Chapter 5

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Tornando a casa ripensai a tutto quello che ci eravamo detti. Insomma, sarebbe stata un'ottima opportunità per entrambi.

Evadere una volta per tutte da Lakeland era diventato quasi un sogno irrangiungibile. Eppure, pensai che una volta io amavo questo luogo, amavo il fatto che nessuno lo conoscesse e, fosse un posto talmente dimenticato che quasi per un momento lo considerai prezioso. Ripensandoci però, Lakeland era più adatto a dei pensionati o a dei poeti ormai sepolti, di cui la vita monotona alleviava il desiderio di cambiamento. Ragazzi come noi qui non avevano possibilità, era come una trappola: se non eri furbo non ne uscivi. Io finalmente quella chance l'avevo avuta, potevo finalmente evadere, ma l'unica ragione per cui non lo avevo già fatto era Evan.



Dopo circa dieci minuti di strada, arrivai davanti a casa e tentennai per aprire quella porta, ma alla fine decisi la via più letale, ovvero quella di entrare.

Non riconobbi subito le voci che provenivano dalla cucina, certamente erano familiari, ma se per questo non avevo nemmeno l'intenzione di salutare. Appena misi piede sul primo gradino della scala- che porta al piano superiore- sentii la voce stridula e alquanto fastidiosa di Maureen. Donna classificata come madre, non particolarmente intelligente e aggraziata, di tre splendidi ragazzi e un disastro di figlia.

Stavo quasi per scappare quando la donna robusta, e dai capelli rovinati a causa delle troppe tinte mi prese per un braccio, rendendomi indifesa. Emisi un breve gemito- non tanto di dolore, ma per la seccatura - e voltandomi le dissi: "Intendi lasciarmi, madre? O aspetti che il buon padre intervenga a suo modo?" ovviamente parole puramente sarcastiche. Lei rispose a tono: " No, questa volta intendo sbrigarmela da sola Nat. Dove sei stata fino ad ora, eh? Con quel... Evan?" in quel momento decisi che era troppa l'umiliazione che mi stavano servendo: "Si, sono stata fino ad ora con quel omosessuale del mio migliore amico, e che ti piaccia o no ora me ne andrò nella mia confortevole camera ad assopirmi nei miei meravigliosi sogni da teenager." A quel punto la donna mollò la presa e mi fece cenno con la testa di entrare in cucina. Lì ci trovai i miei fratelli maggiori: Liam e Louis.

"Hey come va Nat?" Saltò su Louis, mentre Liam stava ingurgitando un panino più grosso della sua faccia.

"Tutto bene Lou." La conversazione terminò lì. Avevo passato tutta la mia infanzia con i miei due fratelli maggiori, ma quando nostro padre se ne andò, loro decisero di andarsene con lui. Io ero troppo ingenua per capire quale fosse la strada giusta, così optai per rimanere con la "mitica" Maureen. A ripensarci mi reputo una vera stupida.



Per i seguenti dieci minuti aspettai una domanda che forse non mi sarebbe mai stata posta, così dissi:" Vedo che la gentilezza non è di casa, quindi penso proprio che andrò a poggiare le mie natiche davanti al computer, per poi addormentarmici davanti mentre guarderò una puntata di "The O.C.". Questo è per dimostrarvi quanto facciate tutti schifo." In realtà non sapevo bene il perchè avrebbero dovuto farsi schifo pensando me a guardare "The O.C.", ma era semplicemente per ricordarglielo. Detto ciò nessuno ebbe da ribattere, così uscii dalla stanza, non prima di aver preso una confezione di "Oreo", e mi recai nella mia cosiddetta "reggia".

Erano le 23.47 e feci proprio come previsto: mi ero addormentata davanti ad una puntata del telefilm peggiore al mondo, con dei biscotti favolosi e tanti spettri che mi perseguitavano anche nei sogni.


Sydney: Here we come.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora