Capitolo 4: Piani non troppo ingegnosi

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Salutato Sorin, Nephele e Caiden pensarono al da farsi. La zia ormai aveva sicuramente notato la loro assenza: i domestici avrebbero dovuto svegliarli levato il sole. Non avrebbero potuto rischiare di farsi vedere insieme, soprattutto perché la ragazza era in camicia da notte.

«Non possiamo entrare insieme, viste le mie condizioni»

«Tu credi che lei potrebbe pensare...» sorrise lui imbarazzato. Le sue guance si tinsero di un lieve rossore.

«Si nutre di scandali. La sua mente è creata per quello. Intravede schemi di scandali ovunque e non ci metterà molto a pensare che noi-»

«Va bene. Cosa facciamo?» chiese imbarazzato, mettendo una mano dietro al collo.

«C'è un ingresso secondario, oltre al cancello principale?»

«No...tuttavia c'è un buco nella recinzione che delimita il querceto, situato nella parte orientale della tenuta.»

«Tu sei già vestito per il giorno. Entra dall'ingresso principale, e se la zia dovesse chiederti di me, tu non sai nulla»

Concordarono sul fatto che Nephele sarebbe entrata da un buco nella recinzione della tenuta, indicatole dal ragazzo, e che Caiden sarebbe entrato dal cancello principale. La ragazza, attraversato il querceto, avrebbe raggiunto la parte orientale della villa. Concordato come agire, i due si salutarono.

*

Vicino al portone, i capelli ramati di Dorea riflettevano la luce del sole, che ormai si era levato in alto. Un fresco odore di piante potate e lo scroscio dell'acqua rendevano l'atmosfera del giardino particolarmente piacevole. Con indosso un vestito color vermiglio, Dorea, non appena vide Caiden, smise di giocherellare con un fiore che teneva tra le dita, e gli andò incontro.

«La zia vi cerca da un po' di tempo.» lo ammonì, il viso soddisfatto delle disfatte altrui.

«Vi cerca?» domandò Caiden.

«Cosa avete fatto tu e Nephele? Dove è mia cugina?». La sua delicata e pallida fronte si corrucciò.

«Non dovrebbe essere alla villa?» domandò lui, con falsità.

«Non è con te?»

«Io non la vedo di certo. Sono andato a fare una passeggiata»

«All'alba?» chiese lei, alzando le sopracciglia.

«Non riuscivo a dormire» disse. Poi aggiunse: «Vuoi dirmi che Nephele è scomparsa?»

«Pensavamo foste insieme»

«Vado a parlare con Phelia. Sicura che abbiate cercato ovunque?» disse con finta aria preoccupata, di cui Dorea non riuscì a cogliere la vera natura. La ragazza scosse il capo, insicura su cosa rispondere. Caiden, fingendo una certa urgenza, entrò.

*

Il ragazzo si precipitò in biblioteca e dagli scaffali afferrò un libro casualmente. Successivamente aprì una finestra e lo lanciò verso il querceto. In seguito si diresse da sua zia, per chiederle dove fosse Nephele.

*

Quando Nephele si presentò agli occhi della cugina, che era seduta sugli scalini che permettevano l'accesso al portone, Dorea sentì una sensazione di sollievo alleggerirle il cuore.

«Ma dove eri finita?» disse. «La zia era preoccupata.»

«Sono andata a leggere nel querceto verso l'alba.» si giustificò lei, mettendo in mostra il libro che stringeva tra le mani. «Ma temo di essermi addormentata nuovamente»

«Non è da te farci preoccupare così tanto»

«Capita anche ai migliori di sbagliare» sorrise.

*

«Dunque, tirando le somme, mia nipote non è mai stata con te?» sentì Nephele, posizionata dietro la porta della sala del clavicembalo. Sua zia stava parlando con Caiden.

«Sono andato a fare una passeggiata prima dell'alba. Volevo vedere il sole sorgere. Ma ero da solo»

La ragazza, varcato l'ingresso, aveva subito incrociato una domestica, che le aveva chiesto dove lei fosse. Si era giustificata con la stessa scusa che aveva utilizzato con Dorea e aveva rassicurato la domestica dicendole che sarebbe andata subito da sua zia.

«Dove si è cacciata quella ragazza? Che dirò al padre?» sentì la zia Phelia gracidare. La ragazza, a quel punto, abbassò la maniglia della porta, entrando nel salotto.

La zia era seduta sul divanetto color marmo e Caiden, vista la ragazza, abbozzò un sorriso. Il volto del ragazzo lasciava trasparire un finito sollievo. «Ecco Neph» disse. La zia si volse verso di lei.

«Zia Phelia, sono qui»

La donna sorrise, la preoccupazione svanita dal suo volto. «Miei dei, dove sei stata? Se fossi scomparsa avremmo dovuto annullare l'inaugurazione della stagione»

«Sono andata a leggere nel querceto» disse, indicando il libro. Lanciò un'occhiata complice verso Caiden, che la colse e la ricambiò. «Tuttavia mi sono addormentata»

«Mi avete fatto prendere uno spavento. Entrambi.» disse dura. «I miei nervi non lo tollererebbero se si dovesse verificare di nuovo una situazione del genere.» continuò, potandosi le sottili dita alla fronte.

«Perdonaci, zia.» si scusarono.

«Andate. Caiden, dì a tuo padre che siete entrambi rientrati»

«Va bene, Phelia»

I due uscirono e ringraziarono che la zia Phelia non brillasse per intelligenza. Ringraziarono anche il fatto che Caiden, nel tragitto per la biblioteca, non avesse incrociato nessun domestico, che avrebbe potuto spifferare ciò che il ragazzo aveva fatto. Meno stolto fu il conte Ferdid, che aveva lasciato intuire di aver capito qualcosa, non appena Caiden si era presentato nel suo studio annunciando che sia lui, sia Nephele, erano tornati. Cosa avesse pensato era palese nella mente dei ragazzi, che si confrontarono in seguito, sebbene ciò non corrispondesse al vero. Ma con un sorriso, il conte aveva congedato il figlio, senza rimproveri. 

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