Lei

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George pov

Mi sono risvegliato sul mio piccolo divano con il cuore a mille, non ricordo niente, neanche come sono arrivato qui, ricordo solo di aver fatto un sogno strano, c'entrava Clay... ma la mia memoria si ferma qua. 

Mi alzo e una fitta mi colpisce in testa, credo proprio che ieri sera io mi sia ubriacato... cazzo, spero di non aver fatto cagate. 

Mi vesto e, nonostante l'ora abbastanza avanzata, sono andato al bar, anche solo per ringraziare Clay per l'invito. 

Arrivato nel locale, al bancone, c'era sia Clay che Drista, mi sono seduto al mio posto aspettando il solito ragazzo sorridente con il suo buongiorno, ma non è arrivato, a servirmi è stata sua sorella. 

Stranito guardo Clay, aveva un'espressione seria, molto insolita, e puliva i bicchieri con gli occhi spenti; ad un certo punto mi nota, ma non mi parla... non mi saluta... si limita ad allontanarsi... 

ho fatto qualcosa?

G – Drista...?

Dr – si?

G – so che ci conosciamo appena ma... Clay sta bene?

Dr – non so, da ieri sera è strano, come se avesse visto un fantasma

G – sai se c'entro io?

Lei ci pensa per qualche secondo

Dr – non saprei... ma pensandoci è diventato strano dopo che ti ha accompagnato a casa

G – mi ha riportato a casa?

Dico sorpreso, lei ridendo risponde

Dr – eri davvero così ubriaco??

G – forse...

Dr – forse si è sentito in colpa a vederti così ubriaco

Sospiro

G – non potresti parlargli?

Dr – posso provarci ma quando fa così... è meglio aspettare che si calmi da solo

Annuisco e cerco di riprendere la mia vita normalmente. 

Per qualche giorno è stata Drista a prepararmi il caffè, ma io speravo con tutto il cuore che lui tornasse, mi manca il suo sorriso luminoso e i suoi occhi verdi. 

Ogni mattina lo osservo lavorare, il suo corpo stretto in quel grembiule che sembra una calamita per il mio corpo piccolo. 

Poi una mattina Drista non era a lavoro, quindi, è stato costretto a servirmi, e io ne ho approfittato

G – buongiorno

Dico con voce gentile

D – buongiorno.

risponde in modo freddo lasciando davanti a sé la mia colazione per poi girarsi e andare via, mi lancio sopra il bancone per fermarlo tenendolo per un polso

G – Clay...

D – lasciami

continua lui serio

G – perché fai così? Ti ho fatto qualcosa?

D – penso che dobbiamo smettere di vederci

Sento una lacrima pronta per uscire, ma la trattengo

G – ma... io sono solo un tuo cliente... e speravo un amico

D – e meglio smetterla

Arreso al suo modo brusco di parlarmi lo lascio e lui si allontana. 

Senza neanche bere il caffè, lascio i soldi vicino alla tazzina e vado via. 

Un piccolo segreto - DNFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora