quaranta.

565 30 21
                                    

Ciao T,
Sto bene e Nate è andato via. Vorrei spiegarti tutto il prima possibile. Verresti ad Ottery per il weekend?

Emma.

Ciao El, come stai? Nate è andato via. So che non puoi spostarti da Londra, spero di vederti presto.

Emma.

-

La risposta di Theodore arrivò nel pomeriggio. Era venerdì e Molly e Arthur non erano ancora tornati. Avevano avvisato i ragazzi che sarebbero rimasti da Muriel fino a domenica, rassicurandoli che la situazione non era grave, ma che volevano tenerla sotto controllo.

Dopo pranzo, eravamo ancora seduti a tavola, immersi in una partita di carte mentre sorseggiavamo del caffè. Hermione, subito dopo aver mangiato, se ne tornò in camera per studiare, scatenando una serie di proteste contrariate da tutti noi. Ginny, invece, era misteriosamente sparita. Ron ci informò che sarebbe rimasta da Luna per un po'.
Non ci diedi peso. Questa volta, non ero io ad aver sbagliato.

"Em, c'è posta per te" avvisò Harry. Quella mattina-dopo esserci sbarazzati dei residui della valigia-Harry era sceso in cucina con l'intenzione di scusarsi.

Gli dissi che andava tutto bene. Vedevo come guardava Ginny, e anche se non potevo giustificarlo, lo capivo.

Non ero mai stata brava in queste cose. Le scuse non erano il mio forte. Se decidevo di tagliare una persona fuori dalla mia vita, era difficile che tornassi sui miei passi. Ma stavamo parlando di Harry, Ron, George e Fred. Loro erano la mia famiglia e perderli per sempre mi avrebbe ferito più di quello che era successo tra noi. Volevo solo un po' di pace.

"Grazie". Mi sporsi verso Harry, afferrando la busta che mi stava porgendo. Riconobbi subito la calligrafia elegante di Theo, e la scartai in un sorriso crescente.

"Lettere d'amore, ah?" mi prese in giro George, dando una gomitata al fratello, che sembrava poco divertito. "È Theo" farfugliai aprendo la pergamena. Lanciai un'occhiata furtiva a Fred, che mi rivolse un sorriso complice.

Che dio sia benedetto. Sto arrivando. Uso il camino. Avvisa Weasley

Strabuzzai gli occhi, assicurandomi di aver letto bene.

Oh merda, è pazzo.

"Ehm ragazzi, credo che stia per arriv...". iniziai a dire.

Dal soggiorno provenne un tonfo assordante e diverse imprecazioni che coinvolgevano Merlino e l'intera stirpe magica. Mi precipitai verso la voce del mio migliore amico, seguita dal gli altri, tutti abbastanza perplessi.

Mi gettai fra le sue braccia, abbandonandomi al suo calore familiare."Per fortuna stai bene. Salazar! Ero così preoccupato".

"Sto bene". Quasi mi veniva da piangere, accusando lo stress accumulato negli ultimi mesi. Non mi ero resa conto di quanto mi fosse mancato finché non ho inspirato il profumo della sua pelle.

"Ehm, Nott?" lo chiamò George. "Come cazzo fai ad essere collegato al nostro camino?". Mi sciolsi dal suo abbraccio, scivolandogli  accanto. Fred, George, Harry e Ron erano schierati in un'unica fila, braccia incrociate, e sguardo fisso su di lui.

Oh...un ragazzo serpeverde in una casa di Grifondoro..

Theo si schiarì la gola. "Bella domanda" parlò per nulla intimorito. "Te la farò breve. Mamma. Ufficio trasporti. Favore. So che è difficile per un Grifon.." Gli colpii un fianco, tentando di zittirlo.

Roteò gli occhi, riportando l'attenzione sugli altri. "Se fosse successo qualcosa ad Emma, sarebbe stato più semplice raggiungerla" spiegò imperturbabile.

Emma//Fred WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora