Restammo a guardarci per un tempo che sembrava infinito, lui manteneva la sua espressione di superiorità. Distolsi lo sguardo, perché non avevo voglia di fare nient'altro che correre dietro a Zhongli che era andato via, ma non potevo, perché chiaramente lo avevo ferito, deluso.
Scaramouche sghignazzò e si avvicinò a me cercando un contatto visivo, che non gli concessi <Sei ridicolo> Aveva assunto una tonalità seria di voce <Levatelo dalla testa, a meno che tu non lo voglia morto> Lo sapevo bene, quello che non capivo era se lui si stesse preoccupando per me o no. Non voleva che soffrissi? Proprio lui? A dire il vero credevo mi odiasse sul serio.
Sbuffò e nascose il viso sotto la visiera del cappello <Non fraintendermi, solo...> Questa volta Scaramouche era rimasto senza parole. <Camminiamo?> lui annuì e zitto mi si accodò, ma senza parlare. Restammo in silenzio quasi tutto il tempo fino a che non lo spezzai <Perché sei venuto?> Lo aveva già capito che non gli avevo creduto, ma non rispose. Che non volesse cedere? Non poteva dirmelo? Certo che poteva. Ero sempre io.
Prese un lungo respiro, non riuscì più a trattenersi <Credo che Piero voglia sbarazzarsi di me> Sgranai gli occhi e mi fermai a guardarlo, volevo chiedergli qualcosa, ma non riuscivo più a parlare <Io... non sapevo dove andare e allora sono venuto qua> Il nostro capo gli da' la caccia e lui se ne viene in una città sperduta solo per vedere me. Astuto.
<Così non ti metterai ancora più nei guai?> Si strinse nelle spalle chiudendosi in esse <Che c'è? Non sei contento del fatto che voglia passare con te il poco tempo che mi resta?>
<No> Non mi fidavo di lui, non mi ero mai fidato, perché dovevo credergli?
Dovetti ricredermi però, perché iniziò a singhiozzare e io non potevo restargli indifferente, non lo avevo mai visto piangere <Non voglio morire> e si asciugò il viso pieno di lacrime. Lo spinsi contro il muro bloccandolo e afferrandolo per i polsi, non voleva guardarmi <Non permetterò che ti uccidano> Poi mi baciò, ma non restai sorpreso perché lo aveva già fatto in passato. Singhiozzò di nuovo e così si staccò dalle mia labbra, poi poggiò la testa sulla mia spalla e rimanemmo così immobili, io chino su di lui e lui in silenzio a piangere. Avevo sempre pensato che ad uno come lui la morte non facesse paura, ma mi resi conto che anche lui era umano e come tutti era fragile, anche se a modo suo.Aprii la porta di casa e lasciai la giacca sull'appendiabiti che si trovava all'ingresso, tenni la porta aperta e il corvino mi seguì dentro. Aveva ancora gli occhi rossi per il pianto, lo era anche il naso perché lo aveva strofinato per tutto il tragitto. Skirk mi raggiunse <Sei tornato finalmente ragazzino, aiutami con la cena> Poi si fermò a guardarmi, anzi, guardarci. Stava per dire qualcosa ma lasciò sfuggire solo un lamento confuso <È... un amico> lo dissi con voce spezzata perché non lo avevo mai definito tale, proprio perché non lo era.
Skirk mi diede il permesso di lasciarlo stare in casa per le vacanze di Natale, avevo fatto passare Scaramouche per un compagno di scuola e lui mi aveva tenuto il gioco, raccontando uno stupido aneddoto accaduto in classe e come ci eravamo conosciuti. Doveva essere davvero disperato.
Salimmo in camera mia e poggiò il cappello sul mio letto, non mi aveva ancora ringraziato per la mano che gli stavo dando, ma non lo avrebbe fatto, ne ero sicuro. <Mi devi un favore>
<Posso ripagarti in natura>
<Assolutamente no> Alzò le spalle, come per dirmi "Non sai che ti perdi". <Sono sempre a disposizione Principino, lo sai> Mi trasalì un brivido lungo la schiena. Era spaventoso come riusciva a concedere tranquillamente il suo corpo a qualcuno. Buttai a terra un materasso, mi aveva detto quella donna dove trovarlo. Lo coprii con un lenzuolo e trovai un vecchio cuscino, poi adagiai delle coperte su esso. <Puoi prendere il mio letto se vuoi> e non se lo fece ripetere due volte, ci si lanciò sopra. Sbuffando presi posto sul vecchio materasso, che non era poi tanto scomodo come sembrava, anche se erano saltate alcune molle e che quindi facevano pressione sulla schiena. Restammo sdraiati sul letto per un po', senza scambiarci una parola, senza guardarci. Passammo il pomeriggio della vigilia di Natale in camera mia, da soli in compagnia.
Dal piano di sotto si sentiva un fastidioso rumore di stoviglie che sbattevano l'uno contro l'altra, mi tirai su di scatto perché il terrore che Skirk potesse preparare la cena mi balenò per la mente. Mi alzai di corsa scivolando giù per le scale e presi in mano la situazione facendola allontanare dalla cucina <Forse è meglio che ci pensi io qui> Non protestò, mi lasciò spazio.
Saremmo stati solo in tre, non avrei esagerato, ma il Natale è la festività che io e la mia famiglia aspettavamo sempre con ansia, facevamo sempre le cose in grande. Ma lì non ero a casa mia, non c'era la mia famiglia, non serviva che addobbassi la casa o preparassi abbondanti pietanze deliziose. Sarebbe stato il mio primo Natale senza la mia famiglia, non poteva essere più deprimente di così. Mi mancavano più di qualsiasi altra cosa al mondo, e avevo dovuto lasciarli per una stupidaggine che mi era costata la mia libertà.
Quella giornata si era rivelata abbastanza bizzarra e si sarebbe conclusa con una cena alla stessa tavola di Scaramouche e una donna che si era presa la briga di sorvegliare ogni mia singola mossa, ma lei era già presente, era la presenza del ragazzo ad essere bizzarra.
Speravo non si sarebbe trattenuto troppo a lungo, non potevo recare troppo disturbo a Skirk e in più non saremmo mai sopravvissuti a quella convivenza.
Iniziai a pensare ad altro, come ad esempio risolvere il malinteso che si era creato tra me e Zhongli, dovevo dirgli che in realtà non avrei mai voluto che lui andasse via e che Scaramouche non era quello che credeva, ma d'altra parte potevo usare la sua ingenuità a mio vantaggio, ma avremmo sofferto. Così la mia decisione definitiva fu quella di rimanermene in silenzio.
Probabilmente me ne sarei pentito, ma a me serviva che lui stesse al sicuro.
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Rebel [Childe x Zhongli]
FanfictionAjax ormai ha abbandonato il suo vecchio nome, sentendo di aver deluso la sua famiglia e desiderando lasciare quella parte di sé nel passato. Ora si fa chiamare diversamente. Childe ha l'aspetto di un bravo ragazzo, ma dentro di lui si cela un'ombra...