Capitolo 14: L'amante

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«Resta qui» sussurrò Nephele a Sorin. «Non possiamo rischiare che la zia ci veda in queste condizioni» disse a bassa voce. «Ci vediamo nella stanza di Dorea non appena mi libero da lei»

«No, Nephele» provò a resistere lui, che non voleva essere lasciato solo dopo quello che avevano appena passato.

«Troverò il modo di liberarmi di lei» promise, alzandosi. Il suo abito frusciò contro lo scaffale e il pavimento.

Sorin la vide allontanarsi, nel raggiungere la zia Phelia.

*

«Eri qui, cara» la salutò la zia Phelia. «Sei sparita. E anche tua cugina»

«Dorea è sparita?» finse lei.

«Si. Sei stata tutto il tempo in biblioteca?» domandò, con la sua voce acuta.

«Mi sono sentita poco bene...dunque sono venuta in posto poco affollato»

«Immaginavo fossi qui. Sei con qualcun altro?». La zia alzò un sopracciglio.

«No zia, sono da sola. Come ti ho detto, ho avuto un lieve mancamento». Nephele provò ad assumere uno sguardo convincente, che evidentemente illuse sua zia.

«D'altronde non trovo strano che tu sia sola. Invece Dorea mi preoccupa. È sparito pure quel ragazzo...Sorin, l'aspirante sacerdote»

«Hai memorizzato quell'infinita lista di invitati, zia?» sorrise lei.

«Oh, è il minimo. Adesso torniamo in giardino. Non posso rischiare di fare brutte figure con gli ospiti. Ho promesso di presentarti a qualcuno»

«Non potrei andare a cercare Dorea?» tentò Nephele.

«Se i miei calcoli sono esatti, e la sua bellezza ha catturato quel ricco aspirante sacerdote, lasciamoli fare. Il mio compito è quello di farvi trovare marito. L'importante è che non si facciano scoprire, ma se si facessero scoprire basterebbe un matrimonio. Lo scandalo sarebbe dimenticato in pochi mesi. Obbiettivo raggiunto in entrambi i modi»

Nephele alzò gli occhi al cielo, mentre la zia le afferrava il braccio, in maniera delicata, ma decisa. Era incredibile come lasciasse correre un potenziale scandalo. La zia era avida di scandali, storie di donne "disonorate". Ma nel caso della sua nipote preferita, Dorea, lo scandalo avrebbe potuto verificarsi senza problemi. Nephele immaginò che se al posto di Dorea ci fosse stata lei, la zia non sarebbe stata così favorevole.

Mentre camminavano verso il giardino, Nephele domandò alla zia Phelia chi fosse la persona che le voleva presentare.

«È un ragazzo, di aspetto adatto ad una modesta bellezza quale tu sei.»

Nephele aveva previsto che le volesse presentare un potenziale marito. Avrebbe potuto liquidarlo facilmente.

«E, di grazia, posso sapere il suo nome, zia?»

Nel frattempo le due erano uscite dall'edificio. Il giardino era rischiarato da lucciole, accarezzato dalla luce della luna e dalle gioiose melodie prodotte dall'orchestra. Uomini e donne danzavano attorno alla fontana, con movimenti precisi. Sorridevano, producevano un chiacchiericcio indistinto. Nephele, ancora leggermente accaldata, sentì freddo quando un lieve vento le accarezzò le spalle scoperte.

«Ricordi la contessa Ewonye? È il nipote, figlio del fratello. Arnow, figlio del visconte Threm» disse, e Nephele sperò che il suo udito avesse recepito male. «Oh, eccolo che viene»

Il suo udito aveva sentito benissimo. Il ragazzo dai capelli castani che l'aveva importunata a inizio serata stava camminando verso di loro. Però la ragazza guardò il lato positivo: avrebbe potuto estorcergli informazioni riguardo la contessa.

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