Capitolo 9: Il primo di tanti segreti

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Dorea era stesa sul suo letto, il viso dolcemente addormentato. In esso, nessuna traccia dello stato confusionale in cui Caiden affermava di averla trovata. Caiden l'aveva vista vicina alla porta, stava uscendo in giardino. Aveva subito capito che c'era qualcosa che non andasse nello sguardo atterrito e confuso della ragazza. Si era avvicinato. Dorea aveva la paura dipinta in volto. Pelle pallida, occhi che mal celavano uno scompiglio interiore. Le labbra tremanti, il respiro affannoso.

In quella camera, illuminata da un lieve bagliore argenteo, il suo respiro era regolare, gli armoniosi tratti del viso limpidi e privi di timori. Nonostante il suo viso manifestasse un'apparente tranquillità, i suoi capelli e il suo pregiato abito verde erano sostanziali indizi sul fatto che quella tranquillità fosse stata ritrovata dopo una tempesta.

I capelli avevano perso la loro compostezza: il nastro che li teneva legati era scomparso. Sparse sul cuscino, alcune ciocche mosse, altre piene di nodi causati dal disfacimento della sua acconciatura.

«Miei dei» sussurrò Nephele, avvicinandosi alla cugina. I suoi occhi si soffermarono sulla preoccupante presenza di liquido scuro sul suo vestito verde. Si espandeva su tutto il corpetto, impregnando il tessuto. Le clavicole erano macchiate da schizzi di quel liquido dalla colorazione non uniforme. Grumi violacei costellavano una sottile patina viola. Nephele si sedette vicino la cugina, il suo vestito sprofondò sul materasso, compresso dal peso del suo corpo. La macchia emanava un odore sgradevole, troppo dolce. Tale da stordire i sensi.

«Non penso che sia sangue» disse a bassa voce Sorin.

«Io non le starei troppo vicino, Neph. Sentire quella cosa nelle narici stordisce i sensi» continuò Caiden.

«Quando l'hai trovata...non ha detto nulla?» domandò la ragazza, allontanandosi dalla cugina.

«Era sconvolta» affermò lui. Poi i suoi occhi frugarono da sinistra a destra, assecondando involontariamente il tentativo del ragazzo di ricordare. Evidentemente, stare a contatto con quel liquido strano aveva stordito pure lui. D'un tratto, alzò la mano verso l'alto, nel tentativo di afferrare un ricordo. «In effetti...» sussurrò «In effetti ha detto qualcosa». Puntò gli occhi su Nephele, che adesso aveva rivolto tutta la sua attenzione su di lui.. Anche Sorin, che si era piegato sulla ragazza dormiente per esaminare quella sostanza disomogenea, era adesso concentrato sul biondo.

«Ha detto semplicemente "in biblioteca", poi ha tentato di dire qualcos'altro, ma la sua voce era flebile e tremante, da risultare inudibile al mio orecchio»

«Non ha detto altro?» chiese Sorin, la curiosità mista a preoccupazione.

«Solo "una stanza" prima di dire "in biblioteca". Poi si è abbandonata ad uno strano sonno: ho sentito il suo corpo divenire pesante, non si reggeva più in piedi. Non ho incontrato nessun domestico che potesse aiutarmi, sono tutti fuori a servire bevande o aiutare le dame nel sistemare i loro scialli»

«Una stanza. In biblioteca.» fece eco Nephele delle parole di Dorea, immersa nei suoi pensieri. Stava rivedendo tutte le parole pronunciate da Caiden nella sua testa.

«Sono abbastanza certo che quella su Dorea sia la pozione dell'oblio» disse Sorin con voce ferma, di nuovo chino su Dorea.

«Magia? Non dovremmo dirlo a qualcuno?» propose Caiden. «A mio padre o Phelia...»

«No» lo interruppe Nephele. «Se Sorin dice la verità, questa roba non ha nulla a che fare con il nostro orinario mondo senza magia.» disse «Finché non sappiamo che ruolo abbia avuto Dorea in questa storia, è meglio essere cauti. Potrebbe finire in grossi guai»

«A patto che si risvegli» li avvertì il moro. «Comunque preferirei avvertire qualcuno»

«No» protestò Caiden, che adesso aveva cambiato idea. «Ti chiedo questo favore, Sorin. Non dire nulla a nessuno, per lo meno finché non arriveremo a capo di questa vicenda». Sorin, sebbene riluttante, si trovò ad annuire, dopo aver rivolto il suo sguardo verso Nephele e Caiden. Il suo senso morale lottava contro la decisione che aveva preso. Ma Caiden era un suo amico, e avrebbe temporaneamente taciuto.

Mistero a LusheathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora