Meet me in the corner where you keep me.
You regret me
And I regret you
I find it perfectly natural.———
Dopo un mese...
«Obiezione, Vostro Onore. Questo non é stato riportato nell'atto ufficiale, potrebbe essere un'invenzione della signorina Cabello.»
«In quest'aula non sono io l'imputato.» Mi difesi seccata, controllando il mio contrappunto. «Ma se vogliamo indagare la mia creatività, almeno facciamolo nella direzione giusta.» Estrassi dalla borsa il documento che regolamentava le prove portate in tribunale.
Il giudice lesse attentamente le informazioni, poi annuì concedendomi il permesso di continuare. Scoccai un'occhiata supponente verso il mio avversario, già abbuiato.
«Il mio cliente non é mai stato sul luogo dell'incidente, malgrado ci fosse la sua auto. Paga regolarmente l'assicurazione e, in più, come mostra il documento, era nel suo pieno orario lavorativo, dunque é alquanto improbabile che abbia risposto al telefono per una chiamata non urgente, tra l'altro non presente nel tabulato telefonico.» Anche quello era stato messo agli atti e all'attenzione della giuria.
Il giudice si ritirò per deliberare, mentre io mi sedetti accanto all'uomo per acquietarlo. Ero sicura di cosa facevo e anche l'avvocato della controparte era sicuro di me. Il verdetto ebbe esisto positivo, scagionando il mio cliente, ingiustamente accusato. Esplose in un abbraccio di gioia, soffocandomi nelle sue braccia da marinaio.
«Okay.» Dinah intercedette, dividendoci con un sorriso sornione, «Siamo tutti molto contenti. L'aspettiamo domani in ufficio per saldare, va bene?» La colpì sul fianco, riservandole uno sguardo bieco. Lei mi ignorò, allontanandomi dall'aula a passo spedito.
La macchina ci attendeva fuori dal tribunale, pronta a portarci a casa. Ci immettemmo rapidamente nell'abitacolo, riparandoci dall'ultimo sprazzo settembrino.
«Uh, é stata una lunga mattinata.» Disse, a metà fra l'esausto e il gratificato. Era una condizione comune fra noi del settore.
«Puoi dirlo forte.» Ridacchiai, ma ero già concentrata suo vale da Rio, «Devo trovare il tempo per un colloquio con Reese.»
«Camila,» Si schiarì timidamente la voce, cercando le parole giuste. «Sono due settimane che rimandi l'incontro per il caso Tackman. Lauren ha già chiamato tre volte in ufficio...»
Sospirai, voltando la testa verso il finestrino per nascondere il mio fastidio. Si, so che chiamava, e so che tutte le volte lasciavo fosse Erika a rispondere. Non ero preoccupata di rivederla, ma tendevo a rimandare i momenti più spiacevoli ad un tempo indeterminato. É questo quello che succede quando neghi per tanto tempo.
«Sono stata molto impegnata.» Era vero, ma avevo scelto io di esserlo. E per chi soprattutto.
«Certo, me ne rendo conto. Ma devi considerare l'aspetto pubblico del caso. I giornali ne parlano spesso, anche se poco, ma le voci si ingigantiranno col tempo e penso che dovremmo essere preparate per quel periodo.» Parlava con grande parsimonia, facendomi dono di una paziente gentilezza di cui non ero meritevole, probabilmente. «In più, non si può posticipare per sempre ciò che non ci piace.» Anche nella verità usava un tocco delicato, come fosse una carezza.
«Dinah, lo so. Ho fissato l'appuntamento per la prossima settimana e ci andrò.» Confermai, adirata più con me stessa che con la sua insistenza. Non volevo rovinarmi la giornata di vittorie con l'unica sconfitta dell'ultimo periodo. Perché si, avevo perso quslcosa quella sera, ma non ero ancora sicura di quale nome avesse.
Ally aveva accettato davvero l'invito di passare a New York e si era organizzata per quel weekend. Dinah non stava nella pelle all'idea di riunire il trio storico. Era un po' come tornare indietro nel tempo, che per me significava terrore e sconforto. Il passato era un luogo confortante solo per coloro che non vi avevano un conto in sospeso. Dinah era una di questi. Aveva vissuto una vita normale, con amici normali, in una casa accogliente e disposta a finanziare i suoi sogni. Insomma, non c'era niente lì da dimenticare. Il mio passato invece era oblio. Oblio e menzogna. Laddove non arrivava la forza del vuoto, correggeva la parola della bugia. Ognuno sopravvive come può e, finché non ferisce qualcun altro nel mentre, non dovrebbe scusarsene.
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Guilty, your honor
FanfictionCamila Cabello è all'ennesimo caso di difesa. Non ha mai avuto timore di affrontare i possibili risvolti in tribunale, ma non ha mai neppure pensato di trovarsi di fronte a Lauren Jauregui. Entrambe avvocate di successo, si troveranno faccia a facci...