Arrivai alla Tana.
Salutai Molly e Arthur. Non una parola con Ginny o Ron. Mi sistemai in camera di Bill finché lui non sarebbe tornato; dove sarei stata dopo era un problema a cui non volevo pensare.
Una volta ordinati i bagagli scesi in cucina da Molly. Fui sollevata nel non vedere nessuno: sapevo dove la nostra conversazione sarebbe andata a parare.
"Emma!" esclamò a braccia aperte non appena mi vide. Ricambiai l'abbraccio, respirando il suo profumo alla cannella. "Come stai?" domandò mentre mi accarezzava la schiena.
"Bene".
Lei mi studiò attentamente. Il viso corrucciato e lo sguardo di una madre attenta. Ebbi l'impressione che stesse riflettendo su cosa dire, come dirlo o se aprire un argomento così delicato.
"Sicura? Sei un po' sciupata". Un tono vago ma che tradiva preoccupazione. "Colpa degli esami" sorrisi a fatica.
"Sicura? C'è qualcos'altro?".
"No. Molte cose accumulate. Non sono stata bene, esami, ho litigato con il mio migliore amico". Scelsi una mezza verità o bugia. Molly annuì, non ero certa fosse realmente convinta, ma non insistette.
"Anche con Ginny...avete litigato". A una madre non sfugge niente. Mi aspettavo una domanda del genere, risposi che si erano raffreddati i rapporti per via di un ragazzo. Non mi fece altre domande.
Lei ricominciò a mescolare qualcosa che stava bollendo sul fuoco, io la fissavo in attesa che dicesse altro. Quando compresi che non sarebbe accaduto le dissi che stavo tornando in camera.
"Va bene tesoro, ma tieni mangia un po' di questi". Mi prose dei biscotti al cioccolato. Non li guardai neanche, ansiosa che potesse tornarmi su il poco cibo che avevo ingerito sul treno.
"Grazie". Uscii dalla cucina con il piatto fumante di biscotti tra le mani. Salii le scale attenta a non farli cadere, erano due rampe fino alla mia stanza, stesso piano di George e Fred.
In camera mi sedetti sul letto, gambe incrociate e un libro tra le mani. Nonostante tutto essere lontana da Nate mi rendeva più serena.
Guardai esitante i biscotti.
Dovrei?
Avevo promesso a Theo che ci avrei almeno provato. Non voglio deluderlo. Se devo farlo per qualcuno, se non riesco a farlo per me stessa, lo farò per lui.
Mi feci coraggio e diedi il primo morso. Il gusto era buono, eppure mi stomacava. Finirlo fu una lunga battaglia. Inspiravo, masticavo, espiravo. Non ebbi la forza di mangiarne un altro.
Mi scese una lacrima. Non riuscivo a sopportare quelle calorie nel mio corpo. Il sapore dolce sulla lingua mi mandava in panico. Chiusi il libro con un tonfo e corsi in bagno. In fretta e furia mi chinai sul water. Una parte di me mi pregava di resistere.
Calma, è solo un biscotto. Ti fa bene. L'altra parte di me, quella contro cui combattevo ogni giorno, mi ricordava che sarei stata bene solo se avessi vomitato.Vomita. Vomita. Non puoi farcela.
Inspirai ed espirai con la tosse che si intensificava ad ogni battito. Mi scostai i capelli dal viso con una mano, preparandomi a subire un dolore più mentale che fisico: quello del fallimento.
"C'è qualcuno?". La velocità con cui mi allontanai dal water, accasciandomi alla parete accanto fu innaturale. Incapace di parlare per lo sforzo, non riuscii a fermare Fred che stava spalancando la porta del bagno.
"Vattene" mugugnai. Lo stomaco in subbuglio.
Non rispose, restando lì, fermo, sul ciglio della porta, a fissarmi. Mi passi una mano sulla fronte. "Sei"tossii "sordo?" tossii ancora. "Ho detto vattene".
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Emma//Fred Weasley
FanfictionQuando uscii, lanciai uno sguardo veloce alla vasca da bagno, sentendo il mio stomaco fare le capriole. Scossi la testa, sperando di liberarmi da quella sensazione. Dovevamo smetterla di ritrovarci in quelle situazioni. Era un circolo vizioso e noi...