Capitolo 9

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-Enrik posso rimanere a cena vero?- fu la prima cosa che Roman domandò all'altro biondo dopo essere entrato in casa di Gideon insieme a Dennis. Avevano trovato subito Enrik che stava fermo immobile davanti all'ingresso e Roman ne aveva approfittato.

-lo sai che non lo devi chiedere Roman. Avviso in cucina che devono preparare anche per te e voi due vedete di non stare sempre davanti ai videogiochi oggi pomeriggio- concluse Enrik mentre Dennis annuiva anche se voleva solo spalancare la bocca: quel posto era immenso e per giunta avevano anche dei cuochi personali!

-andiamo- sussurrò Roman facendo strada all'altro castano visto che Dennis ancora non conosceva quel posto -e vedi di cercare di impararti la strada per arrivare alla tua camera altrimenti è un macello- borbottò ancora il biondo mentre Dennis lo seguiva continuando a guardarsi intorno sorpreso da quanto fosse enorme quel posto. La sua casa era letteralmente grande quanto il soggiorno.

-hanno dei cuochi?- non riuscì a non chiedere Dennis.

-una cuoca- specificò Roman -anch'io a casa, i nostri genitori sono molto impegnati con il lavoro e non possono mettersi tanto in cucina anche se Sonjia prima lo faceva ogni tanto-

-chi è Sonjia-

-la madre di Gideon- sussurrò Roman con un sorriso triste -non c'è più da molti anni in realtà, Gideon e suo padre sono rimasti da soli-

-che è successo?- domandò preoccupato Dennis ringraziando di non aver fatto quella domanda a Gideon, sapeva perfettamente che a volte non era facile parlare del genitore che non c'era più.

-un tumore- sussurrò Roman aprendo una porta e facendoci entrare anche Dennis, Dennis che subito capì di essere nella camera di Gideon e guardò sorpreso l'enorme letto a due piazze presente al centro della camera chiedendosi anche quanto sarebbe stato comodo dormire con tutto quello spazio a disposizione -se ne sono accorti quasi subito i medici ma nonostante tutte le cure non sono riusciti a salvarla. Gideon aveva dodici anni quando è morta-

-non deve essere stato facile per lui-

-per niente. Ha sempre fatto finta di stare bene davanti al padre ma quando era con me si lasciava andare completamente. Gideon non voleva far preoccupare Enrik più del dovuto e non voleva nemmeno che il padre si sentisse in qualche modo in colpa per tutto quello. Sai Enrik è una di quelle persone che si incolpa sempre per le cose peggiori anche quando non dipendono da lui-

-quello che è successo non è di certo colpa sua o di qualcun altro- sussurrò Dennis sospirando pesantemente -sai se ne parlano mai a tavola? Sai non vorrei trovarmi in mezzo a discorsi che non posso affrontare-

-non credo- rispose sinceramente Roman per poi buttarsi a peso morto sul letto di Gideon -buttati anche tu di certo Gi non ti dirà niente- e Dennis anche se un po' titubante si sedette lentamente sul bordo del letto continuando a guardare la camera con molto interesse.

-sono così spaesato che...mi preoccupo anche per lui-

-ti ha detto che non ce ne è bisogno quindi non iniziare a farti paranoie. Lo state facendo perché volete capire come mai siete così simili e soprattutto nati lo stesso giorno quindi fate fare il loro corso agli eventi. Cerca di comportarti come fai agli shooting e vedrai che riuscirai a cavartela egregiamente e per qualunque cosa ci sono io- poi Roman ridacchiò -ti aspetterà tanto contatto fisico sappilo-

-basta che lo fai solo quando è strettamente necessario e non in momenti in cui non ci sta guardando nessuno- borbottò Dennis passandosi una mano tra i capelli sospirando anche leggermente. Qualcuno bussò alla porta e Roman guardò Dennis come per dirgli di parlare -si?- domandò il castano vedendo poi sorridere l'altro segno che aveva fatto bene.

-è pronta la cena- disse la voce di una donna che Dennis non aveva ancora mai sentito.

-scendiamo subito, grazie- rispose allora Dennis alzandosi dal letto e aggiungendo in un sussurro: -chi era?-

-una delle cameriere, dovrebbe essere Greta dalla voce- rispose Roman alzandosi a sua volta anche se controvoglia e aiutando Dennis ad arrivare sano e salva all'enorme sala da pranzo per poi sedersi sorridendo in direzione di Enrik che non si era posizionato a capotavola come aveva creduto Dennsi ma a una delle sedie laterali e il castano prese posto difronte all'uomo con Roman alla sua sinistra.

-i tuoi hanno trovato qualcosa di interessante Roman?- domandò l'uomo mentre iniziava a tagliare la sua bistecca a poco dopo i due ragazzi che aveva difronte lo imitarono.

-oh si- borbottò Roman -mia madre non fa altro che parlare di quegli idoletti da quando gli scavatori li hanno portati alla luce. Ha già iniziato le trattative per provare a tenerne uno nella sua collezione privata visto che finanziamo gli scavi- rispose il biondo e Dennis aveva una voglia matta di chiedere di cosa stessero parlando, di quali scavi stavano parlando per la precisione, ma non poteva fare una domanda del genere a quello che era il suo migliore amico.

-immagino- ridacchiò Enrik -ti ha fatto vedere qualche foto Gi?- chiese poi al figlio e il castano scosse la testa.

-il coglione si tiene tutto per se- rispose poi e dal sorriso che gli lanciò Roman capì di aver risposto nel modo giusto. Roman che non voleva smetterla di sorridere visto che senza nemmeno saperlo Dennis aveva risposto allo stesso modo e tono che avrebbe usato Gideon al posto suo. La sua copertura era saldamente stabile.

-non ci puoi far vedere nemmeno una foto?- domandò ancora Enrik.

-non posso, mia madre le tiene al sicuro nel suo computer e non permette a nessuno di avvicinarsi- borbottò il biondo -non è colpa mai- aggiunse poi tirando un leggero pugno sulla spalla a Dennis per il coglione.

-allora cercherò di convincerla domani-

-domani? Vengono qui?- domandò confuso Roman e Enrik scosse la testa.

-domani abbiamo una cena di beneficenza te ne sei dimenticato?- chiese il biondo e Dennis si sentì morire: non così presto quella maledette cena!


L'altra mia metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora