Uno splendido weekend sulla neve

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Che vita di merda: iniziano le code per il mare e non sono ancora finite quelle per andare a sciare...cosa che a me proprio non tocca: io sto alla neve e al freddo come un pinguino al Sahara e, a parte la polenta col capriolo, odio tutte le cose invernali, tipo lo sci. Non capisco che gusto ci sia a guidare tre ore, cercare un posteggio per altre due, chiuderti i piedi dentro due strumenti di tortura che neanche il Dottor Mengele; li vai a noleggiare e il tipo ti dice "Devono essere belli stretti" "Ah, allora questi sono proprio i miei: ce li ho su da 3 minuti e ho già perso la sensibilità ai piedi fino a metà stinco!". Poi devi attaccarli a due assi lunghe e scivolose come anguille sudate; pagare 50 Euro di giornaliero per farti mezz'ora di coda al freddo tipo minatori del Klondike solo per infilarti una spranga gelata tra le chiappe che subito dopo con uno strattone ti strappa le palle alla radice; arrivare in cima alla montagna infilzato come uno spiedino al Festival dell'Unità e buttarti subito giù senza cadere, andare troppo veloce, uscire di pista, investire alberi e/o altri deficienti come te, trovarti di colpo su lastre di ghiaccio e, quando e se - soprattutto se - sarai arrivato in fondo, frenare in tempo per non investire la coda di tuoi simili che aspettano di infilarsi di nuovo la spranga gelata tra le chiappe.

E così tutto il giorno, al freddo e al vento, le mani dentro le muffole coooomode le muffole, che ti cola il naso che non riesci neanche a pulirtelo e alla fine della giornata sembri Gandalf; ti sei legato al collo il giornaliero con l'elastico in dotazione, corto, e tutte le volte che lo infili nel lettore questo lo ingoia per vidimarlo e ti tira lentamente la faccia verso il basso, strangolandoti come in una tortura medievale, e mentre scii si agita con l'aria e ti affetta una guancia alla tartara. Ora ci sono i tornelli magnetici wireless, quelli che leggono il tuo orologio o il badge che hai nella tasca interna della tuta. Leggono, o dovrebbero leggere. Quindi ogni tanto vedi gente che strofina il braccio tutto intorno al tornello, che se lo scopa come un cocker in calore per fargli leggere il badge, che gli si spoglia davanti per cercare la tesserina...ma ti sembra facile spogliarti?

Vogliamo parlare di pisciare sulle piste quando hai addosso la tuta? O la salopette? Magari quando nevica e tira vento? Ma ti ci vedi? Togliti gli sci che se sembra facile prova a sganciare gli attacchi quando stai per fartela addosso e siccome scii di merda hai tutta la neve ghiacciata dentro il foro dello sgancio, infila le racchette sulla neve che ce n'è sempre una che cade e inizia a rotolare verso il dirupo, togliti i guanti e subito le mani iniziano a paralizzarsi, cerca di aprire la zip sempre che tu non sia caduto troppo e non si sia ghiacciata anche quella e allora pisciati pure addosso perché non c'è storia; se invece si apre sfilati le maniche e calati la tuta giù ad altezza natiche, tira fuori il brufolo gelato e fai quello che devi fare ma attenzione! Se c'è vento non è escluso che mentre stai cercando di scrivere il tuo nome con la pipì sulla neve (e non fate le facce strane perché ci abbiamo provato tutti) una folata più cattiva ti porti una o due maniche della tuta direttamente sotto il getto. Con le mani ormai completamente compromesse cerchi di scrollartelo prima che congeli anche lui, e se il vento gelido non ti ha bloccato la schiena puoi contorcerti finché non sei riuscito a ri-infilare le maniche, chiudere la zip infilare i guanti recuperare le racchette rimontare sugli sci...e sto parlando di maschi...se sei una femmina, esemplare quindi che normalmente per pisciare impiega venti minuti quando è vestito normalmente e deve farlo nel bagno caldo di un bar del centro città, di far la pipì con la tuta da sci fuori dalla baita non voglio neanche parlarne! Anche perché tutte quelle che ci provano, non importa come si rimbocchino la tuta tra le gambe nelle mani intorno al corpo...alla fine si pisciano sempre nel collo.

E in tutto questo, c'è gente che prende il maestro, hai capito? Per imparare a farti male con stile. Come prendere un istruttore di Martellate sulle Palle: "Ho notato che ogni tanto il martello picchia sull'incudine...ecco, ruota il polso prima, così...perfetto! Vedi, le hai prese tutte e due con lo stesso colpo, bravo!".

Ho provato anch'io a prendere il maestro. Bellissimo, abbronzatissimo, untissimo. Una tuta bicolore che indossa come un paio di fuseaux; gli scarponi come scarpette da ballo. I maestri di sci da Ottobre a Marzo si cibano di neve e burro di cacao; non si spogliano mai, neanche per fare la doccia; e non cagano neanche, per tutta la stagione. Sorride e si presenta "Ciao Paolo, sono il maestro Fernando, andiamo?", non aspetta neanche la mia risposta, si gira e parte verso lo skilift. E giù sprangata nelle chiappe. Una volta in cima al monte, si stringe gli scarponi, che se io me li stringo ancora un po' mi esce l'alluce da una narice, e mi dice "Dai, Piero, vienimi dietro!", e si butta giù per una pista che sembra un burrone.

O testa di cazzo, secondo te se sapevo venirti dietro giù per questa pista ti regalavo 40 Euro per guardarti il culo mentre scendi? Non si volta neanche. Io rovino in fondo alla pista, e Fernando mi dice "Bella la neve oggi, eh, Antonio, ne facciamo un'altra?". Non aspetta la mia risposta, si volta e ci rimettiamo in coda per lo skilift; una volta in cima guarda l'orologio e mi dice: "Ah, è già passata l'ora! Ci vediamo domani, Alberto, tu tieni il peso a valle eh!" E sparisce giù per la pista nera lasciandomi da solo in cima alla montagna. Per scendere ho impiegato tre ore, quattro distorsioni, nove bestemmie e un'imboscata a un San Bernardo.

Ma lo sci ha anche momenti belli. Quando, alla fine della giornata, ti siedi e ti sfili gli scarponi: nei posteggi degli impianti di risalita, se chiudi gli occhi e ascolti, sembra di trovarsi sul set di un film porno, tanti i gemiti di godimento che si sentono. Sono tali momenti di sollievo che ho anche visto sciatori pisciarsi addosso ululando felici.

Poi torni a casa, appena entri la faccia e le orecchie ti diventano roventi e viola per lo sbalzo termico, ti spogli dei tuoi quindici strati protettivi che neanche un astronauta dopo la passeggiata nello spazio, e stramazzi sul divano. La mattina dopo scendi dal letto, e ti trovi le gambe inchiodate in posizione "lottatore di sumo"; vai in bagno camminando come John Wayne in "Rio Bravo"; in piedi di fronte alla tazza, per l'intenso piacere sorridi beato, e grazie all'azione combinata sole-freddo-riverbero-aria secca-riscaldamento notturno le tue labbra esplodono come mortaretti a Napoli.

Mentre cerchi di tamponarti le labbra succhiando un Tampax trovato in un cassetto, i tuoi amici ti urlano: "Dai, che è tardi...non vorrai mica perderti questa splendida giornata sulla neve?". E tu te la perderesti, cazzo quanto volentieri te la perderesti... Ma hai proprio voglia di chiudere il maestro Fernando nel cesso della baita, affettargli la faccia con le lamine, e dirgli: "La prossima volta aspettami. E a proposito: mi chiamo Stefano, bastardo!".

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