Arrivata al di fuori della struttura antica e pressoché decadente, mi guardai in giro senza notare la sua faccina fra le altre.
Il cortile era l'unico luogo di ritrovo per le povere anime che studiavano, o più semplicemente si presentavano a scuola. L'erba era abbastanza verde, le panchine degradate e piene di scritte alquanto futili, ed era delimitato dal campetto di calcio e la pista di atletica.
La campanella era già suonata da cinque minuti, e non l'avevo ancora visto. In preda al panico rientrai, e andai nella sua classe di biologia. Niente. Lui non c'era. Eppure mi aveva detto: "Ci vediamo alla terza ora." Era scontato il posto in cui ci saremmo dovuti vedere.
"Santo Cielo Evan dove sei!!" così dissi imprecando.
Ormai l'intervallo era già terminato, e gli studenti più apprensivi si agitavano e spingevano per entrare nelle rispettive classi. Io non mi arresi, avrei continuato a cercarlo finché non l'avrei trovato.
In quell'ora avremmo dovuto seguire il corso di storia insieme, ma a quanto pare se l'era svignata prima di me. Uscii. Mi avvicinai al campo di calcio, quando sentii delle voci rudi urlare e ridere.
Capii subito di chi si trattava, e la situazione non mi piaceva. Subito mi venne da svenire, così mi accasciai a terra, e poi ricordai a me stessa che là vi era la mia famiglia, ed era in pericolo.
"Allora Bone trovato il principe azzurro?" Un altro calcio gli colpì lo stomaco. Il rumore era insopportabile. Ogni volta che lo calciavano sembrava che ce l'avessero con una palla.
"Come hanno fatto i tuoi genitori a sopportare una tale umiliazione, Eh? Come fai ad andare in giro ancora a testa alta? Mi fai proprio schifo!" un coro di risate si alzò, e poi tutti lo colpirono di nuovo.
"I suoi genitori hanno reagito nello stesso modo in cui i tuoi ti hanno visto nascere, ovvero hanno vomitato la cena del giorno precedente per terra." così me ne uscii con questa frase alquanto macabra e disgustosa.
"HAHAHA. Pensi di far ridere Debbins? No scusami, fai già ridere senza che tu apra bocca." A quella frase serrai i pugni pronta all'attacco, ma qualcosa mi bloccò. Era la luce così candida sul suo volto, quel sorriso talmente rassicurante che sembrava dirmi "Va tutto bene." Dio quanto lo avrei picchiato in quel momento, ma ero lì per salvarlo, quindi ci avrei fatto i conti dopo.
"E ora vattene se non vuoi partecipare al massacro del finocchietto, e non vuoi prenderne parte."Detto ciò non ce la feci più. Mi scaraventai su Josh e gli diedi così tanti pugni che gli ruppi una mascella, roba da pugili. Gli altri due mi presero da dietro e mi trascinarono via. Mi iniziarono a picchiare, il dolore era tremendo, la paura era un limite e l'adrenalina era troppa. Tanto che non curando le brutte ferite che mi fecero, scalciai a più non posso, immaginando di essere ad una finale a Sydney, con gli occhi di tutti fissi su di me quasi a volermi dire: "Crediamo in te."
Sentii di nuovo urlare, e questa volta non ero io e nemmeno Evan, ma quei finti bulli. "Correte brutti figli di puttana!"mi sentivo come un leone dopo aver sterminato il nemico. Li vidi correre su per la collinetta che divideva il campo di calcio dalla pista di atletica, e poi solo silenzio.
Zoppicando arrivai al punto in cui Evan giaceva immobile, ma almeno riusciva a parlare. "Oddio Evan, ora ti porto subito in infermeria. Penso ti abbiano rotto una costola, almeno dal rumore che ho sentito sembrava una costola." vidi la sua difficoltà nel rispondere, era così tremendamente mortificato. "Grazie, e scusami."era davvero conciato male. "Tranquillo non è niente, ora provo ad alzarti..."per fortuna l'atletica mi aveva resa davvero forte, e anche un po' muscolosa. "Aspetta."non feci in tempo a chiedergli cosa dovessi aspettare, che mi avvolse in un abbraccio, lungo e confortevole. Per poi dirmi:"Domani sera i miei ti aspettano per cena, alle 19.00, non tardare. Mamma ha detto che cucinerà il tuo piatto preferito, e sei di nuovo la benvenuta."A quelle parole volevo piangere, urlare, ridere, ma gli risposi con un altro abbraccio. "Ahi, così mi fai male, ho una costola rotta giusto?" "Vero." ma ero troppo felice per reprimere quella scintilla di gioia. Era solo una scintilla, ma abbastanza per continuare.

STAI LEGGENDO
Sydney: Here we come.
FanficMi dispiace tantissimo di essere stata assente per così tanto, ma ora sono tornata e cercherò di scrivere ogni volta che ho del tempo libero. Spero vi piaccia, io lo trovo molto divertente e allo stesso tempo rivelo anche un po' di me stessa. Grazie...