1st Day

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Gli inverni australiani sono perennemente caldi. Qui l'inverno, che dura circa tre mesi, sembra non coincidere con quello europeo: sembra tutto così fuori dal mondo a tal punto da essere considerato uno dei fenomeni più speciali del territorio.


La vita frenetica della città non si ferma: iniziano i periodi dei saldi, i commessi nei bar servono più bibite calde che durante gli altri mesi, le metropolitane e i treni sono sempre stracolmi e, la vita di ognuno sembra sfiorarsi soltanto nell'attimo in cui ci si scambia uno sguardo fugace nei bagni pubblici.

9:34

Mi svegliai nell'angolo più remoto del letto. Le foto e le cartoline erano sparse sul lenzuolo, quasi a formare una figura non ben definibile.

Con gli occhi ancora impastati di sonno tentai di avvicinarmi alla cucina, urtando contro circa tutti i mobili dell'appartamento.


Di solito si dice che il primo caffè della giornata è sempre il migliore, a parte nei casi in cui ti trovi in un paese straniero dove il caffè nelle cialde ha lo stesso sapore del piscio.

Non curante di questa azione abituale,mi diressi in bagno e feci una doccia. Amo l'impatto che l'acqua gelida ha sul mio corpo ancora sonnolente di prima mattina.

Mi vestii, come facevo tutte le mattine, con una canottiera bianca e dei pantaloncini della 'Adidas' neri.

Presi le cuffiette, il telefono e mi misi le scarpe: tutto pronto per i 7 km di riscaldamento mattutini.


Dopo circa cinque minuti ero già instrada, con gli auricolari nelle orecchie, che sparavano gli U2 a tutto volume.


Questo era il momento più rilassante dell'intera giornata, ma qualcosa ora era cambiato nella routine. Uno strano dolore alla pancia, dei pensieri che non mi davano pace e poi la concentrazione che andava e veniva. All'incrocio tra George Street e Margaret Street, persi il fiato. Cosa mai successa, nemmeno nelle gare provinciali. Ecco qualcosa non andava.


"Pronto?"

"Noah, allora per questa sera?"

"Mmh... non so."

"Mmh? Non so? Hey per chi mi hai preso scusa? Non ho intenzione di attraversare metà città per venire da una depressa, in astinenza..."

"In astinenza da cosa?" Risposi aggressiva. Lì capii che stavo davvero esagerando.

"Hey scusa Evan, solo che oggi ho avuto una giornata no."

"Tesoro, sai che se hai una giornata no devi avvisarmi e, poi non è nemmeno finita!"

'Come fa ad essere sempre ottimista questo ragazzo?' mi chiesi tra me e me.

"Comunque volevo avvisarti che tra circa... ho svoltato a destra... sono all'incrocio con King Street...si tra 10 metri sono sotto casa tua. Quindi o ti muovi o ti muovi. Bye Bitch!"

"Mi hai appena liquidata con un 'Bye Bitch'..." Troppo tardi aveva già messo giù.


'E ora cosa faccio? Mi vesto, o rimango qua a vedere in ripetizione le puntate della sesta stagione di 'The Walking Dead'.


Guardai l'orologio e calcolai il tempo in cui Evan ci mette per spazientirsi. Corsi- essendo l'unica cosa in cui riuscivo meglio- aprii l'armadio e mi misi addosso un tubino nero, gli abbinai delle scarpe nere tacco 10 e scelsi degli accessoria caso. Evan avrebbe avuto da ridire, ma era tutto ciò che potessi fare in otto minuti esatti di preparazione.

In bagno ci misi meno di due minuti, ancora calcolando che il massimo del mio potenziale nella cosmesi era creare un trucco sobrio composto da eyeliner nero e rossetto 'Reign' della Jenner.


Scesi le scale in fretta, mi fiondai in macchina e partimmo.

"Hey... ma che bel look. Aspetta..."Stavo già gioendo per il complimento quando Evan sterzò in mezzo alla strada.

"CHE CAPIGLIATURA ORRIBILE." Lo sapevo, ci risiamo.

"Evan, mi sono preparata in otto minuti. Come pretendi che esca? Come Kim Kardashian dopo gli Mtv Awards?"

"Spero di no, sembrava a dir poco una balena avvolta in un tappeto." Risi, finalmente potevo essere felice e me stessa per una sera.


A primo impatto, sembrava che tutta Sydney avesse avuto la stessa nostra idea. Il locale era molto carino, ma l'atmosfera un po' meno: l'aria era impregnata di fumo e alcool e il caldo faceva mancare il respiro.

Evan si stava dirigendo verso il bancone, con un immenso sorriso stampato sulla faccia.

"Hey Evan dove vai?" Gli dissi gridandogli nell'orecchio.

"Piccola torno subito, ti avevo accennato riguardo alla sorpresa." Prima di riallontanarsi mi fece l'occhiolino, e mi diede un forte bacio sulla guancia.


Stetti lì, in piedi, a fissare la massa di gente che stava ballando. Corpi molli e visi vuoti era tutto ciò che si estendeva dinanzi a me. 

Ma poi sentii uno sguardo inatteso addosso. Quello sguardo mi fece gelare il sangue e stringere i denti.

Era bellissimo e inquietante allo stesso tempo.

Sydney: Here we come.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora