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Sto dormendo tranquillo quando sento una forte tosse e il corpo tra le mie braccia contorcersi.
"Harry..."
Impiego qualche secondo a realizzare che quello a tossire e a contorcersi è proprio il riccio.
"Cazzo"
Spalanco gli occhi e mi metto seduto sul letto, spostando Harry e mettendolo seduto.
"Piccolo che succede?"
"Non... non..."
Tossisce tantissimo e inizio a preoccuparmi.
"Non sto bene"
"Calmo, ora passa"
Lo faccio poggiare sul mio petto e gli accarezzo i capelli.
"Tranquillo piccolo, è quasi finito..."
Dopo pochi secondi la tosse finisce e si lascia andare sul mio petto.
Ha le labbra pallide, delle lievi occhiaie ed è sudato in fronte.
"Cosa cazzo ti è successo?"
"Non lo so, ho sonno Lou"
"Dovremmo andare in infermeria Harry, non stai bene"
"Non voglio stare lontano da te"
"Rimango con te ok?"
Fa tanti rapidi no con la testa.
Sbuffo.
"Ok"
Si gira e mi bacia, ma lo fermo appena sento che vuole andare oltre, o meglio, ci provo.
"Harry stai male"
Non mi ascolta, la sua lingua entra nella mia bocca, mi alza la maglia, si mette a cavalcioni su di me e io vado in panico.
"Harry fermati"
Poggio le mani sul suo petto e provo ad allontanarlo.
"Harry..."
Il suo bacino fa uno scatto in avanti scontrandosi con il mio e il panico divampa.
"Harry!"
Finalmente si distacca, con un sguardo terrorizzato in volto.
"Louis, oddio"
Si alza e si allontana.
"Scusa... non sto ragionando, sento di avere la febbre, scusa, non volevo, scusa"
Vedo le lacrime iniziare ad uscire, le sue mani tremare.
"Cazzo, scusa, cazzo"
"Harry"
Prendo un profondo respiro e mi alzo.
"Va tutto bene"
"Non so che mi sia preso, non lo volevo fare, volevo solo baciarti, cazzo"
"Harry ti devi calmare!"
"Non mi sento bene..."
"Lo so che non stai..."
"No, ho... mi sento mancare il fiato, sento il cuore battere fortissimo, Lou..."
Si mette una mano al petto, respira in modo irregolare e mi guarda terrorizzato.
"Harry è tutto ok"
Mi avvicino e poggio le mani sulle guance.
"Lou sento che potrei morire..."
"Ehi ehi piccolo, stai calmo, è solo un attacco di panico"
"Un attacco di panico?!"
"Ehi ehi"
Gli accarezzo una guancia e asciugo una lacrima.
"Ci sono io, prendi dei profondi respiri, non stai morendo"
Passa un po' di tempo ed Harry finalmente si calma.
"Mi abbracci?"
"Certo"
Siamo per terra, lui nelle mie braccia e lo sto coccolando per farlo distrarre.
"Ti ammalerai anche tu ora"
Rido.
"Nah"
Ride.
Lo stringo ancora di più a me, quando però sento che si è decisamente rilassato tra le mie braccia, abbasso lo sguardo e...
"Stai dormendo"
Sorrido a quella vista, strofino una guancia sui suoi capelli e bacio quello stesso punto.

È ormai arrivata l'ora di pranzo e scuoto Harry qualche volta per svegliarlo.
"Dai svegliati"
Non risponde.
Lo scuoto un altro paio di volte e, finalmente, si sveglia.
"Grazie al cielo, andiamo a mangiare?"
Lo guardo e mi preoccupo davvero molto.
Sta male, sta molto male.
"Non... non mi sento bene"
"Lo so piccolo, fatti portare in infermeria, ti prego"
Annuisce flebilmente e lo alzo.
"Cazzo non riesci neanche a stare in piedi"
Avvolgo un suo braccio attorno alle mie spalle e lo porto in infermeria.

Appena entriamo l'infermiera ci riconosce e prende Harry dalle mie braccia.
"Diamine ragazzi, perché con voi non si può essere mai tranquilli?"
La donna ha ragione, noi due finiamo molto spesso in infermeria.
"Dai Styles vieni"
Lo trascina sul lettino, lo fa stendere e gli misura la temperatura.
"39,5! Oddio!"
Appena sento quel numero il mio cuore perde un battito e sono costretto ad appoggiarmi alla sedia.
"Tomlinson, non può rimanere"
Non voglio lasciarlo solo, lui ha bisogno di me, ma non posso dirlo perché capirebbe che c'è qualcosa tra noi.
"La prego..."
"Styles, non..."
"Cazzo, sono il figlio del preside e sto una merda, per l'amor del cielo lo faccia rimanere!"
La donna si arrende e mi invita a sedermi sulla sedia accanto al letto.

Harry ora sta dormendo. Sono poggiato alla sedia e lo osservo: è girato verso di me, entrambe le mani sotto il suo capo e sembra un angelo anche da malato.
Come per istinto avvicino una mano alla sua guancia, quando mi ricordo poi che non siamo nella riservatezza della nostra stanza e che non posso permettermi di fare certi gesti.
Sbadiglio e poggio la testa sul materasso, nonostante sia una posizione molto scomoda e inconsapevolmente chiudo gli occhi.
C'è anche da capirmi, sono in quella stanza da ore ed Harry dorme da altrettanto tempo.
Quando mi sveglio vedo una mano stretta attorno al mio gomito e alzo lo sguardo, vedendo Harry osservarmi.
"Ehi... ti sei svegliato"
"Sì, anche tu noto"
Mi rimetto seduto sulla sedia.
"Lo so, scusa, ero esausto. Come stai?"
"Meglio, voglio tornare in camera nostra"
"Forse è meglio che rimani qui per un po'"
Avvicina la bocca al mio orecchio.
"La verità, Louis, è che fremo dalla voglia di baciarti fino a quando non ti faranno male le labbra e qui non posso farlo"
A quelle parole un brivido percorre la mia schiena e deglutisco rumorosamente.
"Userò i miei piccoli vantaggi in quanto figlio del preside, se non mi soddisfano posso far licenziare tutti in un secondo"
"Viziato"
Ride.
"Forse, anche se in genere non amo usare questi miei vantaggi"
"Comprensibile"

"Styles, non può!"
"È un mio diritto scegliere di non passare le giornate qui dentro a rompermi il cazzo!"
Generalmente la donna avrebbe detto cose come moderi il linguaggio, ma beh, Harry è Harry.
"Non quando ha la febbre alta!"
"Si è abbassata!"
Era ormai passato un quarto d'ora da quando Harry e la povera infermiera avevano iniziato a discutere perché Harry vuole tornare in camera e la donna non vuole mandarlo via e francamente è così divertente vederli litigare.
Seduto vicino ad Harry mi sto godendo pienamente la discussione e vedo una scintilla negli occhi del riccio crescere sempre di più.
Il ragazzo si alza.
"Vede? Sono capace di stare in piedi! Pazzesco eh?"
Mi rendo conto troppo tardi di avere un sorriso compiaciuto in volto mentre guardo il riccio e metto una mano davanti alla bocca per nasconderlo.
"Dio mio, non è questo il punto"
Harry si gira verso di me e sorride nel vedermi così compiaciuto.
"Senti"
Cammina fino a raggiungere il lato del letto dove sono seduto io e arpiona aggressivamente una mano al ferro bianco del letto.
"Se non mi fai uscire da questo posto di merda ti giuro su dio che non metterai mai più piede qui dentro"
Sono francamente stupito da quel suo tono arrabbiato ma autoritario.
In fondo, Harry ad uno sconosciuto può molto facilmente far paura a causa dei suoi muscoli, del suo corpo, della sua altezza, del suo volto che riservava a tutti uno sguardo perennemente contrariato, di quei lunghi capelli che gli contornano il viso, di quelle mani ingioiellate e di quei tatuaggi che costellano il suo corpo.
La donna sospira.
"Dovresti usare meno i tuoi poteri Styles"
"Intanto dammi del lei"
Sbuffa.
"Scusi"
"E poi, permetterebbe di tornare nella propria stanza a tutti. Ora, con permesso, ho un letto decisamente più comodo ad aspettarmi"
Mi prende un braccio e mi trascina fino alla porta dell'infermeria, quando...
"Suo padre sarà informato di questo suo comportamento irrispettoso"
Si blocca e si gira di nuovo verso la donna.
"Osa, mio padre darà ragione a me, è la tua parola contro la mia"
Detto ciò esce e andiamo nella nostra stanza.

Appena entriamo si siede sul letto e mi trascina con sé baciandomi.
"Sei bello quando sei autoritario"
Sorride e si stende, facendo stendere poi anche me.
"Ti piaccio mh?"
"Tantissimo. Sembravi uno stronzo, ma mi piaci tantissimo"
Ride e quella risata mi riscalda il petto.
Si distacca da me e mi guarda negli occhi.
"Sai una cosa Lou?"
"Cosa?"
"Stavo pensando, tu hai delle sorelle giusto?"
Annuisco e affondo il naso nel suo collo.
"Quindi sarai abituato allo stare con bambini"
Annuisco di nuovo, cercando di capire dove vuole andare a parare.
"La mia domanda è: vorrai mai avere figli?"
"Sì"
Non esito neanche per un secondo.
"Amo i bambini e amo l'idea di averne di miei un giorno"
"Lou"
"Dimmi"
"Lo sai che noi due non potremo mai averne?"
Sospiro.
"Lo so"
"Non avremo mai figli nostri"
"Lo so piccolo..."
"Volevo anche io dei figli"
Lo stringo a me.
"Essere gay di questi tempi è un fottuto inferno"

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