Una spina

111 5 5
                                    

Bakugou's pov

Uno stupido pezzo d'acciaio. Solo uno stupido pezzo d'acciaio, abbellito con delle venature d'oro. Eppure, il solo guardarlo, mi fa a pezzi. Il solo pensiero di perderlo, mi fa mancare il respiro. Come può, uno stupido anello, farmi questo effetto? Forse perché è l'ultima cosa che mi resta, per rimanere aggrappato a te.

Mi rigiro su quel letto dalle coperte rosse, abbraccio quel cuscino, testimone di tante notti passate in bianco e ispiro le ultime tracce del suo profumo.

Apro gli occhi, ripensando al sogno di averlo ancora accanto a me.

Volgo lo sguardo su quello stupido orologio che lui definiva virile e mi costringo ad alzarmi per la medicazione: il mio busto e le mie braccia sono avvolte da strati di fasce; due volte al giorni devo disinfettare le ferite e cambiare le bende ma, per l'unica cosa che mi duole davvero, non c'è una cura.

Mi dirigo nel bagno della sua camera, accompagnato dal rumore incessante della pioggia, con le gambe deboli e la testa pesante

Appoggio le mani, segnate da grossi lividi, sul lavandino, per appoggio, per contrastare il peso che mi schiaccia al suolo. Alzo lo sguardo sul mio riflesso, nello specchio e sogghigno nel vedere le pessime condizioni in cui riverso: occhi rossi, gonfi e spenti, occhiaie profonde e nere, senza forze, patetico...inutile e patetico.

Ricordo di quando, in quello stesso specchio, ci vedevo la mia figura che veniva abbracciata, baciata, accarezzata da lui. Un'immagine che rivedrò soltanto nella mia memoria.

Le lacrime ricominciano a scorrere sul mio viso, per l'ennesima volta. Un dolore lancinante al petto mi porta a piegarmi in avanti, stringo la presa sul lavandino mentre il suo viso sorridente continua a invadermi la testa: "AAAAAAA" grido e, l'istante dopo, il mio pugno destro è sanguinante appoggiato a quel che rimane dello specchio, andato in frantumi.

Indietreggio incerto e mi accascio a terra, dove mi libero dal dolore tra urla e lacrime.

Qualche minuto dopo, Midoriya spalanca la porta e si butta ad abbracciarmi:"Kacchan...ti prego...calmati" dice con voce spezzata mentre le sue braccia mi stringono sempre più forte

-"non c'è la faccio più...strappami il cuore, la mente oppure fai in modo che possa raggiungerlo"

-"non dire queste cose, per favore. Lui ti ha salvato, non vanificare il suo sacrificio..."

-"NO! Non dirlo!" intimo, sciogliendo l'abbraccio: "io so perfettamente cosa volesse lui: non avrebbe voluto che vivessi per entrambi, lui avrebbe voluto che vivessimo insieme, tranquilli in una casa...con un grande...giardino...vicino al parco. Io l'ho visto come, nell'ultimo periodo, fosse sempre inquieto, spaventato dall'idea di potermi perdermi e io...non ho mai pensato che potesse succedere. Ho continuato ad allenarmi, per diventare il numero uno e ho fallito nell'unica cosa che ritenevo davvero importante...proteggerlo" parlare è difficile: le lacrime, la voce che mi si spezza in gola, il pensiero che sia stata solo colpa mia

Mi appoggio al muro e solo ora noto l'abbigliamento del verde: uno smoking nero, con un fiore bianco, posto nel taschino della giacca.

-"Kacchan..." ha gli occhi lucidi ma cerca di trattenersi, per fare il forte: "tu hai vissuto un'amore che poche persone hanno la fortuna di provare nella loro vita, ed è così ingiusto che te l'abbiano strappato via così presto, però devi trovare la forza di andare avanti, di raggiungere i tuoi obbiettivi e di vivere...vivi facendo ciò che avresti o avreste voluto fare: volevate la villa con un grande giardino? Prendila. Un cane? Adottalo. Fai tutto ciò che era in programma e onora la sua memoria perché, prima di ogni altra cosa, Kirishima voleva che tu fossi felice, con o senza di lui" mi stringe la mano, prima di rendersi conto che sanguina: "ora fatti medicare e poi scendiamo a prendere un po' d'acqua"

Non me lo so spiegare-KiribakuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora