Finish line

4

Takemichi, sentiva ancora il cuore battere all'impazzata. No, non era infarto. Il suo cuore stava bene, o almeno era quello che gli aveva detto il medico pochi giorni prima di incontrare casualmente Mikey. Era proprio per colpa di quest'ultimo che stava in quel modo; sorriso stampato sul viso, occhi luminosi e aveva ripreso completamente una vitalità che nessuno aveva mai visto prima di allora. Anche Hinata, sua moglie, era rimasta entusiasta quando l'altro quella sera era entrato in casa tutto allegro. Gli aveva chiesto come mai quel sorriso, ma lui aveva semplicemente risposto che la giornata gli era andata bene, poi era andato a letto. Nessuna domanda, nessuna risposta. Non c'erano sospetti da parte di Hina, quindi aveva solo alzato le spalle e si era diretta anche lei verso la loro camera da letto.
Takemichi, quella notte sognò qualcosa di bello come un paio di occhi scuri e profondi e un viso conosciuto della quale si era innamorato.

Non aveva il coraggio di dirle cosa era davvero successo. A lei andava bene così, e anche a lui. Ormai erano sposati da un ampio di anni, e si conoscevano dalle medie, quindi non c'era nessun motivo di sospettare e si fidavano l'uno dell'altra. Hinata sapeva che a volte suo marito lavorava fino a tardi e non le era parso strano che quella sera era tornato tardissimo.
Takemichi, quel giorno, si stava sistemando la cravatta allo specchio. Gli occhi erano più luminosi della sera precedente, sembrava un ubriaco ma non aveva bevuto niente se non del caffè dopo essersi alzato. Aveva poi dato un bacio a sua moglie, prendendo la ventiquattro ore appoggiata sul tavolo della cucina ed era uscito dall'appartamento, dirigendosi a piedi verso la struttura dove lavorava.
Era un impiegato in un'azienda, il suo lavoro era abbastanza monotono; stava seduto alla scrivania tutor il giorno e davanti a un PC, e ciò era anche un motivo per la quale tornava tardi a volte, quando non riusciva a fare in tempo nello svolgere il lavoro che gli assegnavano al giorno.
Odiava quel lavoro, ma lo stipendio era buono e non doveva lamentarsi se voleva mantenere una moglie e una casa. Non avevano ancora figli, sarebbe stato un problema per entrambi dato che anche Hinata lavorava e non sapevano nemmeno a chi lasciarli. I vicini erano fuori discussione; erano troppo problematici e ogni sera li sentiva litigare siccome le pareti dell'appartamento erano così tanto sottili che li avrebbe sentiti anche bisbigliare.
Hinata, invece, lavorava in un negozio di fiori proprio sotto casa loro. Per questo, la mattina lei era l'ultima a lasciare l'appartamento. Lavorava insieme a una sua amica.
Le si addiceva proprio come lavoro, pensava che i fiori fossero delicati tanto quanto lo era lei.
Amava Hina e l'aveva amata fin dal primo istante, fino a quando nella sua vita non era entrato Mikey.
Quando prese posto vicino alla scrivania, quasi non si accorse di una testa che sbucò dall'altro lato del separé bianco che divideva la sua scrivania da un'altra scrivania.
Chifuyu lo guardava con un sorriso stampato sulle labbra, aspettando che Takemichi si accorgesse di lui. Ma a quanto pare, l'altro sembrava essere fin troppo preso da accorgersi della sua presenza, quindi dovette richiamarlo.
<A cosa stai pensando ?> Notò che l'altro saltò sulla sua sedia e lo guardò. Venne preso alla sprovvista e per un po' non seppe cosa rispondere.
< A niente.>
<Sicuro ?> E Takemichi allora annuì solo, poi Chifuyu decise di cambiare argomento.
<Io e Baji stasera andiamo al bowling con degli amici. Ti va di unirti a noi con Hinata ?>
Già, lui e Chifuyu erano amici da molto tempo, anche loro si conoscevano dai tempi delle medie.
<Ti farò sapere.> Sussurrò allora Takemichi, venendo subito distratto dal cellulare. Una notifica apparse sullo schermo, una notifica che gli fece fissare i peli sulla schiena.
Il numero era sconosciuto.
Due messaggi.
Il primo recitava:"chiamami, devo parlarti."
Il secondo, invece, diceva:"sono Mikey."