Lasagna Meccanica

194 20 7
                                    

ANTEPROLOGOPREFAZIONE


Caro Lettore,


innanzitutto grazie per aver scelto di comprare questo libercolo.


Ma subito dopo il "grazie" voglio dirti "Perché?". Perché hai scelto di leggere queste cose? Perché vuoi a tutti i costi arrabbiarti, sdegnarti, inalberarti, costituirti parte civile, farti un fegato così, farti del sangue marcio, farti saltare la mosca al naso, farti venire un diavolo per la testa, farti girare le balle, perché?


Probabilmente perché a me – e spero anche a te, visto che ormai hai comprato il libro e non accetto restituzioni – piace raccontarti le cose di tutti i giorni, quelle che accadono (o accadranno, o sono accadute) anche a te; ADORO poi attirare la tua attenzione su certi particolari che forse ti erano FINORA sfuggiti, ma che da ora in poi ti balzeranno all'occhio come una merda sul divano bianco di Alcantara (invece, i paragoni mi piacciono TANTO); CI SBALLO, quindi, nel vedere che fai cenno di sì con la testa come a dire: "È proprio vero!".


E allora dico a te quello che dico sempre quando mi dicono: "È proprio vero!". "CREDI CHE MI FACCIA TUTTO 'STO MAZZO PER ANDARE IN GIRO A RACCONTARE MUSSE? CERTO, CHE È TUTTO VERO!" 


Buona lettura. Incazzati, che fa bene. E ridi, che fa meglio.




LASAGNA MECCANICA



Vita da Autogrill


Se sapeste a quante serate dico no...

Neanche una, in realtà, però me la tiro un po' da strano. L'unica cosa che mi permetto è quella di dare la precedenza alle proposte che mi permettono di stare vicino a casa...È inutile negarlo, ormai i viaggi lunghi un po' mi pesano...sto organizzando una rassegna di cabaret nella carrozzeria nei fondi del mio palazzo, per dire... Un sacco di piccoli indizi mi fanno capire che non ho più vent'anni...allora, con sei lattine di birra e un tramezzino facevo Milano-Helsinki guidando tutta la notte senza fermarmi; adesso da Genova a Milano mi devo fermare tre volte a pisciare. Ma alla fine fermarsi all'Autogrill piace un po' a tutti, no? È o no l'Oasi del XXI Secolo, il porto sicuro nell'Oceano d'Asfalto, l'Approdo Tranquillo doppiato il Casello?

Che posto strano, l'Autogrill. Appena provi a ordinare un caffè o un cappuccino, la cassiera – addestrata in qualche campo di sterminio birmano - ti propone immancabilmente il famigerato Menu Mattina... che probabilmente è stato ideato da un individuo nato senza gli intestini. Ma sì, perché come cazzo si fa di primo mattino a bere un cappuccino e subito dopo una spremuta d'arancia? Ma ti rendi conto della bomba che si innesca al tuo interno? Non appena il latte caldo entra in contatto con il succo acido e freddo, nelle tue viscere ha inizio una tremenda reazione chimica che non potrà che sfociare...punto. Sfociare rende benissimo il concetto. E di norma tutto si scatena quando sei già risalito in macchina, a una distanza variabile da 3 a 5 chilometri dall'Autogrill. La Società Autostrade riesce a effettuare precisissime statistiche sui consumatori di Menu Mattina semplicemente posizionando microfoni nella prima area di sosta dopo l'Autogrill e contando i gemiti che provengono dalle siepi intorno ai posteggi. 


Sì, perché – potendolo evitare - nessuno vuole andare nei cessi degli autogrill. Appena entri, seduta su di una seggiola bianca, c'è di solito una signora di mezza età vestita di bianco che ti sorride. Al suo fianco, un tavolino bianco con un cestino di vimini sopra. Nel cestino, un centrino di pizzo bianco. Attaccato al cestino un cartellino con scritto "Grazie" in corsivo. Ti scappa da pisciare, la signora ti guarda come a chiederti "Adesso voglio vedere quanto cazzo metti nel piattino"; una volta avevo solo 5 euro, li ho buttati dentro e la tipa mi ha seguito dentro il bagno e ha insistito per pulirmi il culo. Di norma, invece nel cestino trovi solo monetine da 1, 2 e 5 centesimi. Entri nei bagni, incoraggiato dall'immagine di pulizia trasmessa dai mobili bianchi e dalla dolce vecchietta, e ti trovi in una sorta di inferno dantesco che dà all'espressione "una giornata di merda" tutta una serie di nuovi significati. 


Se la tirano che sono tutti automatici: entri nel loculo – di norma ce ne sono tre, due pulitissimi ma senza carta igienica e uno con tre rotoli di carta pieno di merda fino all'orlo; ti procuri la carta, entri in uno di quelli puliti, chiudi la porta e mentre armeggi per aprirti i calzoni il sensore a infrarossi tira tre volte lo sciacquone. Fai quello che devi fare, e quando hai finito inizi a muoverti per innescare lo sciacquone ma niente, neanche se fai Michael Jackson in Thriller o breakdance estrema. Esci, pensando "Tanto l'acqua scende quando entra il prossimo..." e ti scontri con il "prossimo" che guarda caso entra ma lo sciacquone col cazzo che si attiva, quindi abbandoni i locali seguito dagli improperi del tipo "Oh brutto maiale, tira l'acqua quando hai pisciato. Incivili di merda...". 


Vai a lavarti le mani, e nel primo lavabo a destra c'è sempre un camionista dell'Est in canottiera blu che si lava i piedi o le ascelle, o le ascelle con i piedi. Impazzisci per far scendere acqua dai rubinetti coni sensori, e l'unico che funziona è naturalmente a cinque metri dall'unico distributore di sapone funzionante. L'unico sistema per asciugarsi le mani è quello di tenerle sotto il getto d'aria rovente che ti ustiona la pelle ma col cazzo che le asciuga. 


Esci, convinto di esserti contagiato con qualche virus mortale normalmente endemico solo nelle paludi del Suriname, e scopri che di fronte all'autogrill si è appena fermata una corriera di pensionati di ritorno da una gita "delle pentole" alla Certosa di Pavia. Cerchi di superare la fila, sgomitando e calpestando qualche vecchietto come un All-Black neozelandese, ma è troppo tardi: di fronte alle casse si snoda già un ammasso pernicioso di anziani, e ciascuno, una volta arrivato il suo turno, chiede educatamente al cassiere: "Cosa c'è da mangiare?". Ma cosa te ne frega, cazzo, tanto cambia il nome dei panini ma hanno tutti lo stesso gusto: il Rustico sa di Camogli, il Positano puzza di Campagnolo... ma su tutti spicca la Rustichella, quella mezza focaccina che, indipendentemente dal tempo in cui rimane sulla piastra, quando te la consegnano fuori è rovente che non riesci neanche a tenerla in mano ma, appena la mordi al centro, ti riversa in bocca un grumo gelato di formaggio e mille palline di sugo che ancora ti scricchiolano sotto i denti.


Sputacchiandone un paio, ti dirigi verso la cassa, ma ti trovi di colpo catapultato in un labirinto degno di Indiana Jones: infatti, la strategia espositiva degli Autogrill mira a farti raggiungere le casse solo dopo averti costretto a percorrere un labirinto chilometrico tra improbabili armadilli di peluche con il culo ripieno di Gianduiotti, torroni fuori stagione in offerta speciale, gli Strudel della Pavesi, i famosi biscotti ripieni di marmellata di fichi dichiarati estinti dalla Convenzione di Ginevra nel 1977 e che fuori dagli Autogrill sono ormai introvabili, salami semisferici tempestati di pepe che avessi mai visto comprarne uno, tranci di Parmigiano Reggiano che se non hai il gancio traino non riesci portare a casa.


Proprio quando pensavi di aver attraversato indenne l'Oceano delle Tentazioni, ecco l'ultimo trabocchetto: le ceste dei CD! Il percorso obbligato ti costringe a passare in mezzo a queste vere e proprie Colonne d'Ercole di metallo, strapiene di CD gettati alla rinfusa; non ho mai conosciuto nessuno che sia riuscito a resistere alla tentazione di "dare solo un'occhiata", presentandosi alla cassa dopo dieci minuti con "In viaggio con Tony Cucchiara", "Un'ora con l'Equipe 84" e l'immarcescibile "Peppino Gagliardi canta i Kiss", tutti rimixati e rimasterizzati in qualche manicomio criminale della Brianza.


Finalmente esci dal maledetto Autogrill, ce l'hai fatta! Risali in macchina con ancora frammenti di Rustichella gelata fra i denti; ti siedi al posto di guida, getti sul sedile il CD di Peppino Gagliardi e apri febbrilmente la scatola di biscotti con i fichi, che non appena al contatto dell'aria si decompongono come la mummia di Tutankhamon, invadendo di briciole anche i punti più nascosti della tua dignità maschile. Riparti sgommando, e appena rientri in autostrada ti accorgi che...cazzo!, alla fine non hai fatto benzina. "Pazienza – sorridi – mi fermo al prossimo..." Ma proprio in quel momento il Menu Mattina inizia a bussare alla tua porta...e mentre cerchi una piazzola di sosta neanche Peppino Gagliardi riesce a farti sorridere!

Lasagna MeccanicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora