Fiammiferi di luce

Capitolo 7

*Delia

Vi è mai capitato di avere quella sensazione di essere sprofondati improvvisamente, come se la terra sotto i piedi vi risucchiasse?
A me è appena successo.

Una ragazza bionda, vestita di tutto punto con abiti firmati e con il viso all'apparenza angelico, coperto dal trucco, ha ribaltato quella che doveva essere una tranquilla chiacchierata tra amici.

«Quindi?! Rispondimi!» la ragazza davanti a me incalza Damian a parlare e io mi preparo ad ascoltare volentieri quello che dirà.
«Che vuoi Valery?» risponde lui con fare annoiato.
«Dami ti ho appena chiesto, chi è questa?!» continua lei indicandomi e io sto per dirgliene quattro quando, «Non sono affari tuoi.» dice Damian con tono severo.
«Scherzi vero?!» ribatte lei, «Fino a poco fa stavi insieme a me nel parcheggio e ora ti trovo qui!» continua e il mio cuore perde un battito.
Che ci faceva con lei? Cosa stavano facendo?

«Valery non farmi incazzare.» risponde lui.
Io non sto seguendo la situazione che ho davanti, i miei amici mi guardano sconvolti.
Non so che dire, tanto meno cosa fare.
Le persone presenti nella caffetteria ci stanno fissando incuriositi da questa scena e io vorrei solo sparire.
Non credo di avere il diritto di starci male o di essere gelosa ma, ho dei sentimenti e per lui stavo provando qualcosa.

«Io dovrei essere quella arrabbiata!» continua la ragazza.
Damian all'improvviso si alza e se ne va furioso con lei che lo segue.
Io sono interdetta.
La mia testa sta cercando di mettere in ordine tutto quello che è appena accaduto.
Sono senza parole.
Vince mette un mano sul mio braccio e mi guarda con un espressione triste e consolatoria.
Selene invece mi asciuga una lacrima che mi sta solcando una guancia.
Non mi ero nemmeno resa conto che stavo piangendo.

«Ho bisogno di aria, ci sentiamo.» dico con fare sbrigatorio.
«Vuoi che venga con te?» mi domanda Selene, «No grazie, voglio stare sola.» ed esco fuori.

Cammino verso l'uscita del college, le lacrime continuano a scendere e il respiro è irregolare.
Come se non bastasse, il tempo si è annuvolato e sembra che possa piovere da un momento all'altro.
Stiamo a settembre.

Mi sento chiamare ma conosco questa voce, è la sua e non ho voglia di parlare con lui al momento.

«Delia fermati!» mi dice, io però aumento il passo trasformandolo presto in una corsa.
Credevo fosse una brava persona, a quanto pare mi sbagliavo, è veramente il tipo di ragazzo che se la fa con molte.
E io che lo avevo solo stereotipato per il suo aspetto, non pensavo che fosse davvero quel tipo.
Sono proprio una stupida, ogni volta ricevo solo "casi umani".
Non giudico mai nessuno, non mi piace farlo, ma cavolo! Il tipo freddo, distaccato, che non parla troppo di sé, ora ho anche visto questa scena! Era
lampante!
Ha solo visto una ragazza che poteva interessargli e guarda caso sono capitata io.

«Fermati!» continua e sento i suoi passi avvicinarsi sempre di più.
«Lasciami in pace, torna al parcheggio con quella!» dico con la voce colma di rabbia e tristezza.
«Non dirmelo, è la classica cheerleader?!» sputo fuori e il suo silenzio mi fa capire che è così.
«Lasciami parlare, fermati.» dice lui.
Non ho intenzione di sentire cosa ha da dirmi.

Abbiamo parlato un po' e ci siamo scambiati qualche bacio, cosa mi sono immaginata?
Perché ci sto così male? Ah già...è stato il primo ragazzo ad avermi ascoltata e ad avermi aiutata.
Ho lasciato che scoprisse un po' le mie fragilità e ora in cambio ricevo questo.

Continuo spedita a correre.
Delle gocce d'acqua hanno iniziato a scendere dal cielo.

Mi sento afferrare il braccio e voltandomi vado a sbattere contro il suo petto.
Lo guardo ancora più arrabbiata, cerco di liberarmi ma lui aumenta la presa.
«Fammi spiegare, hai frainteso.» parla con voce calma e questo mi destabilizza, cosa c'è da fraintendere?
Non capisco come faccia a essere così tranquillo davanti a questa situazione.
Resto in silenzio e con un cenno del capo lo incito a parlare, le lacrime in tutto ciò hanno smesso di uscire, per fortuna, non avrei sopportato farmi
vedere così, comunque il viso è umido, non solo dalla pioggia.