che il suo gemello non iniziasse ad odiare Enrik senza farlo prima parlare.

-che sai?- domandò curioso Gideon.

-saremo li a breve- concluse Dennis chiudendo la chiamata e Gideon guardò la madre.

-Dennis e il mio padre adottivo stanno venendo qui- le spiegò con calma -e Nis sta bene- aggiunse poi cerando di non pensare al fatto che stava per scoprire quali altre bugie componevano la sua vita.

L'altra mia metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora