12- Parigi

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Se la vita non mi avesse messo a dura prova, capirei perché Taehyung non si trovava più accanto a me quella mattina.
Forse, avevo commesso qualche errore durante la notte precedente, ma allo stesso tempo, non mi capacitavo ancora del fatto che se ne fosse realmente andato via. E senza avvisare.
Il mio cuore era un trionfo di cannoni pronti ad esplodere da un momento all'altro.
Possibile che mi avesse lasciato da solo dopo aver fatto l'amore tutta la notte?

Per me, non era tanto l'assenza a preoccuparmi, chissà magari era successo qualcosa di urgente e non aveva nemmeno avuto il tempo di avvisarmi, ma era il modo in cui se n'era andato a farmi esplodere di rabbia.
Non riuscivo nemmeno a fare 2+2 o pensare lucidamente a qualsiasi altra opzione, la mia testa, andava in una sola direzione: Taehyung mi aveva abbandonato, un'altra volta.

Ma poi, concentrandomi e riuscendo a far calmare il mio cuore impazzito, provai a ragionare tra un respiro profondo e l'altro.
Taehyung non poteva di certo lasciarmi dopo ciò che era successo.
Quindi, l'unica cosa consona e lucida che riuscii a fare, fu lasciare le decine di chiamate sul suo cellulare, ma che purtroppo, furono tutte quante irraggiungibili.

Ora, quali opzioni c'erano e con quante probabilità Taehyung mi aveva davvero buttato via come se niente fosse?
Una persona sana di mente non riuscirebbe a pensarlo nemmeno, ma io, non lo ero affatto.
Il panico s'insediava nei meandri del mio cervello e scuoteva tutto il mio corpo, creando mille brividi e centomila pensieri accavallati uno sopra l'altro.
Lisa mi stava addosso come una sanguisuga, ma io avevo solo intenzione di andarmene via da quel posto, poiché guardavo con sufficienza chiunque ci fosse in quella stanza e le coppiette mi davano la nausea.

Comunque, di Taehyung non seppi più nulla, nemmeno il giorno seguente, quando ero ritornato alla mia solita vita, depresso e senza alcun motivo per vivere davvero.
Ma quale altra sorpresa poteva riservarmi la vita?
Come se non bastasse, l'acquazzone della notte aveva allagato il mio negozio e non ci fu modo, quel giorno, di lavorare. Al contrario, io e Lisa passammo l'intero giorno a sistemare e ripulire l'intero stabile.
Purtroppo, però, alcuni attrezzi erano andati perduti, e quelli ritrovati, erano completamente inutilizzabili.

Fu come ricevere un altro pugno allo stomaco quando dichiarammo il negozio inagibile per due giorni. Il lavoro era l'unica cosa che mi distraeva dai pensieri orribili che oscuravano la mia mente e più giorni passavano più la rabbia si trasformava in pura preoccupazione.
E se gli fosse accaduto qualcosa?
La mia testa era un casino, a tratti vuota, quando terminavo di piangere nascosto sotto le coperte, poi riprendeva ad affollarsi di idee confusionarie.
Il giorno in cui i loro genitori mi dissero che non l'avevano né visto né sentito, il mio cuore smise di battere completamente.
Lisa diceva che sarebbe andato tutto bene, ma tutto il mio corpo non smetteva di tremare e ricevere sensazioni negative.

I due giorni successivi, riprendemmo a lavorare come al solito e quella distrazione funzionò fino a quando le luci non si spensero concludendo la giornata.
Tornai a casa stremato, stanco, forse troppo, decidendo persino di tornare a casa dei miei genitori e parlare con quelli di Taehyung.
Poi, però, come un fulmine al ciel sereno, la chiamata del suo manager Kim Namjoon, mi fece tremare come una foglia.
Il cuore, che era completamente accelerato, iniziò a spingere contro la gabbia toracica e quando risposi, la voce che sentì mi fece riprendere a respirare.

«Jungkook»

La rabbia tramontò ancora una volta nel mio petto nell'istante in cui pronunciò il mio nome. «Taehyung? Dove sei?»Replicai, cercando di reprimere l'ira e dare una calmata ai miei battiti accelerati.

Ci fu un sospiro profondo, poi un rumore di passi e di una porta che si chiudeva. «Mi dispiace averti lasciato così, Kookie. Ho avuto un'emergenza»

 𝐿𝑜𝓋𝑒 𝑀𝑒 𝒜𝑔𝒶𝒾𝓃 {taekook}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora