«È stato così... imbarazzante.» mugugnai, affondando la faccia nel mio piatto di pasta.
«Oh, andiamo, era solo un appuntamento! Non credo che sia così imbarazzante uscire con Justin.»
«Mi ha fatto arrivare a Los Angeles a bordo di una fottuta macchina leopardata. Mi ha fatto indossare i suoi vestiti. E, cosa più umiliante, ha detto che gli era piaciuto sentirmi urlare il suo nome.»
«Beh, evidentemente gli è... aspetta, cosa?!»
«Io e Justin abbiamo fatto sesso - feci spallucce - Non è una cosa così eclatante.»
«Non è una cosa così eclatante? - ripeté Ariana, sgranando gli occhi - Ti sei scopata uno dei ragazzi single più ambiti al mondo e dici che non è una cosa così eclatante?»
«Lo è?»
Ariana alzò gli occhi al cielo. «Lo è, tesoro, lo è.»
Scossi la testa. «Secondo me, non è una cosa tanto sconvolgente. Certo, se la cava, ma... alla fine è come andare a letto con una persona qualsiasi.»
Ariana stava per ribattere, quando bussarono alla porta, andai ad aprire, trovandomi Justin davanti.
Beh, parli del diavolo...
«Che ti serve?» chiesi, poggiando una mano sulla porta per non farla chiudere.
Justin si passò una mano fra i capelli. «Sono venuto per darti questo - disse, porgendomi il tubino nero che avevo lasciato a casa sua - E per prendere i miei abiti.»
Annuii. «Sono di sopra, aspetta che te li prendo.»
Salii le scale, entrando in bagno per prendere gli abiti di Justin. Erano sopra l'asciugatrice.
Quando stavo di nuovo scendendo di sopra per darglieli, sentii lui e Ariana parlare di me. Decisi di origliare la conversazione. Tanto... stavano parlando della sottoscritta!
«Ha detto che non è stato niente di che, mi dispiace.» disse Ariana, rammaricata.
Sentii Justin sospirare teatralmente. «Me lo aspettavo.»
«Lei lo sa?»
«Cosa?»
«Che... - Ariana fece una pausa - Che tu sei innamorato di lei. Lo sa?»
«Non credo. Sospetto che l'abbia capito, l'altra sera... ma spero di no. Io, comunque, non ho intenzione di dirglielo.»
«Perché? Magari, col tempo...»
Justin ridacchiò amaramente. «Tempo un cazzo, Ariana. Io per lei sono solo il vicino di casa scassaballe con cui lavora occasionalmente. Non credo potrà mai vedermi in modo diverso.»
«Lei ti piace davvero così tanto?»
«Sì - rispose subito - Anche se non mi tratta nel migliore dei modi, è cordiale solo quando lavoriamo e ha il carattere peggiore di questo mondo... ha qualcosa che mi riesce difficile ignorare.»
«Allora dovresti provarci. Ehi, potresti invitarla alla festa a Malibù!»
«Verrebbe?»
«Certo. Amelia ama le feste!»
Decisi di scendere di sotto, interrompendo la loro conversazione. Porsi gli abiti a Justin, che li fissò attentamente.
«Li ho lavati, tranquillo.» dissi, sarcastica.
Justin rise. «Grazie per il pensiero.»
Mi baciò una guancia a tradimento, prima di allontanarsi verso la porta.
Bene, non mi inviterà a nessuna festa.
«Justin, dimentichi qualcosa?» chiese Ariana, facendolo bloccare.
«Uhm... no.»
Ariana sbuffò. «Come, no? La festa, Malibù... non ti ricorda niente?»
Justin guardò Ariana come se avesse voluto strangolarla. «Certo... la prossima settimana un mio amico da una festa a Malibù, e mi chiedevo se... vorresti venirci.»
«Una festa? La prossima settimana? - Justin annuì - Oh... ci penserò.»
Justin sorrise. «Fantastico.» disse, prima di uscire.
Chiusi la porta, poggiandomi con la schiena contro di essa.
«Però ha avuto un bel pensiero ad invitarti.» disse Ariana, sorridendomi.
La fulminai con lo sguardo. «Tu ora mi dici perché non mi hai mai detto che Justin è innamorato di me.»
Ariana sbiancò. «Hai... ascoltato la conversazione?»
«Ogni singola parola. Ora spiega.»
Ariana sospirò, facendomi cenno di sedermi accanto a lei. Mi sedetti, facendole cenno di parlare. «Allora... Justin è innamorato di te più o meno da quando gli controllasti le braccia per vedere se si era tagliato.»
«Uh, è parecchio tempo - commentai, contando i mesi mentalmente - E tu da quanto lo sai?»
«Da un mese. Parlavo con lui di quanto mi dispiacesse che eri triste per Troy e lui... si fece scappare che ne era felice perché così avrebbe potuto conquistarti.»
Povero illuso, pensai, scuotendo la testa. «E tu avevi intenzione di dirmelo...?»
«Mai, ovviamente.»
«Bell'amica che ho!» sbottai.
«Aspetta, prima di giudicare - disse, coprendomi la bocca con la mano per non farmi sbraitare - Aveva detto che te l'avrebbe detto il prima possibile... ma prima doveva farsi vedere come un ragazzo normale e non solo come un collega di lavoro.»
«E così hai organizzato un appuntamento al buio che era al buio solo per me, visto che lui lo sapeva - dissi, a denti stretti - Sei ingegnosa.»
«Lo so - si vantò - E comunque è andata bene, visto quello che è successo...»
«No, non è andata bene! Perché ora lui pensa chissà che cosa. Io non sono per niente interessata a lui. Certo, è stata una bella scopata, ma finisce lì. Per me Justin è soltanto il vicino di casa. Ok?»
«Secondo me, stai valutando tutto troppo presto.»
«Non sto valutando niente presto.»Alzai il volume della musica, gettandomi a peso morto sul letto. Quella sera non avevo voglia di fare niente. Ariana mi aveva chiesto di uscire con lei, ma io non volevo neanche parlarle. Almeno, finchè questa faccenda non sarebbe sbollita del tutto. La odiavo ed ero delusa da lei per non avermi parlato della cotta di Justin, ma è pur sempre la mia migliore amica. E poi, aveva ragione a non avermene parlato: sarei impazzita. O mi sarei sentita in colpa per aver indotto Justin ad innamorarsi di me, cosa che mi sembrava ancora impossibile. Insomma, cosa ci trova lui in me? Con tutte le belle ragazze che gli girano attorno, doveva per forza interessarsi a me?
«Ehi!»
Mi voltai, sbuffando. Di nuovo, oh. Devo smetterla di parlare di lui o di pensare a lui.
«Che vuoi, Bieber?» chiesi, volgendo di nuovo lo sguardo al soffitto.
«Niente, mi annoio e mi domandavo se ti andava di parlare un po' con me, visto che non hai niente da fare.» disse, acido.
«Ma io ho qualcosa da fare - ribattei, fissando il mio sguardo nel suo - Annoiarmi.»
«Beh, ti va se ci annoiamo insieme?» mi chiese, speranzoso.
«No.» dissi, sorridendo forzatamente.
Justin gonfiò le guance, assumendo un'espressione che mi fece scoppiare a ridere.
«Perché ridi, bastarda?»
Respirai profondamente per riprendere fiato. «Sei così buffo quando gonfi le guance.»
Justin sorrise. «Ah, quindi ti faccio ridere quando gonfio le guance.» disse, prima di gonfiarle di nuovo.
Risi della sua stupidaggine. «Sei stupido.»
Justin mi fece una linguaccia. «Anche tu - disse, ridacchiando - Comunque, io aspetto una risposta.»
«Riguardo cosa?»
«La festa. Ci vieni o no?» mi chiese, guardandomi speranzoso.
«Oh... non lo so.» risposi, dubbiosa.
«Oh, andiamo! Non puoi dire no.» protestò lui, incrociando le braccia al petto.
«Posso invece.» ribattei, compiaciuta.
All'improvviso, il volto di Justin si illuminò. «Allora, se non vieni non potrai più dire la tua sulle idee che non ti piacciono.»
Sbiancai. «No! Non puoi farmi questo.»
«Tu vieni alla festa e io non lo farò.»
Mi trovai costretta ad accettare. «Ok, ok, vengo!»
Justin si leccò le labbra. «Brava ragazza.» disse, alzando il pollice verso di me.
Scossi la testa, senza riuscire a trattenere una risata.
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Something that we're not
FanfictionAvrei dovuto saperlo quando mi ha baciata quella sera che lui avrebbe travisato tutto. Ma ovviamente, non avevo la minima idea che fosse innamorato di me! Chi l'avrebbe mai detto, comunque? È bravo a nascondere le cose... E nonostante cerchi di urla...