Chapter 10

25 1 2
                                    

In così poco tempo mi accorsi quanto fosse breve la vita, ricca di ostacoli e di difficoltà da superare. Proprio come una corsa, il cui percorso termina con due prolungamenti. Un'eternità di sofferenze, o la via più breve e indolore: la morte con una sola via d'uscita.


Me ne resi conto il giorno della consegna del diploma- ormai lontano anni luce dal giorno del mio compleanno- che però proprio nell'euforia del momento mi tornò in mente la bellezza di quei momenti, da liceale.

Con indosso le mie "All Star" bianche, ormai consumate e tendenti al nero, e la mente ovunque ma non lì, avanzai quando sentii la voce della vice preside annunciare al megafono che la consegna sarebbe avvenuta in massimo dieci minuti, e quindi ordinava di sedersi.


"Ancora una foto Nat, dai in questa sembriamo dei disagiati." Mia madre che si lamentava continuamente degli scatti, e il fotografo le sbuffava in faccia ogni volta che dovevamo ripeterle.

Dopo il giorno del mio compleanno, io e la mia famiglia ci siamo uniti molto,e abbiamo scoperto molti interessi in comune. Insomma, mi sentivo più viva e fisicamente più presente nella famiglia.


"Dite Cheese ragazzi!" E per un secondo tutti rimanemmo così: avvinghiati in una qualche posizione,cercando di sorridere.

"Mamma ora devo andare, o la vicepreside mi sospenderà per scarsa attenzione durante la solenne consegna del diploma." Dissi cercando di imitare la voce di quella donna alla perfezione.

"Si, giusto." Disse mia madre dopo aver emesso un risolino. "Sono così felice figlia mia che tu sia così diversa da me e tuo padre. Insomma sei molto ambiziosa, e testarda, e per questo sai con certezza quale sarà la tua via d'uscita."

"Grazie infinite mamma, davvero lo apprezzo molto, ma ora devo proprio andare. A dopo."

Salutai anche i miei fratelli, vestiti bene per il gran giorno, e con lo sguardo cercai di scorgere mio padre. Non era ancora arrivato, come al solito si sarebbe perso anche questo evento della mia vita.


"Bone, come sei vestito bene oggi."Lo dissi con tono ironico, dato che sua madre gli aveva conservato il vestito da cerimonia del diploma del padre, di circa 40 anni prima.

"Spiritosa la ragazza che corre in finale con un paio di vans e dei pantaloncini di jeans."

"Questo mondo è stato fatto per essere vario Bone, non per seguire regole specifiche. Sei troppo prevedibile amico mio."


Shalley Cooper era il mio ex ragazzo. Il ragazzo da cui non mi sarei aspettata che bugie e tradimenti, eppure si rivelò anche un grande fenomeno da baraccone.

Si mise- a cinque minuti dall'inizio della cerimonia d'onore- a sparlare sul palco davanti ai compagni, di come la sua attuale ragazza Bailey Moore fosse una grande e talentuosa spogliarellista. Forse era ubriaco o forse no, sta di fatto che lo sbatterono fuori in meno di un minuto, togliendoli il quasi meritato diploma. Nella vita ci metti solo un secondo a scivolare così in basso che nemmeno la tua reputazione può aiutarti a risalire.


"Ci dispiace infinitamente per questo show poco sobrio... Genitori e parenti, professori e alunni è con immenso orgoglio che vi presento i diplomati di quest'anno al Cumbria High School."

E così iniziò l'interminabile lista dei diplomati con voti meritosamente più alti dei miei.

"Evan Christopher Bone. Diplomato con la lode, e iscritto all'Università Impirial College di Londra.

Siamo tutti molto fieri di te Chris!"

La vice sembrava una cheerleader un po'troppo cresciuta. Lo sapevano tutti che nutriva una certa simpatia per Evan, e ciò tendeva molte volte a ridicolizzarla davanti a tutti. Come quella volta che Evan era inciampato sul marciapiede e si era slogato una caviglia, lei era subito corsa in suo aiuto piangendo e urlando di chiamare un'ambulanza. Rimase dell'idea che Evan non avrebbe più potuto camminare, o peggio giocare a basket.

Comunque rimasi fiera della sua cerimoniosa giornata del diploma, se lo meritava più di tutti.

"Ora passiamo agli studenti con una media più bassa." Ovviamente era tenuta a specificare questo particolare, anche se risultava di sicuro meno soddisfacente degli altri.

"Complimenti Abbey Cross e Paul Wolkers." Non finiva più di elencare nomi, ero in un momento di ansia pazzesca. Era come se fossi chiusa in una bolla di sapone insonorizzata.

"E buona fortuna anche a te Hayley Mayne." Basta era diventato tutto insopportabile: quella cerimonia,il fatto che mio padre mancasse ancora, il pensiero di essere ancora ultima.

"Per finire vorrei augurare uno splendido futuro da campionessa alla nostra cara Noah Natalie Debbins. Anche se in questi lunghi anni non sei stata una studentessa modello, sarai sempre parte di questo istituto. Tutte le gare che hai vinto ti hanno spinta ad andare oltre, mentre invece quelle perse sono state di aiuto per renderti invincibile. Ti prego porta anche un pezzetto di questo posto in Australia." Quando la vice finì di parlare mi guardai intorno. Tutti erano in piedi che applaudivano, emi guardavano ammaliati, forse anche perché ero ancora seduta.

Mi alzai di scatto e salii anche io sulla pedana. In quel momento, non vidi solo una marea di persone conosciute e non, ma vidi delle persone che credevano in me. E mi avrebbero sostenuta per il mio lungo viaggio, che iniziava da qui.

Ringraziai la vice e strinsi la mano ossuta del preside, poi fui inondata da i miei compagni di classe e dai loro parenti.

"E una cerimonia del genere chi se l'aspettava, Debbins?" Mi chiese Evan, sfoderando uno dei suoi sorrisetti da togliere il fiato.

"Non di certo me Evan" Lo chiamai per nome, era proprio un giorno speciale.


Raggiunsi mamma e il resto della famiglia, e con mio grande stupore mi accorsi che mio padre stava piangendo.

"Papà? Stai per caso piangendo?"Era sempre stato il duro della famiglia, inflessibile e taciturno non di certo emotivo.

"Si tesoro, perché la mia bambina è la più forte che io conosca, ma non se la aspettava una sorpresa come questa." No, hai ragione papà di certo Noah Natalie Debbins non se l'aspettava.

"Grazie papà, temevo non saresti venuto."

"Mi dispiace se non sono stato abbastanza presente alle tue gare, o alle premiazioni. Ma un giorno come questo quando ti ricapita?"Gli sorrisi, perché aveva proprio ragione. Da lì in poi mi sarei concentrata solamente sul mio viaggio, e il nuovo percorso in Australia.


"Allora chi viene a festeggiare con la famiglia Debbins?"

E da qui, posso giurare, non c'è stato un giorno in cui ho smesso di sorridere. Mai. Perché l'importante non è il fatto di contare per qualcuno, ma la cosa più importante è saper contare su qualcuno. Da qui partirà la mia vita, si forse sarà dura in alcuni momenti e meno in altri, ma so per certo che qualunque cosa succederà io l'accetterò. Tenterò di superare qualsiasi difficoltà e proverò a fare più esperienze possibili. Sarà tutto sbagliato o forse tutto dannatamente giusto, ma questi sono i miei progetti, questa sono io. Nulla potrà mai cambiarmi.

Non passerò altri momenti a pensare come far avverare i miei sogni, inizia la parte pratica: realizzarli.


Sydney: Here we come.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora