Capitolo 9

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*Damian

Sono davanti a Delia e lo spettacolo che sto vedendo mi lascia di stucco.
È vestita in un modo che non ha bisogno di essere descritta, la maglietta che indossa mi fa ridere mentalmente ma non voglio farla sentire a disagio quindi non dico nulla.
Ha gli occhiali, la rendono al quanto sexy, per non parlare dei capelli un po' sfatti che mi stanno facendo pensare cose davvero poco caste.
È struccata ma cazzo è bella anche così.
La sto squadrando senza il minimo pudore, nel mentre noto che in mano ha un...

«A cosa ti serve quel cucchiaio?»
«Dio! Speravo di aver preso qualcosa di affilato.» risponde lei.
Rimango ancora più confuso, sembra leggermi nel pensiero e mi dice, «stavo guardando un film horror, ho sentito suonare il campanello e per quanto ero impaurita, il mio cervello ha pensato che fosse un malintenzionato» parla a raffica e tentando di contenersi, tira su il cucchiaio per farmelo vedere
meglio e continua, «ecco, questo doveva essere l'arma per difendermi.»

Non resisto più e scoppio a ridere.
Lei fa lo stesso poi mi chiede, «Come mai sei qui?»

«Avevo voglia di vederti, il portone del palazzo era aperto e sono salito.» rispondo.

«Come facevi a sapere in che piano stavo?»
«Grazie al citofono?» ribatto non capendo il motivo di questa domanda.
«Oh certo! Che stupida, vuoi entrare? Sono sola a casa, mio padre e mio fratello dovrebbero essere usciti» mi chiede evidentemente imbarazzata.

Entro nell'appartamento e sento subito odore di dolci.
È abbastanza moderno, deduco che i soldi non gli mancano, l'ambiente è molto confortevole.

«Hai un fratello quindi?» domando guardandomi un po' attorno, discretamente.

«Sì, è più piccolo di me, è in età da adolescente quindi sta spesso fuori con gli amici.»

«E i tuoi?»
«Qui vivo con mio padre che al momento è a lavoro»fa una pausa, «mia madre vive poco lontano da qui.»

Sembra non gradire molto questo argomento dal tono di voce un po' basso, credo che sia meglio parlare d'altro.

«Carino il maialino.» dico indicando la sua maglietta con un sorriso provocante sul viso.
Delia diventa rossa in volto, il colore dei suoi capelli rispecchia la sua pelle.
Mi guarda da sotto le ciglia e un lieve sorriso imbarazzato, spunta sulle sue labbra.

«Cavolo sono un disastro.» ride sconsolata cercando di guardare qualsiasi cosa tranne che me.

«Sei bellissima.» i suoi occhi saettano subito nei miei, mi avvicino lentamente e la bacio.

È un bacio dolce che con un po' di tempo diventa sempre più frenetico, passo con la lingua sulle sue labbra per farmi dare il modo di intensificare il bacio, lei le schiude dandomi l'accesso.
Il suo sapore dolce è inebriante, un anestetico per la tensione subita le due ore precedenti.

Mia madre mi ha di nuovo contattato.
Aveva come sempre, bisogno di soldi, una volta finito con lei, ho sentito immediatamente l'impulso di vedere Delia e starci insieme.

Solo lei riesce a calmare la tempesta che si scaturisce dentro di me.

La Sirenetta sembra sempre così timida e riservata, in questi momenti però tira fuori un lato di lei che oserei definire, audace.

Mi fa impazzire il modo in cui si lascia trasportare quando la bacio.

«Ci spostiamo sul divano?» mi domanda affannata.
Annuisco e continuando a baciarci, camminiamo verso il divano.

Mi fa stendere, lei si sdraia sopra di me e riprendiamo la nostra corsa con le lingue.
Affondo una mano nei suoi capelli, è una cosa che mi piace fare molto, con l'altra mano scendo ad accarezzare la sua schiena.

Fiammiferi di luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora