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Sono ormai gli inizi di ottobre e la mia vita all'interno della Multicultural è leggermente migliorata: le lezioni sono iniziate da quasi due settimane, alcune di queste sono in comune con Niall o Zayn e più raramente Liam, mentre praticamente tutte sono in comune con Harry. Parlando proprio del riccio, il mio rapporto con lui è molto frastagliato: siamo amici, ma certe volte reagisce male nei miei confronti e non mi vuole dire cose semplicissime.
In una lezione di letteratura avvenuta circa una settimana fa il professore lo ha chiamato senza alcuna titubanza, sapendo alla perfezione nome e cognome e io, ovviamente incuriosito e sembrando anche l'unico ad avere questo senso di curiosità, gli chiesi successivamente con innocenza come facesse il professore a sapere il suo nome dopo nemmeno una settimana, quando faticava a ricordarsi i nomi più semplici e quel diavolo, di tutta risposta, mi ha ringhiato addosso una risposta scortese e mi ha ignorato per il resto della giornata, tornando poi a parlarmi il giorno dopo alla nostra prima lezione piazzandosi accanto a me e facendo tutto il giocoso, fingendo che niente sia successo -come fa spesso, se non sempre-. In poche parole, è un rapporto difficile.

"Tomlinson, scusami, mi stai davvero dicendo ciò?"
"Cosa?"
"Hai bloccato la scrittura del mio saggio per parlarmi dei tuoi problemi con Styles?"
Quella mattina, dopo pranzo, appena ho visto Zayn su una panchina nel giardino a scribacchiare qualcosa gli sono corso incontro pronto a buttargli addosso quella secchiata di pensieri che mi invadono.
"Dai Zayn"
Mi lascio cadere sulla panchina e osservo l'azzurro cielo limpido.
"Louis..."
Sposto gli occhi e incrocio i suoi.
"Perché ti interessa così tanto?"
Mi raggelo.
Sento quella nota di supposizione nella sua voce, quella frase detta per velare una domanda.
Mi sposto immediatamente sulla difensiva, non volendo dare segni di possibile cedimento e non dando nessuna risposta all'evidente domanda sottintesa in quella frase.
"È il mio compagno di dormitorio e condivido con lui le mie intere lezioni, è ovvio che mi interessa perché passa dal trattarmi come migliore amico al trattarmi come merda"
"Ehi amico, calmati, non volevo dire niente"
Brontolo un "mh" e rimango abbandonato sulla panchina mentre il ragazzo accanto a me torna distrattamente a scrivere.
Mi metto entrambe le mani sul volto e rimango lì per un tempo indefinito, che sembra lunghissimo, finché una voce mi chiama.
"Tomlinson?"
Tolgo lentamente le mani dal volto e vedo la sua figura imponente sopra di me, riccioli lunghi che cadono in avanti e due fessure verdi smeraldo che mi guardano inquisitori.
"Cosa ti prende?"
"Stavo parlando con..."
Sposto lo sguardo accanto a me, ma l'altro ragazzo non c'è più.
"...Zayn"
Il riccio si sposta davanti a me, mi prende i piedi e mi trascina giù dalla panchina.
"Harry cosa cazzo fai!"
Mi tengo invano con una mano al bordo e dopo pochi secondi finisco con il culo disteso sull'erba umida.
Il riccio si avvicina a me rimanendo ad un soffio dal mio naso e respirando sulle mie labbra.
"Ti facevo svegliare"
Sorride.
Sento un rumore, passi e in pochissimo tempo Harry scatta in piedi e si allontana e io mi siedo guardandomi ancora stordito intorno.
Dopo qualche secondo il riccio mi porge la mano e mi aiuta a rialzarmi.
"Sei sporco, ti conviene mettere il jeans a lavare"
"Cazzo... Hai una giacca?"
"Cosa?"
"Hai una giacca?"
"Sì"
"Dammela"
Si toglie la leggera giacca di felpa rossa e me la porge. Io allora la cingo intorno alla mia vita per coprire l'enorme macchia di terra e sporco sul retro dei miei pantaloni.
Noto che Harry guarda la zona dove ho messo la giacca.
Gli prendo il mento con un dito e lo alzo.
"Ehi Styles, so che il mio culo è bellissimo, ma evita di ammirarlo in pubblico"
Appena enuncio la parola "pubblico" mi ricordo di dove siamo e, anche io come ha fatto lui poco prima, mi allontano.

Appena torniamo nel nostro dormitorio restituisco la giacca ad Harry e mi cambio i jeans.
"Grazie"
"Di che"
"Comunque è bella la giacca, scusa se l'ho sporcata"
"Oh no, è pulita tranquillo"
Annuisco.
Harry va in bagno e io mi lascio andare sulla poltrona per l'ennesima volta nell'arco di quella breve giornata.
"Dio..."
Ci conosciamo da un circa un mese e non parliamo tantissimo, ma quel ragazzo è così carismatico.
Chiudo gli occhi.

Sento un qualcosa di tessuto finire sul mio viso e apro gli occhi di scatto togliendo l'oggetto ignoto dal volto.
"Che cazzo...?"
Sbarro gli occhi quando mi rendo conto che sono mutande.
"Ehi Tomlinson, calmati, sono tue"
Mi rilasso lievemente.
"Perché me le hai tirate in faccia?"
"Perché, caro Louis, ti lascio solo un momento perché devo andare in bagno e quando ritorno sei nel mondo dei sogni. Ti ho lasciato dormire tipo un'ora, ma poi hanno bussato per consegnare i vestiti lavati e ti ho svegliato"
"Bel risveglio"
Brontolo e il riccio ride.
Guardo la scrivania e vedo un libro aperto e qualche appunto.
"Cosa studi?"
"Letteratura greca"
Annuisco.
"Io non ho iniziato"
Ora annuisce lui.
"È epica per ora, iliade, odissea, miti..."
"Bella"
"Mh"
Harry riporta lo sguardo sui libri e si gratta leggermente una tempia con l'estremità della matita.
Mi allungo verso il mio letto e recupero il quaderno su cui disegno e inizio ad abbozzare dei capelli, uno zigomo e un occhio.
Non è Harry, ha i capelli lunghi e il suo zigomo, ma non è lui, c'è qualcosa nel modo in cui ho disegnato questa persona che è diverso da lui.

Alzo lo sguardo dal mio quaderno e vedo lo sguardo di Harry teneramente imbronciato e sorrido.
"Sembri un cucciolo con quella faccia"
Il riccio mi guarda con un sorriso sghembo.
"Cosa succede?"
"Non ho capito questo passaggio"
Mi alzo e mi avvicino a lui.
"È l'iliade?"
"No genio, la morte di Patroclo è nel mito di Amore e Psiche"
"Coglione"
"Ho preso dal migliore"
Scoppio a ridere.
"Cosa non hai capito della morte di Patroclo?"
"Non lo so"
"Patroclo viene ucciso da Ettore, quando Achille lo viene a scoprire quasi impazzisce e si rifiuta di attuare il funerale finché Patroclo non gli appare in sogno e finalmente il Pelide compie il funerale, organizzando anche dei giochi olimpici, che in genere si facevano solo per persone importanti"
"Ok, grazie"
"Ho letteralmente ripetuto ciò che ti dice il libro"
"Detto da te è più chiaro"
"Vabbè, ok"
Ridiamo.

Dopo poco l'assordante campana suona e io ed Harry ci dirigiamo alla mensa.
"Louis"
"Dimmi"
"Niente"
Arriviamo in mensa, ma Harry non va al suo tavolo con non so chi, ma rimane fermo accanto a me.
"Harry?"
"Dimmi"
"Stai bene?"
Non risponde.
"Harry?"
"Lou..."
"Harry devo preoccuparmi? Stai bene?"
"Sì, sì sto bene. Mi stavo chiedendo... Ti andrebbe di... Di mangiare insieme?"
Il mio respiro si blocca per un momento.
"Con i tuoi amici?"
Un sorriso sghembo mette in evidenza una fossetta.
"No, io e te"
Il mio cuore fa un balzo e per un momento sono convinto di poter cadere.
"Allora?"
"Sì, sì certo"
"I tuoi amici non rimarranno dispiaciuti da questo rapimento?"
Scoppio a ridere, scaricando la tensione.
"Non credo"
Con un enorme sorriso mi avvio ad un tavolo insieme al riccio.

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