CAPITOLO 12
Nadine
Tre giorni, tre giorni di isolamento.
Non ho voluto vedere nessuno, mi sono chiusa in casa dedicandomi a me stessa.
Non nego di sentire la sua mancanza, mi manca tutto di lui.
Mi mancano le sue mani, le sue labbra, i suoi maledetti occhi, il suo sorriso, i suoi capelli, il suo essere lunatico.
Dio... mi manca tantissimo... Ma non merito di essere trattata in quel modo.
Ho sentito ke ragazze ieri sera, mi hanno detto che ha distrutto camera sua, e che dopo, se n'è andato infuriato come non mai.
Ho risposto che non mi importava, che quella infuriata dovrei essere io e non lui.
Nerissa, ovviamente ha preteso che gli raccontassi cosa fosse accaduto e dopo avergli raccontato tutto, ha sbottato: <<Gli stacco il cazzo a quel coglione.>>
Ho riso tantissimo e ho sperato lo facesse davvero.
Mia mamma, è preoccupata; dice che mi sente cambiata, che le sembrò più matura , mi ha addirittura chiesto se avessi conosciuto un ragazzo per poi ribadirmi di non peccare, ricordarmi che: mi è assolutamente vietato consumare prima del matrimonio.
Se solo sapesse...
Mi stropiccio la faccia con fare nervoso, in che situazione mi sono cacciata?
Dei colpi alla porta, mi fanno sobbalzare.
Chi sarà a quest'ora? Sono letteralmente le tre di notte...
Mi alzo lentamente dal letto e cercando di non far rumore, raggiungo la porta.
Guardo dallo spioncino e nescio a credere ai miei occhi. Blake, bello più che mai, tutto spettinato con la camicia completamente sbottonata, sbarella leggermente continuando a bussare imperterrito.
È ubriaco?
<<Lo so che ci sei bambina, ti prego... aprimi.>> apoggia la fronte sulla porta in modo disperato.
Non posso... non posso aprigli, mi rifiuto categoricamente perché so che manderei all'aria tutti i miei buoni propositi.
<<Bambina... Ho sbagliato, ok? Sono un fottuto idiota, ma ti prego... mi sei mancata da morire... apri questa porta e abbracciamo.>>
Mi sei mancato anche tu, vorrei dirgli, ma mi limito a scuotere la testa, portando i una mano alla bocca cercando di attenuare il suono dei singhiozzi.
<<Non sei solo sesso, ok? Ci speravo che fossi solo quello, che no provassi niente per te, non mi saresti mancata. Ma cazzo, bambina... mi manchi come l'aria.>>
Scuote la testa abbattuto, tirandosi i capelli con frustrazione.
Ricomincia a bussare con forza gridando: <<Urlami, picchiami, ma ti prego... aprimi. Voglio vederti e assicurarmi che tu stia bene... aprimi, piccola...>>
Mi avvicina cauta alla porta, combattuta se aprirla o meno... mi asciugo le lacrime, appoggio la mano sulla maniglia e... faccio scattare la serratura.
La porta si spalanca e Blake mi appare davanti, come può un uomo essere bello anche in queste condizioni?
Rimaniamo a fissarci in silenzio per secondi, minuti... non lo so di preciso.
Mi sposto di lato in un tacito invito, che lui coglie alla svelta, fiondandosi in casa.
Chiudo la porta, sospirando.
Si volta nella mia direzione e cerca di abbracciarmi, ma mi allontano scuotendo la testa. <<No, Blake. Ti ho fatto entrare solo per non disturbare il vicinato.>>
<<Oh... allora, vado.>> Abbassa il capo, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.
Perché deve fare così? Perché deve farmi sentire in colpa, nonostante io non gli abbia fatto nulla?
<<Dio, Blake.... Sei impossibile.>> mi accascio sul pavimento, appoggiandomi alla porta portandomi le ginocchia al petto, nascondendo il viso tra essi.
<<Stai piangendo? Cazzo, non piangere... ti prego non piangere>> si inginocchia davanti a me e mi abbraccia.
<<Cazzo... è tutta colpa mia, ti sto facendo piangere.>>
Sposto le mani dal viso guardandolo e... mi viene da ridere.
Ha una faccia da cucciolo bastonato, gli occhi rossi e gonfi, i capelli trasandati e le guance in fiamme per l'alcol.
Vorrei prenderlo a schiaffi e poi baciarlo.
<<Cosa mi stai facendo Blake?>>lo guardo dritto negli occhi e lui fa lo stesso.
<<Il problema non è ciò che sto facendo io a te, ma tu a me.>>
Schianta le labbra sulle mie, mi bacia con passione, avidità e bisogno.
Mi lascio trasportare dalla sua lingua, dalle sue labbra in un bacio al sapore di Jack Daniel's.
Dopo un tempo indefinito, si stacca piano da me appoggiando la fronte sulla mia e sussurra: <<sei mia.>>
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You Are My Sin
ChickLitNadine è una ragazza di 25 anni, trasferitasi da due anni nella caotica e affollata Los Angeles. Ha una vita piatta e difficile. I suoi genitori sono molto religiosi e per tutta la vita, hanno impedito a Nadine di vivere appieno ogni esperienza. Una...