Capitolo 16

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*Damian
«Damy starai dalla nonna per un po'» confuso, guardo sia lei che mia nonna, mi lancia un piccolo sorriso come se volesse confortarmi.
Non capisco, mamma era appena tornata, abbiamo passato un bellissimo fine settimana e dopo tanto tempo eravamo insieme anche a papà. Ci siamo divertiti ad andare in giro per negozi e ogni volta ci mettevamo a correre per fare a gara, e chi arrivava per primo alla macchina vinceva un Marshmellow. Mi piacciono tanto i Marshmellow. Mi lancio ad abbracciare mamma, gli arrivo all'altezza della pancia e per essere un bambino di otto anni dicono che sono alto , «io voglio stare con te e con papà, perché vai di nuovo via?» non risponde, mi guarda, ma non come fa di solito, «ho fatto qualcosa di male?» continuo non avendo risposta, le lacrime iniziano a rigarmi le guance paffute, lei però non parla, mi fissa con aria fredda e improvvisamente mi spinge dandomi uno strattone che mi fa finire addosso a nonna. «Mamma cosa ho fatto?» il pianto è diventato più violento, tremo e praticamente sto urlando quando dico, «fai sempre così, tutte e due fate sempre così, state un po' con me e poi andate sempre via!» singhiozzo e a forza di urlare mi fa un po' male la gola, «non mi vuoi bene mamma?...prometto che sarò più bravo» silenzio, si sentono solo i miei singhiozzi nel salone, nonna mi tiene per entrambe le spalle con la presa di chi vuole rassicurarmi, però non ci riesce, intanto lancia delle occhiatacce a mamma.
«Devo andare, non ho tempo per te adesso» detto questo mamma si volta e se ne va senza guardarsi indietro, la voce mi esce stridula, «mamma non abbandonarmi ancora!»
Mi sveglio di soprassalto, con il corpo rigido e la fronte sudata. Questo da un po' di anni è il giorno peggiore di sempre e anche se dovrei esserci abituato, ogni volta vengo smosso dai ricordi di un infanzia che vorrei solo dimenticare.
Sono solo le 6:00 di mattina e anche se volessi riprendere a dormire, so già che non ci riuscirei.
Mi alzo dal letto e mi dirigo in cucina per bere un bicchiere d'acqua, lo mando giù neanche avessi partecipato a una maratona. È Sabato perciò penso che me la prenderò comoda, non ho grandi impegni, devo solo passare a portare fuori Ryle e attendere il fatidico piano che ha organizzato la sirenetta per me, al pensiero sorrido in automatico.
Oggi è il mio compleanno, non amo festeggiare e di solito trascorro questa giornata come una delle tante, l'unica cosa che mi concedo è una birra con Jo e una fetta di torta preparata da mia nonna. Negli ultimi giorni Delia si è impegnata molto nel tentare di organizzare qualcosa, sono stato tartassato da mille domande e dopo averle risposto che non mi interessava fare nulla di speciale, ho avuto modo di conoscere il lato testardo che la sirenetta nascondeva, era arrivata allo stremo e ammetto che è stato divertente vederla andare un po' in crisi.
Sono una persona semplice ma che non sa accontentarsi, è contraddittorio me ne rendo conto, per questo motivo sono molto curioso di sapere cosa ha in serbo per me.
Dopo aver fatto colazione e aver portato a fare una passeggiata a Ryle, sono tornato a casa, voglio prendermi un momento per pensare a me stesso e a quello che mi piace. Ho acceso il computer e ora sono concentrato nel completare una missione di un gioco. È da più di un'ora che sono incollato qui e credo proprio di dover alzarmi dalla sedia se non voglio fottermi il cervello a furia di cercare una soluzione per sbloccare dei nuovi "PG".
Prima che possa aprire la porta di camera mia, qualcuno bussa, «tesoro sei sveglio?» nonna, apro la porta e con un sorriso le do il buongiorno, «buon compleanno tesoro mio» mi prende il volto con entrambe le mani, sono costretto ad abbassarmi perché è veramente una nana, mi regala un bacio sulla guancia poi mi lascia andare guardandomi con occhi lucidi, «sembra ieri che ti portavano qui e tu subito dopo avermi salutata, correvi dritto in cucina perché sapevi che avresti trovato i tuoi amati Marshmellow» sorride ripensando al passato, io tento di non farle notare che ha toccato un piccolo tasto dolente, ricordando come mi sono svegliato.
Sembra risvegliarsi dai suoi pensieri e mi dice, «stasera ti preparo la tua torta preferita, l'anno scorso la ricetta che mi ha passato la mia amica non mi è piaciuta, farò quella al cioccolato che ti piace tanto così domani mattina potrai anche farci colazione.»
Il mio umore si ridesta, «grazie, mettimela da parte, non credo che tornerò per cena ma appena torno la mangeremo insieme» stavolta le lascio io un bacio sulla guancia. Mi guarda un po' sorpresa, «esci con Jo? Ah no aspetta» ci riflette «esci con...Dio come si chiama?» comincio a ridere, «si chiama Delia, nonna» ogni tanto fa fatica a ricordare i nomi delle persone e comprendo che non avendola mai vista, sia difficile per lei ricordare.
«Ah sì, Delia» dirige il suo sguardo in direzione della cucina e sono sicuro che sta pensando a qualcosa, «mi è venuta un'idea» lo sapevo, «se non sapete cosa fare per cena, potreste venire entrambi qui, possiamo mangiare la torta insieme, saranno ormai passati due mesi che vi frequentate e vedo come sei più sereno, mi piacerebbe molto conoscerla.»
Non credo sia una brutta idea e sono tranquillo sul fatto che Delia gli piacerà, l'unica cosa di cui non sono certo è se la diretta interessata sia d'accordo a fare questo incontro. È vero ormai sono passati due mesi da quando stiamo insieme ma non so se per lei sia troppo presto fare le conoscenze, infondo non è da molto che ci frequentiamo, però devo dire che mi piacerebbe vederle insieme.
«Glielo proporrò e se ce ne sarà la possibilità, ti chiamerò» guardo l'ora sull'orologio che tengo al polso, vedo che è mezzogiorno inoltrato e in effetti sto sentendo lo stomaco gorgogliare, batto le mani e le strofino tra loro, «mangiamo? Sto morendo di fame» è euforica al pensiero che Delia stasera starà con noi e inizia a cucinare parlando di come se la immagina, io scuoto la testa divertito e le do una mano.
Finito di mangiare sento il telefono vibrare nella tasca dei pantaloni, lo tiro fuori e leggo la notifica di due messaggi, uno è una nota vocale da parte di Jo e l'altro è della sirenetta. Ascolto l'audio del mio amico, «Ciao fratello, auguri» dal tono di voce si è chiaramente svegliato ora, «so già che oggi non ti vedrò, la tua fidanzatina avrà il monopolio e ne approfitto per uscire con un paio d'amici, berrò in tuo onore» sorridendo penso tra me e me che sia proprio un idiota, «ora che ti ho fatto gli auguri, adesso augura tu a me di trovare una ragazza carina stasera» gli rispondo con un messaggio.
-Auguri
Vedo che sta scrivendo.
-Neanche un "Ciao mio unico grande amico, grazie per gli auguri ti voglio bene"?
Confermo quello che ho detto prima, è proprio un coglione.
-Grazie fratello
Ora vado a leggere il messaggio che mi ha mandato Delia.
-Ciaooo, buon compleanno! Oggi è una giornata speciale perciò preparati, indossa vestiti comodi, il tuo unico compito sarà guidare la macchina, passa da me per le 16:00.
La curiosità sa essere peggio dell'invidia, lei sì che sa essere una brutta bestia.
Non vado matto per le sorprese, se la cosa si rivela che non mi piace non so mai come reagire, al tempo stesso non voglio rovinarle i piani quindi decido per una buona volta, di stare al gioco.
-Grazie Sirenetta, a dopo

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 23 ⏰

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