Someone told me stay away from things that aren't yours
But was he yours, if he wanted me so bad?
Pacify her
She's getting on my nerves————
«Halsey, fai piano, per favore.» Mi morsi il pugno della mano, spremendo gli occhi ad ogni suo movimento. Immaginavo un disastro dietro ogni suo passo.
«Tutto ok, tutto ok.» Inciampò, rialzandosi sghemba.
«Vado a prendere dell'acqua, aspetta qui.» Sussurrai, avviandomi in punta di piedi verso il frigo bar. Le versai un bicchiere e glielo portai, sempre ponendo riguardo alla leggiadra.
«Tieni.» Le sorressi il bicchiere anche mentre beveva.
«Cazzo! Ho preso proprio una bella sbronza!» Gridò in un acuto.
«Shh! Halsey, fai piano, ti prego.» Ispezionai ogni angolo della stanza, quasi temessi un rimprovero da ognuno di essi, ma non c'era nessuno. Eppure, ero circospetta anche del niente.
«Rilassati, sorella. Adesso facciamo un bel casino, woo!» Le tappai la bocca con una mano, invenendo fra me e me. Halsey mi leccò il palmo della mano. Era come un bambino: prendeva tutto come un gioco, e proprio allo stesso modo andava redarguita.
«Smettila, Halsey. Ma quanto hai bevuto?»
«Uffa, sei antipatica. Dovevo restare a bere con Carola ed Ally.» Si piccò, incrociando braccia e sopracciglia.
Lo avrei preferito, mi sentii in colpa per i miei pensieri, ma non era mai stata una condanna a impedirmi di riformularli.
«Torno subito.» Avevo notato una finestra aperta. Mi prodigai per chiuderla il prima possibile, occhieggiando poco fuori dal vetro quanto del rumore attutisse la sua voce. Ma non ne ebbi il tempo perché le sue urla mi sollecitarono a chiudere.
«Wooo! Distruggiamo questo posto!»
«Halsey, porca puttana. Scendi dal letto, adesso.» Non so perché mi ostinassi a mormorare quando lei saltava sul materasso strillando. Stupidamente credevo che prima o poi mi avrebbe imitato.
«Mi ricorda quando da piccola saltavo sui gonfiabili. Adesso il pavimento é lava! Oh no, stai andando a fuoco, ti salvo io!» Si lanciò verso di me, che riuscii a schiavato più per fortuna che per agilità.
Con una mano urtò il vaso sul tavolino, frantumandolo. La pazienza non era più un'opzione efficace, ammesso lo fosse mai stata.
«Halsey, basta!» L'afferrai per le spalle, immobilizzando la pazzia. «Adesso andiamo a letto e...»
«Mi piace.» Disse languida, accarezzandomi i capelli.
«No. Tu vai a letto, io dormo sul divano.» Sospirai, rimettendola al suo posto ma con le mani in tasca.
Era una situazione fuori controllo. L'indomani non so come si sarebbe scusata, ma le avrei risparmiato la metà degli eventi. Anche perché creavano più imbarazzo a me che a lei.
«Sei noiosa. Noiosa e antipatica.» Si crucciò, sbruffando tutta la sua noia nella mia direzione.
L'aiutai a mettersi a letto, assicurandomi i cuscini contenessero potenziali movimenti inconsulti. Dopodiché girai la chiave nella serratura d'ingresso prima di nasconderla; dovevo evitare fughe notturne se non desideravo essere l'avvocato di me stessa.
Mi cambiai e recuperai una coperta dall'armadio e un cuscino extra con cui arrabattai un letto. Prima di andare a riposare, controllai più volte Halsey fosse k.o, ma in realtà il mio orecchio era costantemente teso verso il corridoio. Era la tipica ansia di chi si sorprende il peggio non sia ancora arrivato, ma sa benissimo di non doverlo aspettare a lungo. Mi convinsi il sentore fosse solo una paranoia, e mi addormentai più per sfinimento che per volere.
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Guilty, your honor
FanfictionCamila Cabello è all'ennesimo caso di difesa. Non ha mai avuto timore di affrontare i possibili risvolti in tribunale, ma non ha mai neppure pensato di trovarsi di fronte a Lauren Jauregui. Entrambe avvocate di successo, si troveranno faccia a facci...