Never thought it'd hurt so bad
Getting over you
Sospirai, prima di sistemarmi il vestito. Mi riguardai un'ultima volta allo specchio, trovandomi davvero bella dopo tanto tempo.
Afferrai la pochette, dirigendomi di sotto.
Durante quella settimana, mi ero convinta che dovevo smetterla di piangermi addosso e vivere la mia vita. Il passato è passato, e anche se è bello non posso restarci intrappolata dentro per sempre. Devo uscire da lì e vivere il mio presente, e una festa è proprio quello che faceva al caso mio. Poco importa se ci sto andando con un ragazzo che non mi interessa.
Uscii da casa, trovando la Ferrari bianca di Justin parcheggiata davanti al vialetto. Entrai in macchina, venendo accolta da un sorriso di Justin.
«Buonasera.» dissi, sentendomi a disagio. Non smetteva di sorridere...
«'Sera. Sei bellissima.»
«Grazie. Anche tu non sei male...» dissi vaga.
Non devi illuderlo, Amelia, non devi illuderlo...
«Andiamo?» dissi, sventolandogli una mano davanti agli occhi.
Justin scosse la testa. «Certo.»Arrivammo alla festa dopo due ore di viaggio intrisi di un imbarazzatissimo silenzio. Avevo cercato di evitare ogni tipo di conversazione, visto l'ultimo viaggio in auto che avevo avuto con Justin.
«Ti va bene se ci dividiamo?» mi chiese Justin, mentre raggiungevamo la spiaggia.
Mi strinsi nelle spalle. «Va bene.» dissi, sollevata ma allo stesso tempo preoccupata. Oltre Justin, lì non conoscevo nessuno, e socializzare non era esattamente il mio forte. Ma preferivo parlare con degli sconosciuti, invece di restare con Justin. Ero arrivata a volergli cavare gli occhi dalle orbite, dato che li aveva incollati a me manco fossi Megan Fox che mostrava le tette in pubblico.
«Ok. Allora ci vediamo all'auto.» disse Justin, allontanandosi da me. Lo vidi avvicinarsi ad un tipo familiare... familiare in modo inquietante. Feci mente locale, interrogandomi su dove l'avessi già visto. Poi mi ricordai: Christopher Moore. Meglio conosciuto come Lil Twist. Io e lui avevamo avuto una storia, in passato, ma era stata una cosa di poco... tipo un mese.
Justin mi indicò; Christopher mi guardò sorpreso. «Amelia? - annuii - Amelia! Che ci fai qui?» mi chiese, raggiungendomi per abbracciarmi.
«Vi conoscete?» chiese Justin, guardandoci stranito.
«Stavamo insieme.» dissi subito, facendo spallucce.
La bocca di Justin assunse la forma di una 'o'; risi della sua espressione buffa.
«Che c'è?» chiese Christopher, guardando confusamente Justin.
«Niente, poi ti spiego.» disse evasivo lui, fulminandolo con lo sguardo.
«Come mai non sei con Troy? L'avevo invitato...»
Il mio cuore sembrò fermarsi alle parole di Christopher; mi sentii improvvisamente debole. «Troy è qui?» chiesi, con un filo di voce. Justin sembrò capire subito il mio disagio; diede una gomitata a Christopher spiegandogli brevemente di me e Troy. Poi, quando volse lo sguardo al vuoto, impallidì.
«Non voltarti, Amelia.» disse, a denti stretti.
«Perché?»
«Tu non voltarti.»
«Cosa può esserci di così eclatante?» chiesi, voltandomi.
Vorrei non averlo mai fatto.
Appena mi voltai, vidi Troy. Era bellissimo come sempre, e... era mano nella mano con una ragazza. Sembravano felici.
Inevitabilmente, sentii il mio cuore spezzarsi nuovamente in mille piccoli pezzi. Volevo morire, o sprofondare cinquanta metri sotto terra. Tutto, pur di non vedere quello che era stato la ragione del mio sorriso felice con un'altra. Dopo così poco tempo, poi...
Sentii i miei piedi sollevarsi da terra, e il vento in faccia che gelava le mie guance umide a causa delle lacrime, mentre correvo. Mi ritrovai chiusa in una cabina, a piangere come una totale cogliona sbavando tutto il trucco. Singhiozzavo così forte che quasi non mi accorsi del suono di nocche che picchiavano contro la porta.
«È occupato, scopate da qualche altra parte.» sbottai, lasciandomi scappare un singhiozzo.
Sentii l'inconfondibile risata di Justin. «Dirò alla mia mano di cercare un altro posto, allora - alluse divertito - Mi fai entrare?»
«No. Voglio stare da sola.»
«Andiamo, Amelia.»
«Ho detto che voglio stare da sola.» ripetei, ferma.
Vidi la maniglia abbassarsi, e la porta aprirsi. Justin si infilò nella cabina, prendendo il mio viso fra le mani. «Smettila di piangere - mi consigliò - Lui non merita le tue lacrime.»
Scossi la testa. «Non posso non piangere.»
«Perché non puoi? Perché quel cazzone sta con un'altra?» chiese seccato, roteando gli occhi.
«Non piango per questo. È passato solo un mese, Justin. Trenta giorni. Come ha potuto dimenticare tre anni in trenta giorni?»
«Forse non teneva abbastanza a te.» azzardò Justin, dubbioso.
Quelle parole mi ferirono. «Tu dovresti consolarmi.»
«Sei fortunata che non ti abbia preso a calci. Sei irritante, stasera.»
«Grazie, Bieber.» dissi sarcastica, balbettando.
«Di niente, Dale - ridacchiò lui, poggiando le dita sul mo mento - E comunque, sei carina quando piangi.» mugugnò, avvicinando il suo viso al mio.
Decisi di non tirarmi indietro, e di concedergli un piccolo bacio. Mi sentivo troppo debole per protestare, e comunque... le labbra di Justin erano troppo belle ed invitanti per poter rifiutare.
«Ti va se ti riaccompagno a casa?» mi chiese, pulendomi le guance.
Annuii, incapace di parlare, ed afferrai la sua mano.Continuai a singhiozzare per tutto il tragitto per arrivare a casa, subendo le lamentele di Justin. Ma che cavolo, fammi singhiozzare in santa pace!
«Siamo arrivati - sospirò, indicando casa mia - Ti serve qualcos'altro?»
«Sì - risposi, prendendo un respiro profondo - Puoi restare con me, stanotte?»
Justin sbiancò, mi guardò attentamente e arrossì, mordendosi il labbro inferiore con forza. «Restare con te...?»
«Mi sentirei più tranquilla se tu restassi con me.» spiegai, arrossendo.
Non lo stavo facendo per cattiveria, ma perché avevo davvero bisogno di una persona accanto e Justin era l'essere umano più reperibile, al momento. Poco importava che lo stessi illudendo.
Justin sospirò. «Va bene. Tu va dentro, io... poso l'auto e ti raggiungo subito.»
Annuii, prima di scendere dall'auto. Entrai in casa, lasciando la porta aperta per Justin, e mi diressi in cucina cercando del gelato nel freezer. Appena lo trovai, presi un cucchiaio e cominciai a mangiare in silenzio, aspettando l'arrivo di Justin.
Ero talmente occupata con il gelato che mi accorsi che era arrivato solo quando lo sentii dire: «Sei un maiale. Come fai ad ingozzarti così e a restare magra come una stecca?»
Alzai lo sguardo, facendo spallucce. «Ho culo - risposi, porgendogli un cucchiaio - Ti va un po' di gelato?»
Justin si sedette accanto a me, prendendo il cucchiaio. Lo interpretai come un sì.
Restammo in piedi fino a tardi, a mangiare quante più schifezze trovavamo in dispensa e a prenderci in giro a vicenda. Dovevo ammettere che la vicinanza di Justin mi aveva aiutato molto. Non ricordavo neanche più il motivo per cui avevo pianto! Per quanto lo trovi vanitoso, insopportabile e pieno di sé, è davvero un tipo simpatico.
Sbadigliai. «Ho sonno.» dissi, alzandomi. Presi Justin per mano, trascinandolo con me.
«Amelia... io dovrei andare.» disse lui, imbarazzato.
Mi voltai verso di lui. «Perché non dormi con me?»
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Something that we're not
FanfictionAvrei dovuto saperlo quando mi ha baciata quella sera che lui avrebbe travisato tutto. Ma ovviamente, non avevo la minima idea che fosse innamorato di me! Chi l'avrebbe mai detto, comunque? È bravo a nascondere le cose... E nonostante cerchi di urla...