"Pensaci" ... ho pensato più a quella parola che a cosa dovrei fare ora... quel bacio... le sue labbra delicate che toccano le mie, le stesse labbra che osservavo sorridermi mentre mi portava il caffè.
Per un periodo ho smesso di frequentare il bar, andavo diretto a scuola pensieroso e triste.
N – stai bene George?
Era la frase che sentivo uscire dalla bocca di Nicole ogni mattina e durante ogni nostro appuntamento... romantico o meno
G – si, ho dormito male
E questa era la mia solita risposta a cui lei non aggiungeva altro, forse per paura di farmi arrabbiare... chi sa.
Dopo un mese a fare questo giochetto, una sera, non ho più retto.
Sono uscito dal mio appartamento, vestito male e per niente curato, ho iniziato a correre in direzione di quel bar che invadeva i miei pensieri ogni volta che ne aveva la possibilità.
Arrivato, non ricordavo neanche il perché, l'istinto ha lavorato prima del mio cervello, torno indietro, ma una voce mi ferma.
D – George?
Mi giro, e vedo Clay d'avanti alla porta del locale con un sacco della spazzatura in mano, non dico niente. Lui si avvicina
D – che ci fai qui? Vestito così poi... non hai freddo?
Risentire la sua voce gentile e preoccupata per me, dopo tutto questo tempo, ha fatto diventare i miei occhi lucidi, pronti a piangere se lui avesse detto qualcos'altro.
Quasi balbettando rispondo
G – non lo so...
D – cosa vuol dire non lo so?
Butta a terra il sacco, si toglie la giacca e la appoggia sulle mie spalle quasi congelate per il freddo della sera
D – perché sei uscito con una maglietta così leggera?
Continua lui preoccupato, sento le lacrime uscire ma le trattengo, non voglia che mi veda in quel modo
G – ero vestito così in casa...
D – si ma in casa fa caldo fuori no! Dovresti conoscere Londra ormai!
Non rispondo, lui rimane lì a guardarmi
D – senti... io stavo tornando a casa... è qui vicino, vuoi venire da me?
Scuoto la testa
G – non voglio dare fastidio...
D – non dai fastidio, forza andiamo
Mi prende per un braccio e mi trascina verso il suo appartamento.
Non ricordo niente di quel tragitto, continuavo a guardare a terra con la mente piena di pensieri.
Entriamo in una porta e solo lì alzo lo sguardo, un appartamento enorme e pieno di decorazioni e mobili che solo alla vista sembrano costosi.
G – è casa tua?
D – dei miei genitori... ma la sera lavorano
G – al bar?
D – esatto, a casa rimaniamo solo io e mia sorella... quando non si vede con il suo ragazzo... cosa che succede spesso ultimamente... accomodati
Dice togliendomi la sua giacca da dosso e indicandomi uno dei divani d'avanti a me. Mi siedo e poco dopo lui è accanto a me
D – stai bene?
G – no...
Non chiede altro, aspetta che sia io a continuare
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Un piccolo segreto - DNF
Fanfictionsiamo negli anni 50, quando le persone omosessuali non erano libere di essere se stesse a causa della forte discriminazione che caratterizzava la società, Clay e George vorrebbero amarsi come fanno tutte le persone "normali" ma per loro non sarà cos...