Capitolo 20: L'ascensione

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Si trovarono ai piedi della collina, le stelle sopra la loro testa, incastonate in quel tessuto blu. Avrebbero voluto dire molte cose, ma nessuno proferì parola. C'erano molte emozioni in contrasto, suscitate dall'ingiustizia delle azioni della contessa, dal suo disperato amore per la figlia e dalla sua figura in generale. Una donna che sognava una famiglia felice, che invece aveva vissuto una relazione con un marito adultero e una figlia malata mortalmente. Una delle sue amiche, la contessa Chandra, che l'aveva accolta nella setta magica, era l'amante del marito. Quanto avesse sofferto, era evidente nel tentativo di riportare l'unica cosa che reputasse preziosa e degna d'amore.

Tuttavia, per quanto questo desiderio fosse dettato dalla forza prorompente di un amore così intenso, era un desiderio sbagliato, che violava le leggi della morte. E adesso, i tre ragazzi, dovevano rispettare quelle regole: Chandra doveva ascendere.

Si rimisero a cavallo, e, giunti alla tenuta del barone Radiem, lasciarono i cavalli che li avevano aiutati quella notte. Non li riportarono nei loro recinti. Li lasciarono nel terreno della proprietà.

Poi, a piedi, si incamminarono per Lusheath.

*

«Sicuro che non troveremo quel cavaliere di pietra pronto a ucciderci?» domandò Caiden a Sorin, davanti quello scaffale che aveva dato inizio alle indagini. La statuetta della ninfa danzante era sempre lì e indicava il dorso del libro "Guida ai misteri della natura".

«Sono abbastanza certo che adesso sia tornato al suo posto»

«Questa certezza da dove viene?» chiese Nephele, che non aveva digerito quell'"abbastanza".

«Sei sempre troppo curiosa» disse Sorin.

«La trovo una domanda eccezionalmente legittima invece. Vorrei salvaguardare la mia vita»

Sorin sorrise, nonostante fosse infastidito dal fatto che la ragazza volesse sapere informazioni appartenenti ad un mondo che lui custodiva gelosamente. Ma per quella notte, quella gelosia era stata messa da parte, ed era stata proprio Nephele a convincerlo inspiegabilmente a fare ciò.

Con un sospiro, spiegò: «Al tempio ce n'è uno ed è capitato che talvolta si svegliasse per bloccare qualche ladro. In genere, dopo due o tre ore torna al suo posto»

«D'accordo» rispose seria Nephele, sebbene ci fosse sempre quella scintilla vispa negli occhi: Sorin le stava dando informazioni su qualcosa a cui non avrebbe dovuto avere accesso.

Afferrò il libro indicato dalla ninfa danzante, la prima pagina vuota. L'ansia provata la prima volta che aveva afferrato quella copertina era completamente svanita. Pronunciò la filastrocca, chiave per la biblioteca sotterranea.

"Viandante o amico, chiunque tu sia,

la ninfa eterea ti ha indicato la via.

A te, che pronunci queste rime,

preparati ad un mondo che magia esprime.

A te, che pronunci questa malia,

che le porte si aprano sulla foschia.

Prima di entrare, la chiave posa,

lascia essa a qualcuno

che nell'ignoranza riposa"

Lo scaffale cominciò a trasformarsi in una porta di legno scuro, senza scheggiarsi o incrinarsi. Aprendo la porta, entrarono in quel corridoio illuminato da pietre preziose incastonante nelle pareti. E i tre si trovarono nuovamente in quell'immenso spazio sotterraneo. Vicino l'ingresso, il cerchio disegnato sul suolo, con una serie di pietre disposte in fila a segnarne il diametro. Il luogo in cui la contessa Chandra era morta.

Mistero a LusheathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora