Capitolo 3

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Il mattino si svegliò. Si vestì casual e mise tutto il necessario nello zaino. Fece colazione e poi raggiunse Joseph, l'autista della nonna, che la accompagnò a scuola. In classe si sedette nell'unico posto libero, vicino ad Helyia in fondo alla classe.
-La ragazza dello zucchero filato?-
-Temo di si-
-Pennyroyal giusto?-
-Esatto, Helyia-
-Giusto, sai cosa faremo?-
-Dante-
-Dovremo aspettare prima della visione laica di ser Boccaccio-
-Già-
Come esercizio dovevano analizzare i canti individualizzando: canto, cerchio, dannati, pena, contrappasso.
A loro capitò il canto 13
-Canto XIII-cominciò Helyia
-Cerchio sette e secondo girone-
-Suicidi- dissero in coro
-I suicidi sono trasformati in piante che mantengono caratteristiche umane infatti se si spezza un ramo ne sgorgano fuori sangue e parole-
-Contrappasso, come in vita hanno disprezzato la loro vita togliendosela ora sono trasformati in piante-
Suonò la campanella e Pennyroyal aveva Tedesco. La loro Prof era non tanto alta. Aveva capelli ricci/mossi neri e occhi azzurri. Aveva un bellissimo sorriso e un carattere fantastico. Infatti sapeva ascoltare e dare ottimi consigli e teneva bocca chiusa su tutto ciò che le dicevi. L'unico suo difetto era la sua sbadataggine. Si chiamava Francesca Mori.
-Guten Tag meine Schüler-
-Guten Tag Frau Mori-
Poi si rivolse a Pennyroyal.
-Ich frage dich: was hast du in deiner Sommerferien gemacht-
-Ich bin ans Meer mit meiner Freundin gegahren. Dann bin ich auf das Land gefahren. Am Ende bin ich dort gekommen. Jetzt bleibe ich hier-
-Gut, Danke-
-Bitte-
La lezione andò avanti e dopo fu seguita da due ore di matematica e da una di filosofia. Stanca per la mattinata Pennyroyal si sedette allo stesso tavolo di Annie.
-Giornata pesante?-
-Abbastanza-
-Anche per me-
-Sai, penso di essermi innamorata di Helyia-
-Lo dicevo io che era il ragazzo più bello...-
-Della scuola?-
-Sta venendo qua-
-Cosa?-
In quel momento arrivò Helyia.
-Devo parlarti, ci troviamo alle tre davanti alla casa di tua nonna-
-D'accordo-
Quando Helyia se ne andò Annie diede una gomitata a Pennyroyal facendo le l'occhiolino e Pennyroyal alzò lo sguardo al cielo. Alle tre in punto Helyia e Pennyroyal si incontrarono e andarono a sedersi in una radura nella Foresta.
-Devo dirti in segreto, teoricamente non dovrei, ma sento che di te posso fidarmi. Non sono umano, sono un demone e quando divento tale riesco a sparare fulmini viola e mi spuntano grosse ali nere da pipistrello-
-Ok. Neanche io sono umana...sono la guardiana della terra-
-Le famose guardiane?-
-Si-
In quel momento si sentirono dei rami spezzati. Pennyroyal andò a vedere e dopo che ne ebbe scoperto la causa prese un bastone alto quasi come lei e lo brandì minacciando degli uomini. Loro fuggirono e Pennyroyal fu invasa da una luce verde. Il bastone che teneva in mano era diventato alto come lei e vi si era incastonata sopra una pietra verde smeraldo e venne legata al bastone da liane che da erbacee divennero argentate. Poi tutto finì e Pennyroyal capì: la Foresta le aveva donato il suo cuore. Corse a casa e lo disse alla nonna.
-Ora devi solo controllare i tuoi poteri-
-E come faccio? Non me lo insegnano mica a scuola-
-Mio padre può aiutarti-disse Helyia
-Non sarà un problema??-
-No, ti aspetto domani alle quattro a casa mia-
-D'accordo-
Helyia tornò a casa sua, difatti si erano fatte le sette e mezza. Le due donne rientrarono in casa a preparare la cena. Mangiarono e verso le nove andarono a letto.

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