Capitolo 7: Che la serata abbia inizio!

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La zia aveva insistito affinché Caiden indossasse i suoi vestiti migliori: aveva chiamato, proprio come aveva fatto con le ragazze, un sarto che gli confezionasse capi eleganti e raffinati. Per il suo figliastro pretendeva il meglio: giacca blu ricamata d'oro, pantaloni di ottimo tessuto, camicia di lino racchiusa in un panciotto di eccezionale fattura. Dopo essersi preparato era sceso nel giardino, in cui i domestici stavano ritoccando gli ultimi particolari: sistemavano vassoi ricolmi di cibo, posizionavano calici in vetro su grandi tavolate e li riempivano di ogni tipo di bevanda. Decorazioni floreali ornavano le tavolate. I raggi del sole morente illuminavano l'operato dei domestici.

Presso l'acqua della fontana, fiori dal picciolo brillante e luminoso galleggiavano, diffondendo il loro magico e dolce profumo.

Ad un angolo della piazza, della quale la fontana era il centro, era stato adibito uno spazio per dei suonatori: il clavicembalo era stato spostato all'esterno, e seduto di fronte ad esso, un uomo vestito di tutto punto premeva qualche tasto. Altri uomini e donne, con violini e strumenti a fiato, producevano armonia.

Evidentemente lui e suo padre erano stati i primi a completare di prepararsi. Seduti in veranda, conversavano circa il clima mite di quella sera.

Dal piano superiore proveniva la voce della zia Phelia, che urlava qualche cosa alle nipoti circa l'alto livello di perfezione che avrebbero dovuto raggiungere per quella sera.

Caiden rivolse un pensiero di supporto all'amica, che in quel momento stava sicuramente lottando per evitare di insorgere contro sua zia.

L'aria era colma di agitazione: la servitù si muoveva frenetica, proporzionalmente alla velocità con cui il sole stava lasciando spazio alle stelle e alla luna, che quella sera avrebbe brillato in tutta la sua pienezza.

*

Dopo il tramonto iniziarono ad essere accolti i primi ospiti. Gli esponenti della nobiltà erano accolti dal sorriso teso della zia Phelia, vestita di un color rosso vermiglio. Indossava un abito dalla gonna ampia, ricco di ricami floreali, perle e pietre. Rubini pendevano dal suo collo e dalle sue orecchie e rilucevano di fronte alla luce candida della luna.

Dame vestite finemente, con abiti confezionati con i migliori tessuti, uomini in cerca di divertimento e svago. Tutti sorridevano e tutti sembravano felici, felicità scaturita dalla speranza delle nuove opportunità che la stagione avrebbe offerto loro.

«È una serata incantevole» disse Sorin, mentre si avvicinava al biondo. Il ragazzo, intento a prelevare un calice di qualche strana bevanda, sobbalzò quando Sorin gli comparve alle spalle.

«Sorin» disse, riconoscendo la voce. Caiden squadrò il ragazzo davanti a lui. Erano vestiti molto similmente, tuttavia il colore predominante nel tessuto che vestiva l'amico era il nero. «Potresti abituarti ad essere meno silenzioso»

«Poi non ne trarrei nessun divertimento» disse il ragazzo dagli occhi scuri, afferrando un calice d'acqua.

Ispezionò l'ambiente circostante, facendo scorrere gli occhi tra gli invitati. Caiden, a sua volta, squadrò il ragazzo.

«Chi stai cercando?» domandò.

«Nephele? Non è qui?»

«Qualcuno qui si è preso un'infatuazione» lo canzonò Caiden.

«Non scherziamo»

«Sono serio. Con le tue parole la insulti» sorrise lui.

«Non intendevo insultarla. Non riguarda lei, ma me»

«Non vuoi cadere preda di un così bel sentimento?»

«Da come ne parli, sembra che tu l'abbia vissuto»

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